Cosa vedere in Corea del Sud: Busan

Una delle tre tappe del nostro viaggio in Corea é stata Busan (Pusan), la più grande città portuale di questa nazione, con tre milioni e mezzo di abitanti.

Una città metropolitana veramente ricca di spunti interessanti per i viaggiatori sia dal punto di vista architettonico, storico, religioso ed antropologico. Busan si raggiunge facilmente con treni veloci Ktx (2,30 ore da Seoul) o con bus dalle maggiori città coreane (1 ora da Gyeongiu).

Muoversi in città

Per muoverci in città, e per raggiungere alcuni luoghi di interesse limitrofi, abbiamo usato la preziosissima ed utilissima tessera per trasporto pubblico integrato T-MONEY, di cui ho parlato nel post con le info pratiche di organizzazione viaggio. 

Il primo consiglio che mi sento di condividere é di cercare negli uffici del turismo la pubblicazione “Busan metro trip: Busan tour guide”. Arrivata alla stazione dei Bus, da Gyongeou l’ho presa per puro caso, cercando una mappa metro, e si é rivelata utilissima per il nostro tour.

Le maggiori attrazioni della città sono raccontate in maniera sintetica in capitoli distinti per linee della metro. Chiare le indicazioni per ciascuna meta come raggiungerla, compresi gli interscambi.

Dove dormire

Noi abbiamo trascorso tre notti in questa città nel comodo, pulito ed efficiente 9St Traveltel vicino a due fermate metro, ristoranti e strategico per i nostri movimenti.

Altre location le trovate su Booking a prezzi a partire da 35 euro a notte in camera doppia.

Cosa vedere

Busan si é rivelata a noi, come una città moderna, poliedrica, efficiente.

Nei 3 giorni pieni attraverso cui l’abbiamo scoperta, siamo passati dalla visita di mercati aperti ad ogni ora, a strade folcloristiche da cui si affacciano librerie stipate, grattaceli sulla spiaggia e ponti avveniristici da attraversare anche di notte, ai templi di cui uno suggestivo sulla scogliera ed i quartieri più tradizionali tra cui il Gamcheon Culture Village, da cui inizierò il mio racconto di viaggio.

Gamcheon Culture Village

Ho amato questo luogo, colorato e faticoso che raccoglie un interessante progetto culturale di riqualificazione urbanistica. All’arrivo, con la comoda navetta 2 che evita a piedi tornanti e salite, si scorge l’immenso profilo colorato di questo quartiere dalle piccole case e, osservandolo, ti viene spontaneo dimenticare dove sei.

Quando mi sono trovata Gamcheon Culture Village di fronte a me, ho pensato di essere in un paese del mediterraneo o dell’America Latina e ho capito perché se ne parlasse come la Santorini della Corea.

Un immenso labirinto di stradine, vicoli strettissimi, in salita e poi in discesa, composto da un numero difficilmente quantificabile di piccole case colorate, formano il puzzle di questo quartiere, in cui é piacevole passeggiare.

Noi abbiamo percorso in un primo momento la strada che dalla fermata porta, in discesa, alle prime case, per poi ritrovarci all’uscita del quartiere nella parte più alta, sempre di fronte alla fermata della navetta, che ci ha poi riportato vicino alla metro Toseong Station.

Il quartiere ha subito un profondo restauro sopratutto sociale e da sobborgo é divenuto un punto di incontro di artisti che espongono allestimenti nelle case messe a disposizione, negozi di manufatti per turisti, pasticcerie e qualche albergo.

Camminando per questi vicoli è bello fermarsi, scattare foto, osservare gli scorci che si aprono sull’immensa baia di Busan. Camminando si è immersi nel blu ed il giallo delle case, le scale colorate, si sosta osservando i murales con giochi di prospettiva, i pesci stilizzati, che incontri di tanto in tanto attaccati alle pareti, fino a ritrovarli tutti assieme, in un muro policromo e limitrofo alla via di uscita (o accesso dipende da dove si entra).

