8 borghi da visitare lungo i cammini del Lazio

Lazio, terra ancora poco conosciuta ma dal fascino senza tempo. Sono molti i cammini che si snodano lungo l’intero territorio laziale: dalla Via Francigena al Cammino di San Benedetto per poi passare lungo il Cammino di San Francesco.

Il nostro tour “Borghi in cammino nel Lazio” – in collaborazione con la Regione Lazio e Garden Tours-PromoTuscia – ci ha permesso di conoscere alcuni tra i borghi e i luoghi più belli della regione, che non hanno nulla da invidiare alla storia e al patrimonio artistico della Città Eterna, Roma.

Ecco per voi gli otto borghi visitati all’insegna del turismo slow, religioso ed enogastronomico.

CORI

Lungo la Via Francigena del Sud, in provincia di Latina, sorge il borgo di Cori.

Incorniciato tra i Monti Lepini e circondato da vasti vigneti, il suo centro storico appare ben conservato e ricco di storia.

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Centro storico di Cori

Le sue mura poligonali costruite a grandi blocchi senza l’utilizzo della malta risalgono alla lontana e perduta epoca classica (V sec. a.C.).

Tra le architetture da non perdere e annoverate nella cerchia dei monumenti nazionali ci sono:

  • l’Oratorio della SS. Annunziata;
  • il Tempio di Ercole.

Oratorio della SS. Annunziata

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Oratorio della SS. Annunziata

La sua costruzione iniziò probabilmente intorno al 1410 e per la bellezza e conservazione dei suoi affreschi è soprannominata la “Cappella degli Scrovegni del basso Lazio”. L’interno appare completamente affrescato con diverse scene dell’Antico e del Nuovo Testamento ma in momenti storici differenti come testimonia la presenza di diversi stemmi dipinti.

Tempio di Ercole

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Tempio di Ercole, Cori

È un tempio costruito in travertino al di sopra delle mura poligonali. Erroneamente chiamato “di Ercole” – per via dell’iscrizione “Erculi sacrum” – si pensa sia stato dedicato ad una divinità femminile grazie al ritrovamento di ex voto in terracotta che rappresentavano per lo più parti anatomiche. A prima vista sembrerebbe in stile ionico perché molto slanciato, ma in realtà, è classificato come dorico italico. Il campanile laterale è tutto ciò che rimane dell’adiacente Chiesa di S. Pietro che venne completamente rasa al suolo a seguito di un bombardamento avvenuto nel gennaio 1944.

Non annoverato tra i monumenti nazionali ma comunque degno di nota è il Complesso monumentale di Sant’Oliva.

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Complesso monumentale di S. Oliva, Cori

Esso sorge su una piazza panoramica che affaccia sul pianeggiante Agro pontino. Comprende la Chiesa dedicata a S. Oliva di Anagni, la Cappella del Crocefisso, il Convento degli agostiniani e il Chiostro. Tutti elementi non contemporanei, ma che racchiudono ben 2000 anni di storia.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere sul territorio la grande tradizione vinicola che risiede all’interno dell’Azienda agricola Marco Carpineti.

Azienda agricola biologica Marco Carpineti
Azienda agricola biologica Marco Carpineti

L’azienda si definisce biologica per via di quattro importanti elementi che la caratterizzano:

  1. non si utilizzano pesticidi ed erbicidi di origine chimica;
  2. si applica un’agricoltura biodinamica attraverso i metodi naturali del cornoletame e del cornosilicio;
  3. i vigneti non sono irrigati artificialmente;
  4. si utilizzano i cavalli da tiro che attraverso la pressione dei loro zoccoli riescono, in modo naturale, a dissodare il terreno e garantire una maggiore permeabilità.

Per godere della quiete del borgo e star lontano dall’assordante caos cittadino, vi consiglio di passare la notte all’interno del B&B Residenza 1642, un grazioso appartamento, interamente ristrutturato all’interno di un palazzo risalente al XVII secolo.

IL GIARDINO DI NINFA

Ai piedi dei Monti Lepini sorge il Giardino di Ninfa, un luogo magico dichiarato Monumento Naturale della Regione Lazio nel 2000.

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Torre Caetani nel Giardino di Ninfa

Il nome di questo antico borgo deriva dalla presenza di un tempio di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive.

Il centro aveva un’importanza strategica per via della vicinanza di tre assi viari: l’Appia, la Pedemontana e la Via Francigena del Sud.

