Viaggio nei paesi andini di Perù, Bolivia, Argentina e Cile raccontati in un libro

Quella che racconterò è una storia di viaggi, amore, vino e di un libro che racconta come questi elementi si sono intrecciati fra loro.

Questa storia comincia nel 2013, quando vivevo con la mia compagna a Bologna, dove lavoravo come consulente informatico: paga buona, molti impegni e  poco tempo per fare altro. Marisol viene da Lima, Perù, e fin dal primo momento in cui l’ho conosciuta, l’esploratore che è in me ha subito sognato di fare un bel viaggio nelle sue terre.

Viaggio e Amore

Mi ha conquistato non solo con la sua dolcezza ma anche prendendomi per la gola, dimostrandomi, quando ancora la cucina peruviana era sconosciuta al mondo, che in Perù e più in generale in quell’immenso territorio andino che abbraccia Ecuador, Bolivia, Argentina e Cile, esisteva una cultura gastronomica antica, profonda quanto la nostra. Esistevano gusti, tradizioni, frutti tropicali e vegetali che ancora non erano conosciuti e poi esisteva la mia passione per il vino, alimento che da sempre ha accompagnato l’immaginario della mia terra.

Tentai di costruire un itinerario che mi permettesse di visitare ogni paese sia da un punto di vista turistico, sociale, ma anche gastronomico, e soprattutto enologico. Appena iniziai con le ricerche fui come assorbito in un vortice. I punti di contatto combaciavano tutti e ogni approfondimento, mi apriva delle porte nuove e importanti. Compresi a quel punto che quel viaggio lo dovevo fare, anche per mettermi alle spalle un presente che si era fatto troppo noioso e troppo “economico”. Decisi di lasciare il lavoro e partii con Marisol per questo viaggio, durato circa 5 mesi.

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Viaggio e Vino

Il Sudamerica è travolgente, in qualsiasi declinazione lo si affronti: il più inebriante profumo tropicale, sovrastato da fetore dello scarico di un tir e il primo periodo del viaggio a cui sono dedicati anche i primi capitoli del romanzo è ambientato proprio nella periferia di Lima, una metropoli dove abitano circa 13 milioni di peruviani.

Nel cuore popolare di questa metropoli ho scoperto alcuni piatti fantastici: dal ceviche, specialità a base di pesce crudo marinato nel lime, al tamal, tortino di mais cotto nelle foglie di banano, la pachamanca, metodo di cottura della carne sottoterra con pietre roventi e poi ho conosciuto le bevande che vanno per la maggiore, l’inca cola, una sorta di coca cola dal color giallo fosforescente e la chicha morada, una sorta di granita fatta in casa con le più svariate tipologie di frutta.

La prima tappa “enologica” peruviana è stata invece a Ica, dove nascono i cosiddetti “vini del deserto”. A soli 10 gradi dall’Equatore trovano vita, in un ambiente climaticamente ostile, delle enormi banane, uva, pomodori e asparagi. Con questa uva si produce un vino che si distilla in Pisco, una acquavite molto profumata e che è anche la base del Pisco Sour, cocktail nazionale peruviano. È stato proprio all’inizio di questa avventura del gusto che mi sono reso conto che quello che stavo facendo era qualcosa di totalmente inedito, mai affrontato prima.

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Il Perù e il vino

Volevo viaggiare attraverso i paesi andini di Perù, Bolivia, Argentina e Cile tracciando non solo un itinerario turistico, ma documentando anche le espressioni vitivinicole più interessanti. Pensai che se era veramente una cosa inedita, allora era un mio dovere tentare di raccontarla. E così è iniziata la stesura del romanzo, Divino Andino-Viaggi e assaggi all’ombra della Cordigliera, un racconto di ciò che ho vissuto e delle premesse che mi hanno spinto a intraprendere questa esperienza. Il viaggio poi è continuato verso Arequipa, dove si trova uno dei canyon più profondi al mondo, il Colca e poi a Cuzco e le sue meraviglie archeologiche.

Il viaggio non ha confini: i paesi andini della Bolivia

In  Bolivia la tappa enologica è stata l’ultima, prima dell’uscita dal paese, verso una regione totalmente sconosciuta al mondo del vino internazionale ma comunque capace di dare dei prodotti interessanti: Tarija. Si trova nel sud del Paese, a circa 2 mila metri di altitudine. Prima di Tarija, passaggio a La Paz, la capitale amministrativa, specchio di una società fortemente radicata su valori tradizionali e orientata alla valorizzazione dei costumi indigeni  (la popolazione è per grandissima parte costituita da Aymara e Quechua) e Oruro, famosa per il suo carnevale, secondo per importanza a quello di Rio e per le sue profonde miniere, che tanto hanno dato al mondo e tanto hanno tolto alle comunità locali.

