Consigli su cosa vedere in 4 giorni a Brema

C’era una volta Brema. Questo è l’incipit migliore per descrivere una città fatata, ricca di fiabe, leggende e storia. Naturalmente la partenza è sotto la statua dei 4 musicanti della nota fiaba dei fratelli Grimm, che è situata in un angolo della piazza principale, ma tutta Brema è permeata da questo spirito favolistico che si trova anche nei monumenti più importanti.

Cosa vedere in 4 giorni a Brema.

Rathaus

Partiamo dal Rathaus, edificio quattrocentesco in stile gotico (patrimonio UNESCO), che si affaccia su Marktplatz con la sua facciata colorata, decorata da statue di filosofi e paladini. La prima figura sul lato sud è Carlomagno con la corona e il globo in mano, seguito dai suoi eroi, ma, a ben notare, nelle formelle sottostanti, si vede un uomo sdraiato con una gallina e dei pulcini.

E qui entriamo in una della prime leggende locali che racconta come la città fosse stata fondata da un viaggiatore stanco , che, non sapendo dove riposarsi, seguì una gallinella con i suoi pulcini, quand’essa si fermò, anche il viandante fece lo stesso e decise di costruire lì la sua dimora, da cui si sviluppò il primo nucleo di Brema.

E siccome, in realtà, la città fu fondata da Carlomagno, si erge lì a 2 passi, un enorme statua di Rolando, alta più di due metri, un capolavoro del 1400, anche lui patrimonio UNESCO. Si dice che quando la statua crollerà anche Brema andrà in disgrazia. Per ora è ben saldo in piedi e sorride serafico ad una città tranquilla, a misura d’uomo.

Ma, ancora una volta, a ben osservare, si nota la figura di un nano ai piedi del paladino, schiacciato come una rana. Anche questo è un personaggio leggendario. Si narra che una regina capricciosa volesse costruire un parco facendo camminare per un tempo che non ricordo, ma molto lungo, un uomo, quando questi avesse finito di camminare, si sarebbe tracciato il  perimetro del parco. A questo punto i dignitari, visto l’esosa spesa che avrebbe comportato tale richiesta, scelsero un nano zoppo, così rientrarono nel budget. L’eroico nano è così ricordato ai piedi di Rolando.

A rendere Marktplatz ancora più gioiosa, ogni mattina c’è il mercato dei fiori. Ora è la stagione dei tulipani, che, con i loro colori sgargianti, rendono un po’ meno cupe le chiese di Nostra Signora e il Duomo dalle austere facciate in cotto rosso scuro. Entrambi gli edifici sono di origine medioevale e di struttura gotica, anche se più volte rimaneggiati. Gli interni sono illuminati da cloisonnés che ricordano i colori di Chagall e che danno una luce multicolore al tutto. Questo avviene soprattutto nella prime delle due.

Il duomo, invece, conserva nella cripta un bell’affresco quattrocentesco ed in un’altra stanza un fonte battesimale medioevale di squisita fattura. All’interno, poi, elementi antichi e moderni si fondono in modo armonioso. Tra quelli moderni ricordo piccole statue bronzee ai vertici di una “palizzata” che conduce al pulpito, raffiguranti santi e profeti, disposti a varie altezze  in una struttura dinamica e ben azzeccata per movimentare l’austerità del resto.

Ma torniamo al mondo delle stranezze e delle leggende. Sul lato destro del duomo si scende nel Bleikeller. Cos’è costui? E’ una cripta in cui sono conservate svariate mummie naturali a partire dal 1600, chiuse in nere bare. La ragione della loro conservazione non è ancora chiara. Il tutto piuttosto macabro, ma al confronto della Cripta dei Cappuccini a Palermo, questo è solo un antipastino.

Per restare nel macabro, se si cerca attentamente nel lato sinistro della piazza del duomo, si trova la “pietra dello sputo”. Sono 4 semplici pietre su cui ciascun passante ha il diritto di sputarvi sopra, perché qui venne giustiziato l’avvelenatore di Brema, che uccise undici persone solo per lucro. Fu l’ultima esecuzione cittadina.

Dall’altro lato della piazza, invece, qualcosa di più allegro. Dietro l’edicola c’è un tombino un po’ diverso dagli altri, se vi getti anche solo un centesimo, sentirai il canto di uno dei musicanti che ti ringrazia e ti porterà fortuna.

Schnoor

Ma il quartiere più fiabesco è Schnoor, che ha conservato perfettamente la case antiche dove risedevano i membri della Lega Anseatica. E’ un dedalo di viuzze acciotolate, con balconi in fiore, negozi di artigianato, cioccolaterie, librerie, piccoli giardini nascosti, casette appuntite, fontane, minuscoli bar, piazze dai tavolini colorati, birrerie in taverne quattrocentesche; la più famosa si chiama Beck’s in Schnoor.

