Viaggio nella Norvegia del nord in cerca di paesaggi straordinari

I luoghi straordinari sono quelli che vanno al di là di quello che ci aspettiamo, sono quelli in cui non importa veramente il programma di viaggio, perché basta fermarsi a caso e lasciarsi afferrare dal paesaggio. I luoghi straordinari sono tali perché sono estranei a tutto ciò che abbiamo visto o immaginato, sono in qualche modo estremi, capaci di entrarti dentro, per lasciare un segno profondo. La Norvegia del nord è lontana dal mondo ordinario, quello di ogni giorno, lontana dai paradisi tropicali, dalle vacanze estive, è un mondo a sé che consiglio a tutti di visitare almeno una volta nella vita.            norwaytbnet

Alcuni viaggi li sogni per anni, altri ti si presentano all’improvviso ma nel primo momento non ne cogli il senso, quasi preferiresti essere altrove. Il grande Nord, quello della Scandinavia o dell’Islanda, non mi hai mai attratto particolarmente. Certo, le aurore boreali, il sole di mezzanotte, i fiordi, immagini quasi comuni, evocazioni di questo mondo lontano, hanno toccato anche me, però solo di sfuggita e per breve tempo. Basta però arrivare qui, nella Norvegia del nord, e gettare un’occhiata fuori dal finestrino dell’auto o del bus che porta in hotel, per capire immediatamente che il fascino di queste terre va oltre i luoghi comuni.

Narvik, Nordland, Norvegia, Norvegia del nord

Le parole sono sempre strumenti difficili, cornici troppo strette dove far entrare emozioni e visioni. Qualcuno si accontenta di un “wow”, di un “bellissimo” ma nemmeno queste espressioni bastano davvero. Io cercherò come posso di raccontarti le mie impressioni, di condurti lungo le coste frastagliate, ascoltando il rumore delle onde dell’Oceano che bussano su queste terre estreme, di portarti lontano, oltre l’idea del freddo, verso quella meraviglia che si crea ogni attimo, scorgendo una montagna che scende improvvisa nel mare, un fiordo che si apre o un raggio di sole che cambia completamente il paesaggio.

La prima idea che la Norvegia del nord risveglia in noi che abitiamo in Italia è il freddo. Immagini glaciali vengono subito alla mente. La realtà è per fortuna più mite, grazie alla corrente del Golfo del Messico, che rende queste zone molto più calde di quelle che si trovano alla stessa latitudine, in Finlandia o in Russia ad esempio. Metà marzo è ancora inverno ma non molto più rigido di quello che si potrebbe trovare nelle nostre Alpi, oltre i 1000 metri di altezza. Anche la luce solare è molta, perché dopo febbraio cresce velocemente, molto più che da noi.

 Nordland, Norvegia, Norvegia del nord

Non servirà quindi riempire la valigia di vestiti tecnici da trekking, saranno sufficienti alcuni capi invernali, adatti ad affrontare temperature che oscillano tra -6 e +3. Cos’altro potrebbe servirti? Un cavalletto per tenere fissa la tua macchina fotografica. Marzo è infatti ancora il periodo giusto per fotografare le aurore boreali, fenomeno che la scienza ci spiega da più di un secolo ma che verrebbe voglia di comprendere solo attraverso i miti del nord.

Quello che poi ti servirà veramente è lasciarti andare, non avere fretta, essere paziente se il programma può saltare per condizioni climatiche avverse. Quello che diventa di colpo tempo libero, può essere una sosta improvvisa lungo una strada, sulla riva dell’Oceano. Un pugno di case colorate circondate da alte cime granitiche, protese verso onde agitate dal vento polare, ripagano di ogni contrattempo.

Bleik Beach, Andøya, Nordland, Norvegia, Norvegia del nord

Quello che puoi fare qui è molto, legato generalmente alla natura, come l’osservazione di protagonisti e fenomeni rari: le balene, le aquile di mare o le aurore boreali. Non manca poi la storia che si incarna in quel popolo quasi mitologico, che oggi conosciamo anche attraverso una serie cinematografica, i Vichinghi. C’è anche la storia più vicina, che si lega a quella delle mie terre, che prende la forma di pesci appesi su delle strutture di legno, i famosi stoccafissi delle isole Lofoten.

Come una favola raccontata sul far della notte, decido però di fermarmi qui, creando una pausa, evocando il desiderio di continuare presto con altri racconti, di questi luoghi fuori dall’ordinario.

 

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