San Leo, la città più bella d’Italia

Anche a te – come me – capita di meravigliarti per quanta bellezza si nasconda dietro l’angolo di casa? Da qualche anno – causa lavoro – vivo a Rimini, la terra dell’ospitalità per eccellenza, conosciuta soprattutto per la movida serale. Ma, la Romagna è molto di più. E’ entroterra con le sue tradizioni, panorami e architetture da lasciare senza parole.

Oggi, tra una curva e l’altra voglio portarti a San Leo, per scoprire la storia del Conte di Cagliostro. Cosa avrà mai di tanto speciale San Leo? Beh, se Umberto Eco l’ha definita la città più bella d’Italia con due chiese e una rocca, ci sarà un perché . . . o forse più di uno.

Dimenticati che sia facile raggiungere questo paesino che conta solo poco meno di 3 mila abitanti. C’è un autobus che lo collega da Rimini, ma assai preferibile è raggiungerlo in auto, tramite la strada provinciale. Alla penultima curva, prima di essere in città, quello che più colpisce è la fortezza che si erge sullo sperone di roccia e sovrasta la cittadina. Famosa soprattutto per essere diventata la prigione di Giuseppe Balsamo, noto ai più come il Conte di Cagliostro.

Chi è Cagliostro?

Di lui si dice che sia stato un alchimista che, dopo una vita trascorsa fra le corti europee, venne accusato di eresia dalla Chiesa e sottoposto ad un duro processo che lo condannò – prima alla morte e dopo – alla detenzione a vita in carcere. Indovina un po’ dove? Sì, proprio nella fortezza di San Leo. Vi entrò il 13 aprile del 1791, per non uscirne mai più. La sua prima cella fu quella del Tesoro: la stanza più sicura ed isolata della fortezza. Ma allo stesso tempo, la cella del Tesoro era la più buia ed umida con pessime condizioni igieniche.

A Cagliostro non era permesso parlare con nessuno, nemmeno con le guardie. Così come gli erano negati  libri, carta ed inchiostro. Ammalatosi, venne poi trasferito in quello che divenne il luogo della sua morte, la cella del Pozzetto. Questa seconda stanza era stretta ed angusta, di tre metri per tre. Per poter rinchiudere il conte, lo calarono dalla botola sul soffitto, unica apertura della cella. Con il mondo esterno, unico contatto era una finestra con vista sulle due chiese di San Leo. Indovina un po’ il perché? Chi aveva incarcerato il Conte? Già la Chiesa! E che cosa mai poteva volere? La sua redenzione.

La porta attuale – che ne permette l’ingresso – risale ad ampliamenti dell’Ottocento. All’epoca della sua prigionia, oltre alla botola, vi erano solo la finestra, che, con le sue triple inferiate, dava sulla pieve ed uno spioncino da cui le guardie potevano osservarlo.

Il 26 agosto 1795, dopo più di quattro anni di carcere, Cagliostro morì. Sul suo corpo aleggia il mistero. Si dice che fu seppellito in cima ad un monte, senza la sepoltura religiosa. Leggenda vuole invece che le due guardie che lo trasportavano avessero lasciato il corpo su un pozzetto per andare a bere in una bottega per contrastare il caldo. All’uscita delle guardie il corpo non fu mai più ritrovato.

Per celebrare la grande magia che circonda il Conte ogni anno a San Leo – in estate – si ripete Alchimia Alchimie, una manifestazione dove scienza, esoterismo e spiritualità si uniscono agli spettacoli e alle danze per le vie del centro di questo borgo al centro della Valmarecchia.

Informazioni utili

E’ possibile visitare la Fortezza di San Leo dal Lunedì alla domenica con orario continuato dalle 10.00 alle 17.45. Il costo del biglietto per gli adulti è di € 9,00. Mentre i bimbi dai 6 ai 12 anni pagano solo € 4,00.

La visita in fortezza è possibile farla in maniera autonoma, con l’utilizzo dell’audioguida (gratuita ed i lingue diverse) distribuita in biglietteria.

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