Falesia del Ginetto: in arrampicata sulle cime che incorniciano il Lago d’Iseo

Quando torno in Italia non posso esimermi di svolgere le attività outdoor che da sempre amo fare con gli amici di sempre, tra cui l’arrampicata sportiva. Lo scorso luglio insieme all’amico Francesco Bosio – forte arrampicatore bresciano – e la guida alpina Roberto Parolari, non potevo non andare ad arrampicare in Valle dell’Opolo. La valle prende il nome dall’omonimo torrente che percorre la vallata e che dalla zona del Monte Guglielmo scende verso la sponda orientale del Lago d’Iseo, nel quale si immette presso il paese di Marone in provincia di Brescia.

Luogo suggestivo di per sé, ma ancora di più se mentre si arrampica si può godere anche dell’installazione dell’artista contemporaneo Christo, americano di origine bulgara. L’opera temporanea, The Floating Piers, una passerella galleggiante di tre chilometri sul lago d’Iseo che unisce alcuni paesini con le isole del lago.

Arte e arrampicata, probabilmente una situazione più unica che rara. Una giornata emozionante immersi tra la Falesia del Ginetto, 25 vie fino al livello di difficoltà 7c di difficoltà, della lunghezza massima di circa 40 metri ed esposta a ovest.

L’attività dell’ arrampicata sportiva in questi luoghi nasce tra la fine degli anni Settanta e l’ inizio degli anni Ottanta con le prime chiodature. Ogni anno si aprono vie nuove e sempre più difficili fino alla via 9°a+ denominata “A present for the future”, compiuta nel 2010 dal fuoriclasse di fama mondiale di nazionalità ceca Adam Ondra e ad oggi non ancora ripetuta.

Le falesie sono per lo più orientate verso sud/sud-ovest e quindi il caldo si è fatto sentire. Le temperature si aggiravano intorno ai 30 gradi, quindi consiglio a chi vuole arrampicare in questi luoghi eccezionali di farlo in inverno oppure in primavera o autunno.

La roccia di queste falesie è una dolomia compatta, non si può chiedere di meglio, appartenente alla formazione rocciosa della Dolomia Principale che dal punto di vista geologico è la stessa che costituisce le famose Dolomiti italiane. Consiglio a tutti gli arrampicatori di passaggio in questi posti, di passare il loro tempo in questi luoghi italiani che regalano delle sensazioni ed esperienze eccezionali non facilmente dimenticabili.

Amo passare il mio tempo in questi luoghi immersi nella natura, in compagnia di amici con cui condivido passioni e stile di vita, lontano dal caos cittadino, luoghi e attività che ti riportano alla dimensione umana scandita da tempi e dinamiche naturali. Una corda, un paio di scarpette e qualche rinvio, niente di più, la semplicità delle attrezzature rispecchia la libertà di cui si gode nell’arrampicare, l’uomo e la parete un duello con le proprie capacità una lotta interiore nel superare gli ostacoli.

Determinazione e scelta degli appigli, chi sbaglia paga, ma senza conseguenze fisiche grazie alle protezioni in parete, solo piccole ferite che non si vedono, ferite che sono dentro di noi per non aver raggiunto l’obbiettivo.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.