9 domande ad una viaggiatrice solitaria

Con grande piacere vi propongo l’intervista che ho fatto ad Anna Chiara del blog IoPartoSola.com – Viaggiatrice a tempo pieno e travel blogger che in questo momento si trova in viaggio in Thailandia.

Una viaggiatrice di quelle che a me piace seguire perché sempre genuina e onesta. I contenuti del suo blog sono piacevoli da leggere, così come le foto dei suoi account social.

Ma conoscerete meglio Anna Chiara attraverso questa intervista. E allora via con le domande..

1 – Raccontaci di questo viaggio: quando hai deciso di partire?

Era una mattina di luglio. Luglio 2018. Mancavano due giorni alla fine del mio percorso accademico in fotografia. Mi ero già laureata in giornalismo e comunicazione tre anni prima, ma avevo questo sogno di studiare per diventare una fotografa professionista. Quella mattina mentre bevevo il caffè nella mia piccola cucina qualcosa era cambiato.

E’ stato come se un forte desiderio di rivincita, se una presa improvvisa di consapevolezza mi pervadesse il petto. Ho rivisto la mia vita in pochi secondi, come nei film romantici quando qualcosa ti fa scattare quella molla nel cervello e tu vai indietro o i avanti  nel tempo con sottofondo lo scratch di un dj.

Allora mi sono alzata ho acceso il computer e ho fatto un biglietto di sola andata per l’Asia.

Credo che l’idea mi crescesse dentro da tantissimo tempo e che quella mattina, fosse semplicemente arrivato il mio momento.

E’ proprio questo che dico sempre alle donne che mi seguono e che mi confessano che vorrebbero partire, che vorrebbero fare come me:

“Se è destino che una persona affronti un’esperienza del genere prima o poi il momento di partire arriva, e quando arriva lo senti forte.

Quello del mondo è un richiamo che non puoi ignorare”.

2 – Com’è nata questa idea?

L’idea è nata da una propensione che ho sempre sentito di avere.

Avevo già viaggiato in lungo e in largo per l’Europa.

Tra due delle mie esperienze più importanti, c’è il Cammino di Santiago ad esempio, nel 2015; 850 km a piedi dalla Francia alla Spagna, è li che ho deciso di voler fare la fotoreporter.

Oppure ancora il mese alle Isole Lofoten, oltre il circolo polare artico in Norvegia.

Da sola durante la notte polare alla ricerca dell’aurora boreale, gennaio 2018.

Quando è arrivato il momento dell’Asia è nata l’idea di #iopartosola, il progetto a cui dedicherò i prossimi tre anni della vita girando per il mondo dal Sud Est Asiatico al Sud America, un progetto dedicato a tutte le donne che viaggiano da sole da cui sta nascendo un coloratissimo portfolio fotografico oltre che un libro a cui lavoro costantemente.

Adesso che sono una full time traveler posso dire tranquillamente , perché lo so e ne ho la certezza, di essere pronta a questo da tutta la vita, e di sentirmi nata per viaggiare.

3 – Come hai scelto le mete del tuo viaggio?

La verità è che sono irrimediabilmente attratta dal sud del mondo.

Non so magari è una sciocchezza, ma lo sento più vicino a me, più vicino alla cultura in cui sono nata e cresciuta, e vi garantisco che per tanti aspetti questa si è dimostrata incredibilmente vera.

In ogni caso nella mia testa tutto è stato fatto, tutto è nato per l’India.

Una nazione a cui sento di appartenere ma che non ero pronta ad affrontare come la persona che ero prima.

Per questo ho cominciato dal basso, dall’Indonesia, risalendo con ordine tutte le nazioni che mi separano dall’India.

Ero sicura, anzi sono sicura che quando arriverà il momento sarò una donna diversa, una donna nuova, sono certa che sarò pronta per lei.

4 – Hai avuto mai ripensamenti prima della partenza? C’è stato qualcosa o qualcuno che ti ha fatto riflettere su questo viaggio? Timori?

Non c’è stato un attimo di ripensamento, se non la sera prima del mio volo per Bali, mentre mia madre alzava il calici per brindare al mio coraggio, alla tenacia nell’inseguire i miei sogni, e piangeva come una fontana.

Prima di chiudere gli occhi , guardando lo zaino chiuso appoggiato all’armadio mi sono chiesta per un attimo se stessi facendo la cosa giusta, se ne fossi davvero in grado.

Al sorgere del sole mi sono vestita con timore.

Ho messo lo zaino sulle spalle, e ho chiuso la porta di Milano, ogni dubbio era sparito.

Quando ho dato l’annuncio, I miei amici e la mia famiglia non sono rimasti affatto scioccati, sapevano bene che prima o poi avrei fatto una cosa del genere.

Anche loro erano pronti.

Ovviamente sono stata tempestata di domande, e i loro timori sono spesso diventati i miei, ma se c’è una cosa che ho imparato immediatamente, fin dal primo giorno di viaggio è a non dubitare mai di me stessa.

I timori ci saranno sempre e voglio godermeli così come le certezze.

Credo che entrambe siano fondamentali in un percorso come il mio, in cui sto letteralmente ricostruendo me stessa dalle fondamenta.

