Santarcangelo di Romagna: la storia di un secolo nel Museo del Bottone

Chi di voi è stato a Santarcangelo di Romagna sa di certo che è un paese di poco più di ventimila anime nella provincia di Rimini. Una cittadina presidio Slow Food, dove la vita – davvero – scorre lentamente lungo la vecchia via Emilia e alle pendici del Monte Giove. Proprio quel monte che ha dato il nome al celebre vino rosso tipico romagnolo, il Sangiovese.

I più esperti di personaggi illustri contemporanei, sapranno bene che Santarcangelo è il paese di Tonino Guerra. Eh già, quell’anziano signore che in una nota pubblicità gridava all’Italia intera “l’ottimismo è il profumo della vita!”. Ma quanti di voi sanno che Santarcangelo di Romagna, nasconde all’interno delle sue stradine in salita il Museo del Bottone? Sì, avete capito bene! Un museo interamente dedicato alla storia del bottone nell’arco temporale che va dal 1800 al 1900.

L’idea di un museo tanto sui generis, è venuta a Giorgio Gallavotti, direttore e curatore, perché a suo parere: “Un  bottone non solo apre e chiude due lembi di stoffa, ma apre e chiude anche i sentimenti e le intimità delle persone. I  bottoni sono serviti ai potenti per ostentare la loro vanità. Infatti, ad esempio, dal numero dei bottoni si distingueva la classe sociale.”

La passione di Giorgio per i bottoni è nata dal suo lavoro: era  titolare di una vecchia merceria aperta dal suo papà nel 1929. Nel vecchio magazzino c’erano due  intere pareti di scatole di bottoni. Con molta pazienza ha iniziato a cucirli su pannelli, poi incorniciati. Nel 2001 l’amministrazione di Santarcangelo ha voluto che esponesse i suoi  lavori presso un negozio nel centro cittadino. L’enorme successo dell’esposizione ha portato  nel 2008 alla nascita del Museo del Bottone.

Il museo è articolato in maniera cronologica e in tre settori. Il primo settore racconta, tramite 180 quadri, la storia di quarantotto nazioni tra la fine dell’Ottocento e quella del Novecento. Si parte con i modelli stravaganti della Belle Époque. Si passa poi ai bottoni di legno fine anni Quaranta alcuni dei quali pitturati a mano. Si arriva all’ostentazione del lusso negli anni Sessanta, toccando l’apice con i bottoni griffati dai vari stilisti negli anni Settanta. Fine a raggiungere  un – per così dire – declino del bottone con Tangentopoli, nel 1992.

Il secondo settore racconta i materiali di produzione dei bottoni attraverso 80 quadri: madreperla, corno di vari animali, legno, argento, tartaruga, noce di cocco, vetro, rafia, smalti. Alcuni spazi sono dedicati a particolari attrezzature come ad esempio il torchietto per costruire i bottoni risalente alla fine dell’Ottocento.

Centoventi quadri rivelano le curiosità narrate nell’ultimo settore. Due su tutte: il bottone del casato di Papa Paolo Vi e le  agganciature della Contessa Odescalchi.

Informazioni pratiche

  • Dove si trova: Via Della Costa 11 – Santarcangelo di Romagna
  • Orari di apertura: Invernale 10.12 e 15.18
  • Estivo 10.12; 16.18.30 e 21.23.30
  • Chiuso il lunedì
  • Ingresso gratuito

Foto di copertina: Massimiliano Calamelli

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