Consigli di viaggio in Andalusia tra paesaggi, tradizioni ed esperienze tipiche

Un viaggio in Andalusia può essere estremamente versatile: è una regione ricca di monumenti, paesaggi accattivanti, gastronomia, storia, costa e divertimento.

QUANDO ANDARE IN ANDALUSIA?

È consigliabile  realizzarlo in un periodo non estivo, non come ho fatto io, per ben due volte, nella mia esperienza di viaggiatrice. Ci sono però delle condizioni che posso rendere anche in estate un viaggio in questa regione una possibile meta. Se Cordoba, e sopratutto Granada, sono due tappe assolate, affollate, conosciute e turistiche in cui la calura non da tregua, ci sono angoli di questa regione che possono essere visitati in ogni periodo dell’anno e che permettono soste gradevoli, con temperature calde ma tollerabili, anche in estate.

ITINERARIO DI VIAGGIO IN ANDALUSIA

Nel corso del mio viaggio in Andalusia ho voluto unire la visita di mete più conosciute assieme a quelle meno note, luoghi di cui sono rimasta piacevolmente colpita.

L’itinerario che forse ha più caratterizzato il nostro breve viaggio  (5 giorni di cui 3 di macchina a noleggio) è stata la scoperta di alcuni paesi a ridosso delle Sierre, denominati paesi del Pueblos Blanco. Abbiamo percorso oltre 300 km da Priego de Cordoba direzione Cadice, ma può essere adattato, accorciato, a seconda delle scelte e le esigenze.

La caratteristica di questi paesi è il cromatismo. Le facciate delle case sono bianche, le più antiche di calce, per difendersi dal sole e per questioni igieniche. L’atmosfera è quella tipica di spazi piccoli, a misura d’uomo, con il giusto turismo e la gente del luogo che segue i tempi ancora a misura d’uomo.

IL PAESAGGIO NATURALE

Il paesaggio che li circonda è mutevole e simile allo stesso tempo. Campagna, ulivi, massicci, ma anche foreste e un passo, Puerto de Boyar, che raggiunge i 1000 m di altezza offrendo una vista incantevole tra fauna e flora.  Lasciando Granada, puntando a Cadice, il paesaggio è un susseguirsi di colline con un grand numero di ulivi, ordinati, composti, maestosi. Come soldati ordinati scortano il viaggio di chi comodamente segue le strade larghe e assolate perso dentro a un profilo fisico che fa scorgere le catene montuose delle varie Sierre.

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Montagne non altissime, rocciose, di colore sfuggente, hanno avvolto con discrezione il percorso che ci ha condotto prima a Priego de Cordoba, poi da Ronda, fino a Arcos de la Frontera.  Diverse possono essere le tappe possibili, dipende dal tempo che si vuole investire. La distanza non è eccessiva fra una paese e l’altro, le soste possono richiedere alcune ore o più, basta non dimenticare di calarsi nella loro atmosfera, fra la natura, la storia, la calma quasi irreale che li attraversa, sopratutto nelle ore centrali del giorno.

PRIEGO, RONDA, GRAZALEMA E ARCOS

Priego del Cordoba: leggo di questo paese nella guida del National Geographic. Non so se perché è il primo fra quelli che ho visitato, o perché oggettivamente ha qualcosa che lo rende più accattivante ma, se dovessi stilare una classifica, Priego è il paese che più mi ha colpito.

Salire per le sue strade, affacciarsi dal belvedere, scorgere ed immergersi nel suo incantevole Barrio è stato un piacevole battesimo in terra andalusa. Come per gli altri Pueblos Blanco c’è, a Priego, poco e – allo stesso tempo – tanto da fare.

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Priego del Cordoba – le fontane

Sedersi, come ho fatto io, a un bar all’ombra, magari accanto alla Fuenta de Rey con le sue 139 bocche che testimonia la ricchezza di acqua in questa zona, a godersi il fresco in quella che avevo creduto una Spagna molto più calda. Passeggiare per le sue vie ed ammirare i palazzi dalle facciate barocche, scoprire i suoi monumenti, le chiese e le stradine del Barrio, bianche, immacolate, come tutte quelle dei paesi del Pueblo Blanco.

