Trekking in Sardegna fuori stagione

Ultimamente mi sono data al trekking. Non ho certamente scoperto ieri che camminare all’aria aperta, macinare chilometri e chilometri, e faticare salendo e scendendo per ripidi sentieri mi appassiona. È solo che sono tornata da poco da uno dei miei viaggi dall’altra parte del mondo, e ancora non voglio rinunciare a quella sensazione di essere lontana, di essere alla scoperta di posti nuovi. E visto che la Sardegna è una terra dalle risorse infinite, mi sono detta che forse varrebbe la pena tutte le mie passioni per trekking, natura, archeologia e mare per continuare a svelare i segreti che nasconde, ma anche per continuare la mia crociata a favore della destagionalizzazione del turismo nell’isola.

Trekking in Sardegna fuori stagione

Pochi posti sono vittima del mito del turismo di stagione come la Sardegna. Il mito della Sardegna come meta esclusivamente estiva per godere al meglio del suo bellissimo mare è duro a morire. Sia gli enti del turismo regionali e locali che gli imprenditori che lavorano nel settore fanno ancora troppo poco per promuovere le visite in Sardegna al di là dei mesi estivi.

Peggio! Molti piccole e medie imprese puntano ad ottenere il picco di presenze in estate per poter poi fare cassa e campare per il resto dell’anno, chiudendo letteralmente bottega.

Ma com’è possibile, mi dico? La Sardegna è meravigliosa tutto l’anno e io – e tutti i Sardi come me – so benissimo che ha ben altro da offrire oltre al suo mare e alle sue spiagge che, sia ben inteso, restano i più belli del mondo.

Trekking in Sardegna fuori stagione

Sono nata e cresciuta in Sardegna e qui ho passato la maggior parte della mia vita. La Sardegna per me è l’isola delle meraviglie. Sono orgogliosa delle mie origini e per la Sardegna provo un fortissimo senso di appartenenza e un attaccamento speciale, che pochi al di fuori della Sardegna sono in grado di capire pienamente. E siccome io amo la mia terra, non mi stanco mai di dire che la Sardegna merita di essere visitata tutto l’anno – anche a Febbraio!

Ho cominciato la mia campagna per la destagionalizzazione del turismo in Sardegna lo scorso settembre, dopo aver partecipato ad Autunno in Barbagia a Oliena. Questo è un festival che coinvolge 29 centri della Barbagia e che ha luogo nell’arco di tre mesi, tra settembre e dicembre. È una celebrazione delle tradizioni, della cultura e della cucina sarda.

Trekking in Sardegna fuori stagione

La Sardegna non smette mai di stupirmi con i suoi tesori nascosti, confermando il grandissimo potenziale turistico della regione a prescindere dalla stagione. Ogni tanto scopro che c’è una sagra di cui non avevo mai sentito parlare, un festival jazz con concerti all’alba in riva al mare, cantine che producono vini pregiati, siti archeologici nascosti in mezzo alla montagna, nei boschi o in qualche spiaggia. E che dire di Sant’Efisio a Cagliari il Primo Maggio, con la sua sfilata di costumi tradizionali da tutta l’isola, o della Sartiglia a febbraio, con la cavalcata che lascia con il fiato sospeso gli spettatori?

Dopo gli ultimi trekking che ho fatto, ho sentito quindi la necessità di riprendere la mia battaglia… non si sa mai che qualcuno finalmente mi ascolti. Così, eccomi a raccontare le bellezze della mia isola a partire dai suoi infiniti percorsi naturalistici.

Trekking in Sardegna fuori stagione

Scegliere un percorso escursionistico non è mai facile qui. Ce ne sono un’infinità – lungo la costa, attraverso i canyon, con la sorpresa finale della visita ad un sito archeologico – e sono tutti molto belli. Del resto, è ovvio che un’isola enorme ma con una densità di popolazione bassissima la natura la faccia da padrona.

