Nudo e Crudo, un ristorante particolare a Vasto

Angelo Pollutri è il gestore dell’hotel Venezia New, a Vasto Marina, dove abbiamo alloggiato mio marito ed io durante la nostra vacanza in Abruzzo.

Chiacchierando con lui abbiamo scoperto con piacere tante informazioni interessanti sul territorio vastese, sulla costa dei trabocchi e sui suoi sapori.

Una sera, poi, si è fermato a raccontarci del suo ristorante “Nudo e Crudo” e della sua visione turistica ed economica della zona che è e continua ad essere stimolo per questo progetto.

“Nudo e Crudo è la riconversione e rivalutazione di un’esperienza lavorativa” inizia a spiegarci.

“Io ho iniziato a 14 anni a lavorare in hotel con varie mansioni fino a quella di caposala. Successivamente mi sono concentrato sulla mia passione per la politica, ma avendo sempre in mente anche il desiderio di aprire un giorno un ristorante per recuperare le competenze acquisite nella precedente attività”.

Così nel 2014 Angelo, erede culturale di una famiglia di pescatori, concepisce il progetto Nudo e Crudo.

“Lo scopo è quello di facilitare il consumo sociale del pesce, di cui vorrei sminuire l’idea comune che mangiarlo sia qualcosa di impegnativo, da fare al ristorante, qualcosa di pesante da un punto di vista economico”.

Nudo e Crudo, come dice il nome stesso, vuole essere “il consumo di pesce fresco, pesce povero, quotidianamente, alla portata di tutti, con un sistema snello di servizio, senza fronzoli: Nudo e Crudo, appunto”. E questo concetto di semplicità, di cucina di una volta e di ambiente rilassato torna ad essere richiamato un po’ in tutti gli aspetti.

Al banco si possono scegliere antipasti e contorni tra un’ampia varietà. Noi abbiamo preso tre assaggi di antipasti ciascuno. Tutti ottimi, ma devo dire che quello che il mio palato ricorda con maggiore gradimento è sicuramente l’insalata di baccalà con peperone crusco: delizioso, mai assaggiato in questa versione, saporita e gustosa ma completamente diversa dalla classica idea del pesce salato.

Lo spazio maggiore del menu viene dato ai primi piatti espressi “di cui due di pesce, uno vegetariano e uno di carne, e ogni giorno c’è un menu diverso a seconda del pescato del giorno”. Questi vengono ordinati al momento in cui si prende l’antipasto e poi vengono serviti al tavolo.

Quel giorno il menu prevedeva chicche con salmone e crema di zucchine oppure orecchiette con pachino e gamberi: noi abbiamo preso uno ciascuno in modo di poter assaggiare sempre anche l’altro. Io ho scelto le chicche, che poi ho scoperto essere dei piccoli gnocchetti: purtroppo non ce l’ho fatta a finirli ma anche questi erano buonissimi, delicati con una punta di aromatico.

E poi abbiamo concluso con un po’ di frittura di pesce: lo so, siamo stati crudeli con i nostri stomaci ma un po’ di frittura non poteva mancare all’assaggio!

La spesa dell’ingrediente principe viene fatta presso una pescheria locale, che si avvale di piccole barche le quali possono muoversi anche durante il fermo generale e il cui lavoro è quotidiano. Quello che potete trovare nel ristorante sono per esempio alici, sgombri, cefali, moscardini, totani, seppie, e appunto baccalà.

Altro aspetto rilevante che si sta introducendo nel menu è la conciliazione tra mare e terra, tra pesce e prodotti dell’orto, “perché la terra ha i propri menu, è variabile, stagionale, rispettosa delle tradizioni”. E riguardo ai prodotti della terra, Angelo mette al primo posto l’utilizzo dell’olio extra vergine d’oliva, cui non rinuncerebbe mai.

L’arredamento del locale, fronteggiato da un gradevole spazio alberato, è pensato per riprendere l’aspetto di una barca, e qui richiamano l’attenzione in particolare l’originalità e il fascino degli ornamenti con reti da pesca.

La cucina è a vista perché “è giusto che si mangi prima con gli occhi e poi con la bocca”.

Anche la disposizione dei tavoli in legno è studiata attentamente: per esempio ci ha colpito l’inserimento, accanto a normali tavoli da due o da quattro persone, di grandi tavolate, previste per l’eventuale arrivo di gruppi di lavoro o comunque finalizzate alla socializzazione magari durante una pausa pranzo da lavoro. Tutto ciò sempre nel quadro di un mangiare agevolo, comodo, rilassato, democratico; non veloce ed anonimo.

E infine, progetti per il futuro? “Vorremmo provare nel periodo invernale, che naturalmente è quello più difficile, il take away e la consegna a domicilio. E poi lanciare l’esperienza del crudo sia su Vasto sia sugli altri territori della costiera adriatica guardando ad un bacino più ampio di clientela”.

E allora non mi resta che sperare di tornare a dilettare al più presto i miei sensi da Nudo e Crudo e consigliare anche a voi di farlo!

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