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Priego del Cordoba – le case

Qui, ai muri immacolati, sono appese icone, fiori, simboli religiosi, vasi; poi qualche discreto negozio di souvenir e gatti che sonnacchiosi si godono gli spicchi di ombra davanti alle porte di casa dei loro padroni. L’anima di Priego è un mosaico di acqua, luce, palazzi, facciate, fiori, vasi attaccati ai muri, ulivi e Sierra. Priego è uno scrigno ricco nella sua estetica semplicità.

Ronda: è una città fra le più conosciute di questo percorso. Il suo fascino sta in molteplici aspetti. Compare aggrappata nella roccia, si affaccia su diversi balconi nel paesaggio delle Sierre e si stratifica nei secoli su strade acciottolate, piazzette, bagni, chiese, facciate. Ronda è, fra i paesi del Pueblo, forse la più turistica ma il suo non è un turismo troppo chiassoso e si disperde fra le vie in salita e discesa, alla ricerca dei punti panoramici migliori che ricordano, a chi la solca, dove essa si erge.

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Ronda – El Tajo

Grazalema: siamo arrivati a Grazalema all’ora di pranzo. Il paese si preparava a una festa, di quelle dove si accendono le luci e che la gente del luogo, immagino, non vede l’ora di rivivere ogni anno, rinnovando la tradizione. Il nucleo storico di Grazalema è composto da poche vie, limitrofe alle piazzette, e dalla chiesa principale. Una statua commemora la tradizione delle corride; la Sierra la circonda.

Grazalema è un colpo d’occhio di muri bianchi con i tetti rossi che mi ha fatto tornare per ben due volte con la macchina in un punto per poter scattare una foto che è diventata per me la slide del mio ricordo di questi paesi, di questo viaggio, del sole che illuminava, la luce che accendeva i colori e non colori, la dolce brezza che, nonostante tutto, soffiava e ci faceva stare bene. Non c’è molto altro da commentare: arrivare a Grazalema è stato per me, essere nel cuore dei Pueblos blanco.

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Grazalema

 

Arcos della Frontera: è stato il nostro ultimo paese. Potevamo fare altre scelte ma questa non ci ha deluso. Percorrere il corso costellato di negozi chiusi alle 17 ci ha ricordato ancora una volta i tempi andalusi e in quella strana atmosfera beneficiando delle correnti che ogni tanto incrociavamo passando vicino ai vicoli, abbiamo raggiunto la chiesa principale Santa Maria adiacente al castello. La sua facciata originale, in cima alle scale, maestosa, irradiata dal sole è calda ed accogliente  per natura, forma, linearità.

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Arcos della Frontera – la Chiesa di Santa Maria

RITMI DI VITA ANDALUSA E CIBO TIPICO

Nei paesi meno noti è facile trovarsi a mangiare in posti veramente poco turistici, incoraggiati ad entrare dalla gente del luogo che, non troppo abituata ai turisti, ti chiede “Comida?”.

Qui, accanto al bancone, gli uomini passano il loro tempo conversando con il tipico chiasso spagnolo, guardando in TV film datati che ricordano quelli che guardavano i nostri nonni e dove alle pareti ci sono i simboli e le foto delle rappresentazioni della settimana santa, periodo in cui l’Andalusia dicono essere splendida attraversata dalla fervente religione e le sue tipiche rappresentazioni.

Progettando un viaggio in questa terra, non pensiamo solo dunque ai suoi luoghi più famosi (ad es la Mezquita di Cordoba o l’Alhambra a Granada) monumenti certamente mirabili ma anche tanto pieni di quel turismo che rendono strade e scorci tristemente uguali a tanti altri.

Questi paesi nella loro bianca semplicità, il loro tempo e la loro luce possono essere una ricca alternativa per conoscere un autentico angolo di Spagna.

Due consigli culinari, lontani entrambi dal turismo di massa, autentici, economici:

  • sulla rotta dei Pueblos Blanco. Autentica atmosfera andalusa, tra il sacro ed il profano: El mirador de la Plaza

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  • a Granada, adiacente al nostro comodo e centrale hostal, l’omonimo ristorante. Ottime ed economiche tapas atmosfera familiare. Molto frequentata, nessun turista: Casa Salvador

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