Non deve quindi sorprendere che vaste parti dell’isola siano totalmente disabitate al punto che non si incontra anima viva se non qualche escursionista durante un trekking, e le immancabili capre o pecore che pascolano indisturbate proprio come quelle del gregge in cui mi sono imbattuta durante il trekking che da Masua Pan di Zucchero mi ha portato a Cala Domestica, nella selvaggia costa del Sulcis Iglesiente. Il modo in cui le capre mi guardavano mi dava da pensare che ero io ad invadere casa loro!

Trekking in Sardegna fuori stagione

Ma torniamo al trekking. Non avevo mai fatto il percorso da Masua Pan di Zucchero a Cala Domestica e non sapevo bene che cosa aspettarmi, a parte il fatto che è un trekking per escursionisti esperti secondo le guide che avrebbero accompagnato me e il resto del gruppo. E così si è rivelato. Per tutta la durata della camminata – 11 faticosissimi chilometri su e giù per pendii molto ripidi – abbiamo camminato lungo la costa.

Ho capito ben presto che questa non sarebbe stata una passeggiata rilassante sulla spiaggia. E del resto, anche se ci siamo quasi, non è ancora la stagione per andare al mare e fare il bagno. Il trekking è risultato molto difficile, su un percorso molto tecnico con fondo sdrucciolevole, sassi e rocce, dove spesso ci siamo trovati a passare in 50 centimetri di terra, la montagna da un lato e un burrone dall’altro, oltre che a passare letteralmente dentro i cespugli della profumatissima macchia mediterranea – lecci, ginepri, lentischi, rosmarino, ginestre, rosmarino e cisto svelavano il loro aroma.

Trekking in Sardegna fuori stagione

Inutile dire la fatica è stata ricompensata con alcuni dei panorami più mozzafiato che abbia mai visto. Ad ogni curva, le acque blu del Mediterraneo si stendevano davanti ai miei occhi, puntellate dai faraglioni tra cui spiccava il Pan di Zucchero.

Proprio quando siamo finalmente arrivati alla bellissima Cala Domestica, affaticati e convinti di poterci ormai rilassare un po’ in spiaggia prima di avviarci verso le auto e tornare alla realtà cittadina, la guida ci ha invitato a fare un ultimo sforzo e a scalare la collina per visitare la torre spagnola e godere della spettacolare vista da lassù.

Seppur esausta, ho seguito la guida: amo i siti archeologici, specialmente quando sono situati in posizioni particolari: in mezzo ad un bosco, in cima ad una collina, dietro una spiaggia.

Trekking in Sardegna fuori stagione

Posso solo dire che la guida non mentiva. La torre spagnola è davvero un gioiello. Si erge lassù, sola in mezzo al niente, circondata da rocce e cespugli bassi in una zona battuta quasi perennemente dai venti. Costruita durante la dominazione spagnola, la torre veniva usata per controllare e proteggere la piccola spiaggia di Cala Domestica che veniva usata come porto per il commercio dei minerali estratti nell’entroterra. Venne anche usata durante la Seconda Guerra Mondiale come punto d’osservazione e tutt’ora rimane la scala in metallo usata per accedervi.

La vista dalla collina dove si erge la torre è a dir poco meravigliosa. Il mare blu entra nell’insenatura di Cala Domestica e il colore sfuma fino a diventare verde acqua, trasparente. Sotto, la sabbia bianca e finissima forma delle bellissime dune. Ci sono ancora i resti dei magazzini e dei binari usati dai treni che un tempo portavano qui i minerali estratti perché venissero caricati sulle navi. Un’immagine a dir poco suggestiva.

Sulla strada del ritorno, non ho potuto fare a meno di pensare che Masua Pan di Zucchero, Cala Domestica, la torre spagnola e il Parco Geominerario (peraltro patrimonio UNESCO) sono solo alcuni dei moltissimi posti che si possono visitare e apprezzare in Sardegna tutto l’anno e non solo in estate. Il bellissimo percorso di trekking che ho seguito è la prova che l’isola ha tantissimo da offrire a chiunque ami la natura, l’archeologia, il mare e non solo – in ogni stagione.

Siete ancora convinti che valga la pena visitare la Sardegna solo in estate?

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