Il giardino nasce nel 1921 ad opera della famiglia Caetani all’interno dell’antica cinta muraria della città, che dopo la sua ultima distruzione – avvenuta nel 1384 – non fu più ricostruita e venne abbandonata dai suoi abitanti a causa della malaria che imperversava nelle pianure pontine.

Oggi appare come un’oasi di pace e tranquillità in tutte le stagioni. Il silenzio prevale tutt’intorno, i profumi intensi della natura sono onnipresenti. Lo scorrere lento del fiume Ninfa accompagna il visitatore e il foliage tipico del periodo autunnale aumenta le mille sfumature già presenti nel giardino.

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Giardino di Ninfa

Una sua peculiarità è rappresentata dalla presenza di reperti archeologici romani e dei resti dell’antica Ninfa. Tra gli edifici più importanti è da ricordare la Chiesa di S. Maria Maggiore perché è l’unico edificio religioso al di fuori di Roma e Avignone dove fu incoronato papa Alessandro III.

Il Giardino è visitabile solo in alcune date stabilite attraverso visite guidate al fine di preservare il suo delicato equilibrio ambientale. Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale.

SERMONETA

Non lontano da Ninfa, arroccata su una collina, Sermoneta abbraccia la pianura pontina.

Dopo una ricca pausa pranzo con prodotti tipici presso l’Agriturismo La Valle dell’Usignolo, appare subito evidente la bellezza del borgo.

Archi in pietra, negozi di artigianato, strade lastricate. Ogni angolo profuma di storia.

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Centro storico di Sermoneta

Una storia antica narrata dai due dei luoghi più affascinanti del paese:

Il Castello Caetani

Maestoso, il castello domina l’intero borgo e la pianura sottostante. Fatto costruire agli inizi del Duecento dalla famiglia Annibaldi, doveva servire da fortezza militare per via della posizione strategica tra Roma e Napoli.

Il maniero conobbe diverse dominazioni: dai Caetani ai Borgia, che contribuirono alla costruzione di quella che è oggi l’architettura globale del castello.

Le aree che hanno particolarmente attirato la nostra attenzione sono state le scuderie, dove hanno girato alcune scene del famosissimo film “Non ci resta che piangere”, le Camere Pinte, chiamate in questo modo per la presenza di affreschi ben conservati attribuibili probabilmente ad un’artista appartenente alla scuola del Pinturicchio, la Sala dei Baroni, in cui si tenevano banchetti e le torri Maschio e Maschietto, che si collegano al camminamento di ronda esterno per poi proseguire all’interno della lunga batteria, un tunnel scavato nelle mura di cinta che si collega alla Piazza d’Armi.

Per informazioni più dettagliate sulla visita e il costo del biglietto, vi consiglio di vistare il sito della Fondazione Caetani.

La Loggia dei Mercanti

Costruita nel 1446 per volontà di Onorato Caetani, è stata per moltissimo tempo sede del comune. In essa si tenevamo scambi commerciali e assemblee popolari in cui si prendevano decisioni sulla politica e le sorti del paese.

Una curiosità su questa struttura è quella di essere stata il set di una delle scene più famose del film “Non ci resta che piangere”, nella quale un frate gridava più volte a un impacciato Massimo Troisi: “Ricordati che devi morire!”.

ANAGNI

Continuiamo il nostro viaggio sempre lungo la Via Francigena del Sud e precisamente approdiamo in terra ciociara, nella Città dei Papi, Anagni.

Dopo aver cenato presso la storica ed elegante Tenuta di Vico Moricino e aver passato la notte nel confortevole B&B 900, la nostra mattinata è stata scandita dalla visita di tre tra le più importanti architetture della città:

Il Palazzo Comunale

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Palazzo comunale di Anagni

Costruito a metà del XII secolo per volere di Jacopo da Iseo, giunto ad Anagni accompagnato da una delegazione della Lega Lombarda, è un luogo molto importante nella vita civile della città. Si sviluppa in due piani: il primo caratterizzato da un porticato formato da otto arcate in pietra che collegava la via principale della città con la parte posteriore dell’edificio e un secondo occupato dalla vasta Sala della Ragione.

La Cattedrale di Anagni e il Museo

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Cattedrale di Anagni

La Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta è uno degli esempi più importanti del paese di architettura romanica mista ad elementi gotici del XIII secolo. Il suo interno è diviso in tre navate e una delle sue particolarità risiede nel pavimento a mosaico in stile cosmatesco.

Il Museo, adiacente alla Cattedrale, segue un particolare percorso che attraversa diversi ambiente tra i quali quelli più singolari e affascinanti sono risultati l’Oratorio e la Cripta di San Magno.

