Cosa fare a Ravenna in un giorno

La tappa scelta per spezzare dalla monotonia del viaggio di ritorno dalle vacanze quest’anno è stata Ravenna e mai decisione poteva essere più interessante.

Ravenna sono tante piccole piastrelline colorate che brillano di luce propria e accolgono il turista in un caldo abbraccio. È la pasta fresca condita dal forte e simpatico accento romagnolo. È la firma lasciata da grandi re del passato.

La città, così come Ferrara e in parte anche Bologna, è il regno delle biciclette, ma anche i pedoni non se la passano male: il centro è tutta zona pedonale e la segnaletica sia turistica, sia stradale sanno ben guidare il visitatore per  tutta la città, che si può visitare tranquillamente, senza corse ne fatica, in una giornata. Io l’ho fatto e vi spiego come e cosa vedere.

Il mio consiglio è quello di posteggiare la macchina in uno dei tanti grandi parcheggi attorno alla città, uno tra i più economici si trova antistante il Museo Archeologico Nazionale, proprio in zona San Vitale; mentre nei pressi del duomo ve ne è un altro, che vi consiglio specie per la vicinanza con Passione Pasta, una piccola bottega a conduzione famigliare dove poter sia gustare buonissimi primi piatti della tradizione, sia comprare dell’ottima pasta fresca.

COME HO SCELTO DI MUOVERMI

Ho iniziato la visita proprio dal duomo e dal Battistero Neoniano a lui adiacente, qui ho comprato il biglietto che mi ha permesso di visitare non solo il monumento già citato, ma anche il Museo e la Cappella Arcivescovile, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placida.

Il tutto costa euro 9. 50, ridotto 8.50 e si può acquistare presso qualsiasi luogo sopra citato. Ho poi proseguito verso il museo, che è situato proprio alle spalle del duomo, e oltre alla collezione archeologica ed ecclesiastica che espone steli, mitrie, dipinti e crocifissi, il particolare degno di nota è proprio la cappella, non solo per i suoi splendidi mosaici, ma anche per la pendenza del pavimento, che denota il fatto che la città stia pian piano sprofondando: la sensazione lì dentro è pari sia a quella provata durante una brutta ubriacatura, sia al gioco di oscillazioni fatto dalla casa di Prezzemolo a Gardaland!

Lasciato alle spalle il complesso del duomo, sono arrivata alla zona Dantesca che ospita non soltanto la tomba del sommo poeta, ma anche il chiostro francescano e la chiesa dedicata al patrono d’Italia dove, all’interno di essa, si può ammirare la cripta sommersa dall’acqua, ospitante diversi mosaici. E se la cappella arcivescovile ci mostra gli effetti dall’alto, qui si denotano dal basso e si ha proprio la prova effettiva del fatto che Ravenna sia stata costruita sotto il livello del mare.

Si è continuato poi verso Sant’Apollinare Nuovo, basilica ben famosa per i suoi tre cicli mosaici che narrano scene del Nuovo Testamento, dove Cristo è il protagonista più importante; cortei di santi e sante guidate da Sant’Eufemia; ben trentadue profeti a richiamare la solidità delle Sacre Scritture.

Importante qui anche la piastrellina raffigurante l’imperatore Giustiniano, che dopo essersi instaurato in città la riconsacrò al culto cattolico e a San Martino di Tours.

Prima di proseguire con i monumenti mancanti riportati sul biglietto, ho fatto una deviazione verso il Battistero degli Ariani, anch’esso patrimonio Unesco come San Vitale, il mausoleo di Galla Placida e quello di Teodorico. Un euro per entrare nella costruzione voluta da Teodorico per dividere il culto ariano da quello riconosciuto dall’Impero Romano d’Oriente, e per gustarsi con gli occhi la cupola decorata a mosaico che mostra il battesimo di Cristo, contornato inferiormente dai dodici apostoli.

Gli altri tre siti dell’Unesco appena citati sono stati gli ultimi ad essere visitati, il Mausoleo di Galla Placida si trova all’interno del complesso di San Vitale ed ospita tre sarcofagi, i due laterali di appartenenza a Costanzo III e Valentiniano III, quello centrale di Galla Placida, anche se non è certo che l’imperatrice sia effettivamente tumulata qui. La Basilica di San Vitale, poi, è stato un vero colpo al cuore per la sua bellezza. Mosaici, arcate, dipinti, l’immensità fatta e finita, di cui i libri di storia dell’arte parlano, senza però renderle giustizia.

È molto raro che una chiesa mi susciti emozioni per quello che è, fino a qualche giorno fa soltanto la Sagrada Famiglia di Barcellona era riuscita a toccarmi così tanto, San Vitale ha fatto lo stesso.

Nello stesso complesso, ma con un biglietto a parte, è possibile visitare il museo archeologico nazionale, mentre appena fuori vi è la chiesa di Santa Maria Maggiore, che ospita la cappella dedicata alla Madonna dei Tumori.

Il Mausoleo di Teodorico si trova verso la zona portuale ed il mio consiglio non è soltanto quello di raggiungerlo in auto, ma anche quello di lasciarlo come ultimo monumento da visitare, proprio perché fuori rispetto a tutti gli altri. Circondato da un parco pubblico, è visitabile internamente con un biglietto di 4 euro, ma l’interno della costruzione è vuoto, si dice infatti che le spoglie del re ostrogoto siano state trafugate e portate lontano per preservarle al meglio ed evitare che fossero disperse da eserciti nemici.

Un città, Ravenna, che entra di diritto nella mia top 10 delle città che ritengo tra le più belle dell’Emilia – Romagna. Visitatela e godetene tutti.

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