I luoghi della Seconda Guerra Mondiale in Abruzzo

Si sa che l’Italia in tempo di guerra era divisa orizzontalmente dalle Linee Gustav, a sud, e Gotica, a nord. Poco però si conosce dei luoghi percorsi da queste, in particolar modo quelli nell’entroterra, ed è per questo che oggi voglio prender in considerazione alcuni centri percorsi dalla Linea Gustav in territorio abruzzese.

Le vie in ricordo della II Guerra Mondiale in Abruzzo, così potremmo definire questo percorso che da Gessopalena scende verso Ortona a Mare. Ma cosa vedere? Quali i punti di riferimento? Cosa successe esattamente?

L’Abruzzo è una regione di mezzo e come tale era considerata sia da tedeschi che Alleati che usarono diversi centri sulla costa e in collina come avamposto di attacco o difesa. In questo post sei saranno i luoghi che prenderò in considerazione, ma ottocento parole non bastano a raccontare quanto le testimonianze e le targhe ci hanno lasciato, ci si prova però.

Gessopalena e Torricella Peligna

Oggi due paesi di 1433 abitanti il primo e 1371 il secondo, situati nella sponda orientale del Parco Nazionale della Maiella. Dopo l’8 Settembre 1943 Gessopalena, Torricella Peligna e numerose contrade di questi due comuni furono messe a dura prova dai tedeschi che occuparono numerose masserie, sfrattando i legittimi proprietari derubandoli dei propri beni. Gessopalena, già provata dal terremoto del 1933, fu completamente distrutta nel Dicembre 1943 dalle truppe tedesche, che minarono il paese e costrinsero gli abitanti a ricostruirlo dove sorge oggi.

Diverse contrade, come quella di Coccioli, subirono razzie; a Sant’Anna toccò invece la sorte peggiore: il 21 Gennaio 1944 persero la vita 43 persone sotto le esplosioni delle bombe a mano lanciate dalle SS contro una masseria dove furono rinchiusi anziani, donne e bambini. Dopo questi continui soprusi numerosi uomini di questi comuni decisero di dare vita alla formazione partigiana della Brigata Maiella.

Del vecchio borgo medioevale di Gessopalena oggi sono visitabili i resti proprio sopra il nuovo paese, il panorama collinare è sempre suggestivo, specie quando è innevato. Presso Sant’Anna sorge, invece, un cippo commemorativo e oltre la galleria nei pressi della Grotta del Cavallone, a Palena, è possibile rendere omaggio al sacrario della Brigata Maiella.

Guardiagrele

Questo centro fu più volte bombardato. Le zone interessate furono quella di San Francesco, dove le bombe distrussero alcuni abitati poco distanti dal chiostro francescano e dalla chiesa di San Nicola, e la zona di Largo Garibaldi dove oggi, su di una casa adiacente ai giardini pubblici, è posta una targa a ricordo.

Orsogna

Sui colli tra Crecchio, Tollo e Ortona si erge Orsogna, teatro di battaglia tra il 2 e il 24 Dicembre 1943. Quattro scontri in campo aperto durante l’inverno che videro schierati Alleati, la maggior parte neozelandesi, e tedeschi. I primi con il compito di raggiungere Chieti al più presto e liberarla, i secondi quello di tenere i nemici in scacco.

Buona parte della città fu distrutta dagli ingenti bombardamenti, oggi è insignita della medaglia d’argento al valor civile. Una targa a ricordo è posta nella piazza principale.

Ortona

La grande battaglia si svolse però ad Ortona, cittadina sul mare che nel 1943 non fu soltanto porto di partenza del re, ma la battaglia che qui si svolse le annoverò il soprannome di “Piccola Stalingrado” segno che i tedeschi non soltanto avevano imparato la lezione inferta loro dai russi, ma l’avevano rimessa in pratica proprio nella cittadina baluardo della Linea Gustav sull’Adriatico per tenere in scacco gli Alleati che tentavano la risalita della penisola.

In ricordo della battaglia di Ortona e di quella del Sangro, in località San Donato e a Torino di Sangro sorgono oggi due cimiteri militari curati dal Commonwealth, il primo canadese con 1665 caduti, il secondo inglese con 2617 caduti. Gli Alleati che combatterono ad Ortona erano per la maggior parte di nazionalità canadese ed al museo dedicato alla battaglia, sito in città in Corso Garibaldi 1, si possono vedere non soltanto le loro uniformi e gli armamenti, ma anche numerose testimonianze.

Moltissime sono poi le targhe presenti nelle frazioni e in città, da poco è stato infatti inaugurato un percorso contrassegnato da cartelli che raccontano i fatti avvenuti sul luogo in cui questi sono stati posti, con un confronto ieri/oggi e testimonianze, il tutto scritto in italiano ed in inglese. Due di questi sono ben visibili in città nei pressi della basilica di San Tommaso Apostolo e della chiesa di San Francesco, strade che nel 1943 erano un crocevia di soldati e carro armati.

Un percorso, questo, che insegna e segna, da svolgere con attenzione e con qualche minuto di silenzio, meditando per quanto si possa su quanto è stato.

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