Il cammino per Gamcheon Culture Village ha una meta fisica ed ideale: la affollata statua del piccolo principe che a fianco dell’amica volpe osserva, dal punto di vista maggiormente panoramico del quartiere, di giorno il mare e di notte le stelle, cercando il significato della vita, in un viaggio fatto di parole e sensazioni.

Le aree commerciali e dello street food

Immancabile, in un tour di Busan, una visita al Jagalchi Market un immenso mercato del pesce dove poter acquistare pesce fresco dentro a vasconi, essiccato o addirittura cucinato nei ristoranti del piano di sopra.

La visita può concludersi con una sosta al porto magari, per chi apprezza, mangiando pesce crudo al Korean style, osservando il panorama.

Limitrofo é il Gukje market, un immenso mercato coperto e scoperto che si sviluppa per le strade limitrofe alla Jagalchi station ed in cui é bellissimo perdersi. Merce di ogni genere, divisa per categorie, bancarelle e negozi aperti ad ogni ora, bar con complementi di arredo che ricordano i giochi che abbiamo chiuso in qualche scatola in solaio, profumerie con montagne di maschere di bellezza, cat caffè e tantissimo street food.

Che sia una piccola bancarella che cucina sul momento una sorta di panino ripieno di semi (Ssiat Hotteok) o gli spiedini di frittatina in brodo di pesce caldo (Busan Eomuk), o le lunghe apparecchiate di cibo dove la gente per strada siede, mangia e conversa, qui, tutto è commercio e palato.

Non lontano dai luoghi più affollati di questi due mercati una piccola strada letteraria: Bosu-dong Bookstore Alley. Un vicolo che si caratterizza subito per ciò che espongono i suoi negozi: libri, libri e soltanto libri con un ordine tutto loro, impilati per terra tanto da formare immense colonne come in un tempio da cui si fatica scorgere il proprietario.

Consiglio anche una visita al Busan Lotte World Tower, un grattacielo commerciale che offre dall’ultimo piano una superba vista della città, le sue infrastrutture, luci, ed il mare.

Haeundae Beach e Haendong Yonggungsa Temple

Con un’ unica escursione, con mezzi combinati metro e bus, siamo andati alla scoperta della più famosa e lunga spiaggia dorata di Busan, nel cui profilo si stagliano grattaceli modernissimi. Fra alberghi ed esercizi commerciali, anche se in inverno, abbiamo provato il clima animato di questa spiaggia. Piacevole fermarsi in una delle trattorie in stile coreano nelle vite parallele alla spiaggia.

Qui come in altre vie, le cucine sono all’esterno e gran parte delle manifatture del cibo avvengono sotto gli occhi dei passanti i quali, invogliati, entrano e consumano zuppe o ravioli al vapore di carne, pesce o Kimchi.

Il Haendong Yonggungsa Temple è un tempio buddista unico nel suo genere perché si sviluppa su una serie di sali scendi di una scogliera coreografica tra spiaggia, mare, cielo e grattaceli. Dopo una lunga camminata dalla fermata del bus, attraversate bancarelle con cibo e souvenir, una schiera di soldati protettori con tratti animaleschi, scortano il visitatore che intraprende il cammino scenografico più prossimo al tempio: 108 scalini conducono centinaia di devoti ogni giorno. 

Songdo Gerum walk

È una strada sopraelevata sul mare, una camminata suggestiva che abbiamo fatto di notte, sospesi; un punto di vista privilegiato sulla città. Una tappa che mi sento di consigliare, raggiungita una delle spiagge di Busan, Songdo Beach si congiunge con questo ponte alla Geobukseom Island e da qui si può scegliere di prendere anche una funivia (Songdo Marine Cable) la prima funivia marina che ho visto sfrecciare sulla mia testa mentre ammiravo le luci della città durante la mia “passeggiata sulle acque”.

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