Israele e i contrasti di Tel Aviv

Dopo le grandi aspettative di un viaggio “fai da te” in Israele, denso di ansie  per i possibili pericoli in una terra che avvertivo come culturalmente “esplosiva”,  ecco l’arrivo a Tel Aviv. Profonda la sensazione di  disorientamento  fra i grattacieli di quella che pareva Manhattan, acuita ancora più da frotte di scalmanati con travestimenti carnevaleschi per il Purim, in ricordo della liberazione della schiavitù persiana.

Strano vedere passeggiare sulla spiaggia odalische o schiere di creature che parevano reduci da una sfortunata battuta di caccia. Per il resto ci si aggirava in una vera e propria palestra a cielo aperto dove la cultura del fisico sembra l’unico valore preponderante sui 13 chilometri che lambiscono il mare.

Da Herzliya nel nord fino al centro storico di Giaffa (Jaffa) e a Bat Yam ancora più a sud, la città ha sviluppato un grande assortimento di aree per il divertimento e la vita notturna, così come nel vecchio porto. Dal punto di vista culturale spiccano alcuni musei come quello della diaspora (Bet Hatefuzot) situato nel campus dell’Università di Tel Aviv. Nelle vicinanze si trova il Museo Eretz Israel, che ripercorre gli sviluppi dei mestieri e dei commerci del Paese, non lontano si raggiunge  il Museo del Palmach, una struttura interattiva che documenta la storia delle principali unità paramilitari attive prima dell’indipendenza di Israele.

Vicino al centro della città si può visitare il Museo dell’Arte di Tel Aviv, con dipinti che vanno dai vecchi maestri olandesi, agli impressionisti, insieme a una collezione dei più noti artisti israeliani del XX secolo. Piazza Balik, nel centro storico della città, offre l’opportunità di notare una varietà di stili che documentano  lo sviluppo dell’architettura a Tel Aviv. L’edificio del Vecchio Municipio, ristrutturato anni fa, espone l’ufficio di Meir Dizengoff, il primo Sindaco della città, completo degli arredi e dei cimeli di quel tempo.

Ma ciò che colpisce di più è l’antico porto di Giaffa, per secoli la porta d’accesso dei pellegrinaggi in Terra Santa, che venne utilizzato come porto sia da re Salomone che dal re Erode, affascina per i vicoli stretti e l’antico porto dei pescatori che fa da contrasto alla modernità di Tel Aviv con cui è collegata a nord. Caratteristico è il vecchio Shuk Hapishpeshim, il Mercato delle Pulci, situato all’ingresso nord di Giaffa da dietro l’angolo della suggestiva Torre dell’Orologio del tardo periodo Ottomano. Qui si avverte un colorito spaccato di umanità che ben si accosta all’affascinante miscuglio di merci di ogni sorta.

All’interno delle mura di cinta della Città Vecchia è stato fatto un grande investimento per sviluppare la centrale piazza Kedumim e ricostituire il Centro Visitatori della Vecchia Giaffa. Molteplici sono le sfaccettature  di questa grandiosa città che trasmette un profondo senso di smarrimento ma che inebria per le  diverse suggestioni che offre sul piano dei contrasti architettonici e degli stili di vita. La speranza è quella di ritornarvi presto per scoprire i molteplici volti di una realtà poliedrica e fortemente coinvolgente.

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