Riserva Nazionale Eduardo Avaroa e il Salar de Uyuni

Bolivia: Riserva Nazionale Eduardo Avaroa e il Salar de Uyuni. Fino ad ora vi ho raccontato solo della parte di viaggio che si è svolta in Perù ma, per quanto queste paese sia straordinariamente bello, la vicina Bolivia non ha nulla da invidiargli e, proprio per questo motivo, sono stata molto contenta di aver previsto anche qualche giorno qui. Avevo un sogno da realizzare, ovvero visitare i famosi Salares boliviani e questo viaggio è stata l’occasione giusta per realizzarlo.

La Bolivia è un paese che detiene diversi primati, non tutti positivi. Si tratta infatti del paese più povero del sud America con una società rigidamente stratificata. Molti contadini, soprattutto negli altipiani, vivono senza acqua corrente, riscaldamento ed elettricità, mentre nelle città più grandi come Santa Cruz e La Paz, lo stile di vita si avvicina di più a quello occidentale. E’ però il paese che vanta la città più alta del mondo (Potosì), il deserto di sale il più grande del pianeta e il lago navigabile più alto della terra (Titicaca) che condivide con il Perù.

Il primo trasferimento è stato da Puno a la Paz con un bus di linea (compagnia Tour Perù) che in circa otto ore di viaggio ci ha portati nella capitale boliviana. Abbiamo avuto un giorno per visitare questa città ma sarò onesta, non mi ha particolarmente conquistata. Proprio per questo passo subito a raccontarvi della parte che invece mi ha entusiasmata, ovvero i tre giorni spesi nella Riserva Nazionale Fauna Andina Eduardo Avaroa e nel Salar de Uyuni. E’ un percorso che si snoda nella parte sud ovest del paese, fino al confine con il Cile.

Riserva Naturale fauna Andina Eduardo Avaroa

Da La Paz, per raggiungere Uyuni, abbiamo preso preso un bus notturno molto comodo che ha reso le dieci ore di viaggio meno pesanti del previsto. Ad Uyuni siamo arrivati la mattina all’alba e, scesi dal pullman, ci ha colti un freddo pungente. Per visitare quest’area nel mese di agosto è infatti necessario attrezzarsi con capi molto pesanti perché le temperature, specialmente di notte, diventano molto rigide e, le strutture ricettive collocate all’interno della riserva, non sono provviste di riscaldamento per cui anche un buon sacco a pelo è raccomandabile.

Per il nostro tour di tre giorni ci siamo affidati ad una agenzia di Uyuni, Andrea Tours, che però non mi sento di raccomandare per alcune disattenzioni abbastanza gravi. Per fortuna il driver della nostra 4X4 era invece molto in gamba e, grazie a lui, l’esperienza è stata comunque magnifica.

Siamo quindi partiti molto presto e la prima tappa è stata il cimitero dei treni, ovvero un luogo che ospita locomotive che risalgono all’inizio del novecento, periodo in cui questa linea venne dismessa.

Abbiamo poi attraversano alcuni paesi rurali tra i quali San Cristobal e Villa Mar. Questi paesi ospitano poche famiglie che conservano le loro tradizioni rurali.

I territori che abbiamo iniziato ad attraversare ci hanno lasciato fin da subito senza fiato: abbiamo infatti goduto della vista di sterminate pampe arbustive, deserti, vulcani, placide vigogne al pascolo e lagune dai colori abbaglianti che ospitavano sterminati gruppi di fenicotteri. Il tutto ad un’altezza superiore ai 4000 mslm!

La prima laguna che abbiamo incontrato sul nostro tragitto la Laguna Capina (4650 mslm) dove si realizza l’estrazione di Borax. Ci siamo poi spostati raggiungendo il Deserto di Dalì, chiamato così per via del complesso di rocce vulcaniche dalla  forma bizzarra che ricordano i tratti artistici del famoso pittore/scultore. Dal deserto di Dalì si può ammirare il Cerro Amarillo, una montagna dai colori cangianti che si eleva oltre i 5000 metri di altezza.

La nostra prima giornata nella Riserva Eduardo Avaroa si è conclusa con la magnifica visione della Laguna Verde, adagiata nella parte sud occidentale del territorio boliviano, e con la visita, quasi in notturna, alla zone dei geyser. La Laguna Verde deve il suo nome proprio al fatto che le sue acque presentano questa colorazione smeraldo dovuta all’elevata concentrazione di piombo, zolfo, arsenico e carbonato di calcio. Le spioventi montagne che la circondano creano la perfetta cornice ad un paesaggio già di per sé magnetico.

Molto emozionante è stato anche aggirarsi in mezzo a numerosi geyser situati ad una altezza di 4920 mslm, al calare della luce con l’aria che ormai si era fatta molto pungente.

Per la notte abbiamo sostato al Hospedaje Huayllajara, spartano ma molto pulito, il quale offre una sala comune scaldata con una stufa a legna e camerate con bagni condivisi senza riscaldamento.

Mi rendo conto che, nel raccontare di questi posti, le parole fluiscono da sole, per cui credo che sia decisamente meglio che io dedichi un altro articolo al proseguo di questa avventura boliviana così da dedicare il giusto spazio a luoghi di tale bellezza.

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