Sempre in Bolivia una delle più entusiasmanti esperienze di viaggio della mia vita l’ho passata nel Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande del mondo. Sembra di stare su una nuvola all’ altezza di 4 mila metri, vicinissimi al cielo, bianco e azzurro ovunque, di una luminosità celestiale.

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Il vino dell’Argentina e il Malbec

I due Stati successivi invece sono stati all’insegna della degustazione pura, essendo i principali produttori del Sudamerica e con una qualità assolutamente incontestabile. Dal nord dell’Argentina nella regione di Salta, ho preso la famosa Ruta 40 fermandomi nei luoghi di produzione più interessanti: Cafayate, terroir d’elezione per il bianco argentino più famoso, il Torrontes, Chilecito vicino a La Rioja e infine Mendoza, capitale del vino argentino e del Malbec.

Tra luculliane grigliate di carne “asada” in compagnia di compagni di viaggio improvvisati, ho compreso l’essenza del vino argentino, un prodotto di altissima qualità valorizzato dall’esperienza contadina dei tanti spagnoli e italiani che dal finire dell’800 hanno costruito e sviluppato questo paese. Memorabili alcuni assaggi di Malbec, un’uva dalla storia particolarissima. Proviene da Bordeaux dove è sempre stato relegato a vino minore da taglio bordolese; troppo sbilanciato e difficile da vinificare, con tannini eccessivamente intensi e un finale ingiustamente amaro.

Quando la fillossera (un parassita che attacca le radici) distrusse le viti europee all’inizio del ‘900, la Francia si accorse che gli unici esemplari di Malbec sopravvivevano in Argentina e a loro dovettero chiederli per ripristinarli; per questo, gli argentini oggi considerano la Malbec una vite autoctona. Scoprirono che quest’uva si adattava perfettamente alla regione mendocina, dando un vino completamente diverso da quello scorbutico francese, con tannini più soffici e un gusto più intenso e concentrato.

Il Cile, il ritorno e le difficoltà

La parte finale del viaggio è stata in Cile e nelle storiche cantine della Valle di Maipo attorno alla capitale Santiago. Avevo alle spalle moltissimi chilometri, vesciche nei piedi e pochi soldi nel portafoglio. Tornato a Lima mi misi a lavorare su tutti gli appunti che avevo preso. Un lavoro molto lungo, che è durato circa un anno e mezzo.

Foto di Sofia Calvo Tagle

Non avevo mai scritto nulla, quindi la scrittura sulle prime non è stata facile. Dovevo capire come impostare una frase, quali elementi valorizzare, cercare di non cadere troppo sul descrittivo. Ho sottoposto il primo testo a un amico che collabora con una nota casa editrice e lui mi disse chiaro e tondo: non funziona. Mi spiegò dove limare, dove aggiungere e dove invece tagliare. Mi mostrò che la lettura è un piacere se scorre leggera, sospinta dall’ironia e dal bilanciamento di tutti i vari fattori chiamati in causa: personaggi, trama, informazioni, ambiente….

Viaggio, Amore, e Vino: il libro

Stracciai tutto e riprovai per la seconda volta, divertendomi e scoprendo una nuova aspirazione. Da quel momento è iniziato il “dopo” del viaggio; per certi aspetti un viaggio pure quello. Sapevo che il bello di un viaggio è anche tornare e che al ritorno avrei dovuto di nuovo fare i conti con la realtà. Sono rimasto coi piedi per terra, ho fatto tesoro dell’esperienza e ho deciso di ripartire con da quella che era una passione, il vino. Ho deciso di aprire una enoteca nella mia città, Ravenna e provare a raccontare le migliori espressioni di vino naturale, prodotto dalla natura e dall’uomo.

Alcuni mesi dopo l’apertura, la casa editrice Polaris, specializzata in guide turistiche e narrativa di viaggio ha deciso di premiare il mio romanzo con una pubblicazione, ritenendolo una testimonianza del tutto interessante, quanto inusuale. Ora il libro si trova in tutte le principali librerie, soprattutto quelle specializzate in viaggi e naturalmente online, nei principali canali di vendita. Chi desiderasse percorrere un po’ di strada insieme a me e Marisol e assaggiare i vini e i prodotti più interessanti del territorio andino, lo potrà fare attraverso le pagine del mio libro che potete acquistare qui >Divino andino. Viaggi e assaggi all’ombra della Cordigliera

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Foto di copertina di Caio Augusto Limongi Gasparini

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