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La Cripta di San Magno, Cattedrale di Anagni

L’Oratorio è dedicato a San Thomas Becket e ha conservato la struttura tipica di un mitreo. In esso è visibile un particolare ciclo pittorico raffigurante scene dell’Antico e del Nuovo Testamento ed episodi riguardanti la vita del Santo a cui è dedicato. La Cripta, invece, rappresenta un ambiente molto suggestivo e solenne, in cui sono ben conservati affreschi realizzati in stili molto diversi. La loro particolarità è che accanto a figure sacre sono state rappresentate anche scene riguardanti tematiche filosofiche.

Il Palazzo di Bonifacio VIII

Questo austero palazzo è famoso perché ospita la Sala dello Schiaffo.

L’ambiente è chiamato in questo modo perché protagonista di un episodio memorabile del Medioevo europeo, meglio conosciuto come lo “Schiaffo di Anagni”.

Il 7 settembre 1303 Giacomo Sciarra Colonna, sostenitore del re di Francia Filippo IV, entrò ad Anagni chiedendo le dimissioni di papa Bonifacio VIII dal soglio pontificio. Il papa ovviamente si rifiutò, riconoscendo in Sciarra il primogenito di Satana.  Ciò provocò l’ira del Colonna che non riuscì a trattenersi e schiaffeggiò il papa.

SUBIACO

Immersa nella natura rigogliosa dei Monti Simbruini, Subiaco è una delle tappe più importanti del Cammino di San Benedetto.

Non lontano dal suo grazioso centro storico, è possibile visitare due luoghi di fede molto conosciuti:

Il Monastero del Sacro Speco o Monastero di San Benedetto

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Monastero del Sacro Speco, Subiaco

Il Monastero di San Benedetto sorge maestoso sull’Alta Valle dell’Aniene e rappresenta, dal punto di vista architettonico, un ottimo esempio di unione tra struttura e roccia circostante.

Esso si divide in due chiese sovrapposte, caratterizzate da affreschi straordinari e ben conservati.

La chiesa inferiore è degna di nota perché ospita la famosa grotta in cui San Benedetto si rifugiò per vivere per ben tre anni da eremita.

Il Monastero di Santa Scolastica

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Monastero di Santa Scolastica a Subiaco

Il Monastero di Santa Scolastica, invece, si trova più a valle. È il più antico monastero benedettino in Italia e nel mondo e l’unico che ospita all’interno della sua biblioteca il De Civitate Dei di Sant’Agostino, la prima opera stampata in Italia con il metodo di Gutenberg.

Per gli orari di visita dei monasteri e per maggiori informazioni potete collegarvi al sito di Subiaco Turismo.

Nei pressi del Monastero di Santa Scolastica, non perdetevi la passeggiata per visitare il Laghetto di San Benedetto. Attraversando un ponte di legno al di sopra delle impetuose acque del fiume Aniene, si attraversa un fitto bosco di salici e pioppi sino ad arrivare in pochi minuti al placido specchio d’acqua. Una delle caratteristiche che rende questo luogo speciale è l’atmosfera soffusa e quasi surreale dovuta alla presenza di una cascata che si insinua tra le rocce per alimentare successivamente il lago stesso.

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Laghetto di San Benedetto, Subiaco

Qualora decideste di passare una o più notti a Subiaco, uno dei borghi più belli d’Italia, il consiglio è quello di soggiornare presso la Residenza La Gemma, un B&B molto elegante suddiviso in tre mini-appartamenti, dotati di bagno privato, angolo cottura, TV al plasma, Wi-fi e frigo bar.

È stata costruita in un edificio medievale e si trova lungo le sponde del fiume Aniene e a pochi passi dal centro storico di Subiaco.

L’ABBAZIA DI FARFA E IL BORGO DI FARA IN SABINA

Tra rigogliosi oliveti, nell’antico territorio della Sabina, si snoda l’importantissimo Cammino di San Francesco. Proprio accanto al sentiero, visibile e ben segnalato, si erge imponente l’Abbazia di Farfa.

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Abbazia di Farfa

Fondata nel VI sec. da S. Lorenzo Siro, con il passare del tempo, i monaci fecero nascere intorno alle mura dell’abbazia un vero e proprio borgo, dove si viveva principalmente di un’economia di sussistenza e di artigianato.

La chiesa, fulcro della struttura abbaziale, ospita – al di sopra del portale di accesso – un particolare Giudizio Universale dipinto con la rara tecnica di olio su muro.

