Cosa fare al Cairo e Sharm El Sheik, Egitto

Dopo otto anni sono tornato con grande piacere in Egitto, questa volta in veste di travel blogger per NonSoloTuristi.it, invitato dall’ente del turismo egiziano, insieme ad una delegazione italiana di blogger e giornalisti.

Un tour di quattro giorni tra il Cairo e Sharm El Sheik, per ammirarne le più belle e rinomate attrazioni ma soprattutto per sondare e divulgare informazioni sullo stato attuale della sicurezza. Il paese negli ultimi anni, purtroppo, ha subito un tracollo del turismo, soprattutto italiano, a causa degli avvenimenti socio politici e di cronaca ben noti a tutti.

Il Cairo ci accoglie soleggiato e cocente ma ricco di quel fascino tipico delle città che hanno vissuto secoli di storia. Fascino che emerge passeggiando per le strade del quartiere copto, chiamato anche “Old Cairo”, visitando la chiesa Sospesa dedicata alla Vergine Maria e la Sinagoga Ben Ezra.

Il Museo Egizio, con i suoi oltre 100.000 reperti archeologici, è una meta quasi obbligata per un viaggio in Egitto. Una visita approfondita richiede almeno una mezza giornata ma anche in poche ore è possibile ammirare le attrazioni più importanti e fare esperienza della magia del luogo riservando il resto della giornata all’immensità delle piramidi di Giza, della Sfinge, delle piramidi di Saqqara e dei 187 metri della Torre del Cairo, la costruzione più alta di tutto il Nord Africa.

Una cena sul Nilo, sul floating restaurant Nile Maxim ad esempio e lo spettacolo di luci alle piramidi di Giza, chiudono una giornata intensa e carica di piacevoli emozioni.

Dopo due giorni passati interamente e intensamente al Cairo nella tipica caoticità di una capitale, atterrare a Sharm el-Sheik è un cambiamento forte. Qui è il mare il protagonista indiscusso. Sole, spiaggia, acque cristalline, pesci coloratissimi e la migliore offerta turistica per accontentare i visitatori da ogni parte del mondo.

Per un’escursione di una giornata si può andare a visitare il Blue Hole, sito di immersioni e di snorkeling, addentrandosi nel deserto per circa un’ora abbondante di auto in direzione di Dahab e concedendosi poi una traversata a bordo di un cammello (o dromedario); un’esperienza meravigliosa che vale la pena provare.

Durante questo viaggio è stato affrontato più volte il tema “sicurezza”, parlandone con la guida e con gli accompagnatori, ma soprattutto mediante un incontro approfondito con le autorità egiziane che hanno spiegato quanto è stato fatto in termini di sicurezza, per rendere l’Egitto un paese più sicuro. I servizi di controllo agli aeroporti sono stati realizzati da una delle migliori società del campo, gli hotel e i luoghi turistici sono monitorati regolarmente e hanno sempre i controlli all’ingresso. Inoltre, l’Egitto sta avendo dei buoni risultati per le nuove forme di turismo legate alle conferenze internazionali, allo sport, alla medicina naturale e alla religione. Secondo le autorità egiziane, l’Egitto adesso è uno dei paesi più sicuri al mondo, pari a quelli più sicuri in Europa.

Personalmente, nelle parole e nello sguardo delle persone che ho incontrato – guide, bambini e persone lungo le strade – ho riscontrato un gran desiderio di rinascita e un bisogno di comunicare ai visitatori una realtà diversa da quella che ha portato il paese verso il tracollo turistico.

Mi rimarrà impresso a lungo nella mente lo stupore e la sorpresa sui loro volti nel vedere dei viaggiatori italiani dopo diversi anni di mancanza.

Volti contenti e speranzosi perché sanno che il nostro compito è quello di far tornare i viaggiatori e i turisti, raccontando al pubblico italiano che l’Egitto adesso è un luogo più sicuro, una meta che si può visitare tranquillamente. Personalmente ho viaggiato bene e mi sono sempre sentito tranquillo e al sicuro.

Negli ultimi anni non se la sono passata molto bene; considerando che la maggior parte dei loro guadagni economici sono legati al turismo, se non c’è turismo il loro problema diventa il vivere. Quindi il nostro ruolo in questo viaggio è di grande importanza ma si tratta anche di una posizione molto delicata, quando si parla di sicurezza non c’è molto da scherzare, è determinante raccontare la situazione nel modo più veritiero possibile.

Sono grato per aver preso parte a questo viaggio, per le belle esperienze vissute e per nuove amicizie. Preziosi momenti di sincerità, vicinanza e fratellanza, un sentimento che sento in modo molto intenso. Tra italiani e egiziani c’è un legame particolare e conoscere le loro difficoltà mi fa sentire parte di ciò che vivono facendomi sentire ancora più vicino a loro, proprio come se fossimo fratelli ai quali auguro solo il meglio.

“Mitakuye Oyasin”

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