5 – Hai un budget giornaliero?

Domandona. Si? No? Non lo so. Inizialmente si, cercavo di stare dentro al range di 10 euro al giorno, ma non vi dirò bugie per una persona da sola è tutto più difficile, è tutto più costoso.

Se sforo non mi sento in colpa, risparmierò in un altro momento, il modo lo trovo sempre.

6. Come finanzi questo viaggio? Lavorando on the road o con i risparmi?

Il viaggio nasce principalmente come autofinanziato. Ho rifiutato diverse proposte prima di partire perché non volevo legarmi a sponsor o ad agenzie.

Voglio godermi la strada e vedere cosa la vita ha in serbo per me.

Spesso scambio lavoro con vitto e alloggio, o semplicemente tramite la fotografia o un caffè in un bar si presenta per me l’opportunità di vivere con le persone locali.

E’ meraviglioso quando ti aprono le porte delle loro case, ti senti integrato, amato, accettato.

Ho trovato famiglie in giro per l’Asia  in cui sono stata accolta come una figlia e in cui il mio cuore sa già che vorrà tornare.

Ho passato la vita ossessionata dal pensiero del soldi.

Ho cominciato a lavorare a 16 anni e non ho più smesso.

Mi sono pagata gli studi, sono andata a vivere da sola, un sacrificio dopo l’altro, tanti lavori insieme. Non ho avuto un’adolescenza o una maturità normale, adesso è il momento di riprendermi tutto.

I soldi non mi preoccupano, certo ci sto attenta, ma non mi privo di niente.

Quando finiranno come sempre, troverò una soluzione.

7 – Avevi sempre in mente di partire da sola? Perché  non con un’altra persona?

La risposta è si. E’ raro che io concepisca l’idea di un viaggio con un’altra persona.

Ovviamente  ho avuto le mie esperienze, con le amiche, con la famiglia, ma niente è paragonabile.

Io viaggio da sola perché è giusto così.

Amo non dover dare conto a nessuno di ciò che faccio, di ciò che decido per me stessa.

Se voglio stare cinque ore ad aspettare che qualcosa accada o che la luce cambi per avere la fotografia che desidero, lo posso fare.

L’unica volontà che conta è la mia,  è una cosa che non cambierei mai.

E’ troppo importante per me  e credo che dovrebbero farlo tutti almeno una volta nella vita.

Magari non nel modo estremo in cui ho fatto io, può essere anche una cosa piccola, minuscola, tanto per iniziare.

Quando viaggi sola non puoi scappare da te stessa e impari cose inimmaginabili su di te, ti conosci in modi che nella quotidianità di una vita “normale” non ti è possibile fare.

Viaggio da sola e ne vado fiera, è la decisione migliore che potessi prendere.

8 – Viaggiare da sola ti ha mai dato problemi?

Si è capitato.

E’ capitato che volessero prendere i miei soldi, che volessero trascinarmi altrove.

E’ capitato di non essere capita, è capitato di essere giudicata.

Ma generalmente queste sono cose che non mi importano.

La cosa importante è  prendersi cura di se stessi, da tanti punti di vista differenti.

Non badare al giudizio altrui, essere sicuri delle proprie scelte e soprattutto, e qui mi riferisco alla propria incolumità, essere sempre lucidi, scaltri,  e come dice mio padre, con la testa sulle spalle.

Il mondo è meraviglioso ed è li che ti aspetta ma il male esiste e puoi trovarlo ovunque.

9 – Quale consigli ti senti di dare a coloro che stanno pensando ad un viaggio come questo?

L’unico consiglio che posso dare a chi si appresta a prendere una decisione del genere è di valutare i motivi per cui sentono di volerlo fare.

Valutate a cosa siete disposti a rinunciare per ottenere ciò che volete, se lo volete davvero.

Se avete dubbi cercate di capire come vi fa sentire anche solo l’idea di provare a dissolverli.

Se c’è uno spiraglio di voi che riesce a proiettarsi in una situazione che reputate difficile, e a trovare una soluzione, allora non avete motivi per dubitare, siate certi che sarete in grado di sopportare la pressione che un viaggio del genere comporta

Io sarò sincera.

Nella mia testa era tutto più facile, invece è pesante sfiancante, ti atterrisce a volte, è come un lavoro full time (se pensate che io mi occupo anche di fotografia professionale ,video, testi è un bagno di sangue nel mio caso), a cui bisogna aggiungere lo zaino, il clima, il problema della lingua, il continuo cambio della moneta, i visti  e la burocrazia, oltre che  la gestione dei veti imposti dalla religione, dalla cultura.

Se pensate di essere in grado di gestire tutto questo allora non c’è niente che possa fermarvi.

Vi dico solo, partite. Viaggiate. Un weekend, un mese, un anno, per sempre. Correte a vedere la grandezza che c’è nel mondo e gioitene come bambini che scartano il regalo più bello di sempre.

Viaggiate ragazzi non rimandate.

Domani potrebbe essere tardi.

Un abbraccio immenso a tutte le anime che sono in già in viaggio e a quelle che si apprestano a partire e anche a quelle che ancora non sanno che partiranno.

Anna Chiara #iopartosola

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