Accanto alla chiesa è possibile, inoltre, visitare:

  • la biblioteca, ricca di pezzi unici e molto antichi;
  • il museo civico sezione medievale, dove grazie all’arte di Lele Luzzati e Guido Fiorato, è rappresentata in chiave fantastica la storia dell’abbazia e del borgo di Fara in Sabina.

Tra tranquilli e stretti vicoli che si inerpicano in collina, Fara in Sabina sorveglia pacifica l’Alta Valle del Tevere.

Risalendo la via principale siamo arrivati nella parte alta del borgo occupata dalla Collegiata di S. Antonio.

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Collegiata di S. Antonio, Fara in Sabina

La nostra mattinata termina con una veloce visita presso il Museo del Silenzio che sorge all’interno del Monastero delle Clarisse Eremite e il Museo civico archeologico che ospita un antico trono di terracotta rosata, appartenente a un re guerriero sabino.

TUSCANIA

Ritorniamo lungo la Via Francigena, nel cuore della Tuscia.

Il grazioso borgo di Tuscania appare ai nostri occhi tranquillo e accogliente.

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Tuscania

Come Roma si estende su sette colli, anche Tuscania può vantare di essere stata fondata su sette promontori di roccia tufacea. Le sue origini sono leggendarie: alcuni sostengono che fu fondata da Ascanio, figlio di Enea e altri, invece, da Tusco, figlio di Ercole e Araxe, regina degli Sciiti.

Al di fuori del centro storico non può mancare una visita alla Chiesa di San Pietro e a quella di Santa Maria Maggiore.

La Chiesa di San Pietro sorge sul colle omonimo, probabile sede di una necropoli etrusca. È in stile romanico-lombardo e appare circondata dal Palazzo dei Canonici e da antiche mura difensive interrotte dalle possenti torri di difesa. La prima cosa che balza all’occhio è il forte contrasto della facciata dovuto all’accostamento del marmo bianco con il marrone scuro del tufo.

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Chiesa di S. Pietro a Tuscania

La Chiesa di Santa Maria Maggiore, invece, si trova alle pendici del Colle San Pietro. La sua torre campanaria appare completamente distaccata dal corpo centrale e una delle sue caratteristiche più importanti è la posizione del Giudizio Universale: esso, infatti, è un affresco rappresentato in corrispondenza dell’abside e non al di sopra del portale come avviene nella maggioranza dei casi.

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Chiesa di Santa Maria Maggiore a Tuscania

Se avete voglia di gustare una cucina ricercata in un ambiente di charme la scelta deve assolutamente ricadere sull’Abbazia di San Giusto, un luogo immerso nella pace e nel verde della natura.

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Abbazia di S. Giusto a Tuscania

Per il pernottamento, invece, vi consiglio il Boscolo Etoile, un albergo all’interno del borgo di Tuscania con vista sull’area archeologica di Colle San Pietro.

SUTRI

Arroccata su uno sperone di roccia tufaceo, Sutri è un piccolo borgo le cui origini risalgono all’età del bronzo.

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Vista del centro storico di Sutri

Ai piedi del centro storico percorriamo un tratto della Via Francigena del Nord molto suggestivo. Tra prati ben curati e ampie testimonianze del passato, è possibile visitare il Parco Naturale Regionale dell’Antichissima Città di Sutri.

Si parte dall’anfiteatro romano interamente costruito in tufo per poi passare alla necropoli etrusca, formata da decine di tombe rupestri risalenti al periodo che va dal VI al IV sec. a.C. e al Mitreo.

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Anfiteatro romano di Sutri

In particolare il Mitreo è una chiesa ipogea interamente scavata nella roccia e dedicata alla Madonna del Parto.

Sutri, inoltre, ospita il Golf Club Nazionale. Ci siamo cimentati in alcuni tiri senza nessun successo. Sembrava molto più semplice, in realtà non lo è. Ma come si dice: “L’importante è partecipare!”.

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Golf Nazionale a Sutri

Terminiamo il nostro tour con un pranzo presso l’Antico Borgo di Sutri, dove ci hanno deliziato tra le varie portate con il salame cotto di Sutri, riconosciuto come PAT – prodotto agroalimentare tradizionale – e i maltagliati ai fagioli di Sutri. Secondo una leggenda Carlo Magno fu tra i primi a far conoscere questo particolare legume. Si narra, infatti, che riuscì a guarire dalla gotta grazie ai fagioli di Sutri.

2 commenti su “8 borghi da visitare lungo i cammini del Lazio”

  1. Conosco di nome molti di questi posti,ma purtroppo non ne ho visitato ancora nessuno. Mi piacerebbe tanto andare a Sermoneta e ai giardini di Ninfa!

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