Beck’s in Schnoor

Qui si entra veramente in un’altra epoca e qui i musicanti la fan da padrone con tutte le loro riproduzioni: in vetro, in carta, in legno, sui muri, nelle insegne dei negozi, nelle forme dei gelati…Io spesso trascorrevo qui il pomeriggio sorseggiando una Beck’s alla spina, molto più buona di quella in bottiglia o mangiando un waffel al cioccolato e noci.

Tra l’altro, la birra Beck’s fu creata proprio qui a Brema e si può visitarne lo stabilimento. Io non l’ho fatto, perchè non avevo voglia di una visita guidata di 2 ore su prenotazione, ma per gli appassionati può essere un’opportunità.

In tutta Schnoor, poi trovi sculture ed opere d’arte en plein air: un bambino che rincorre un gattino sulla luna, un vecchio mendicante, la vecchina e il suo asinello, gli amanti, e poco distante la statue del guardiano di porci in cui spesso i turisti, con molta classe, si mettono a cavallo della scrofa.

E a proposito di turisti, io ne ho incontrati pochissimi, molti studenti partiti con progetti di Intercultura, questo sì, ma, secondo me, non è una città ancora ben conosciuta per la sua bellezza antica, un vero gioiello del ‘400. Molti l’abbinano soltanto alla fiaba dei Grimm.

Bottcherstrasse

Poi c’è Bottcherstrasse, dove una serie di architetti di grido, nei primi del 900, han trasformato un vecchio quartiere di casa in cotto in un museo all’aria aperta. Qui nulla è fermo, tutto è ondulato, a partire dalle pareti dei palazzi, tutto è dinamico, tutto è un via vai di vetrate colorate, muri concavi o convessi, fontane avveniristiche per i tempi, case punzonte e ringhiere avvoltolate. All’ingresso ti accoglie la scultura di un enorme angelo in oro. Ditemi se non è fiabesco anche questo?

Sempre in Bottcherstrasse si possono visitare 2 bei musei al costo di 8 euro; uno è interamente dedicato alla pittrice Paula Modersohn ( uno dei pochi musei in Europa dedicati ad una donna), un’artista di fine 900 dal tratto primitivo, alla Gauguin, per interderci; molti volti femminili e nudi, immersi in una natura atavica e fantastica.

L’altro è il Ludwig Roselius Museum, che prende il nome dell’architetto che negli anni ’20 ristrutturò un nobile palazzo cinquecentesco, in cui sono presenti, nella struttura interna, in legno, gli arredi e gli argenti dell’epoca. Una stanza è poi dedicata a Lucas Cranach e contiene, tra gli altri capolavori, il famoso ritratto di Martin Lutero. Momentaneamente era allestita anche una mostra fotografica della fotografa Eva Besnyo che proponeva suggestive ed avveniristiche foto di cantieri e quartieri in un raffinato bianco e nero.

Io consiglio, una volta usciti dal tour dei musei, di fermarsi sulla terrazza, accanto al bookshop, dotata di sedie e tavolini, per riposarsi un po’ e godersi il quartiere dall’alto.

L’antico mulino a vento in riva al fiume Weser

Un  altro luogo incantato è l’antico mulino a vento in riva al fiume Weser: in questa stagione è immerso in un campo di tulipani fioriti, di ogni colore e forma, così l’idea che ti dà è proprio quella di una fiaba in cui può uscire da un momento all’altro, da una porticina, un ameno mugnaio con il suo asinello.

Si può visitare solo in date particolari, però ogni giorno funziona, nei piani bassi, una tipica caffetteria-birreria dove puoi rinfrescarti dopo una passeggiata lungo il fiume o nei giardini, quelli della regina capricciosa.

La cucina

Nota dolente è stata la cucina di questa regione, di cui non sono rimasta entusiasta, contando che per me la cucina è un’arte a detrarre, come la letteratura: pochi ingredienti, ma amalgamati armoniosamente, così come pochi aggettivi, ma quelli giusti.

Qui, invece è un tripudio di agrodolce, di salse sopra i fritti, di più ho, più metto. Dove ho mangiato meglio è stato nella taverna del Rathaus che risale al 1400 ed in cui degusti le pietanze tra immense botti decorate seicentesche, in un’atmosfera calda ed accogliente.

Un altro luogo che consiglio è Gosch nel Lloyd Passage, in pieno centro storico. Si tratta di un minuscolo ristorante in cui propongono solo panini al pesce fresco fresco del Mare del Nord; sono ottimi.

Purtroppo, dopo 4 giorni la fiaba ebbe a terminare, con un lieto fine, certo, ma, suppongo senza il “e vissero per sempre felici e contenti”.

Consigli utili

Il volo Ryanair, poi, è davvero poco costoso, circa 30 euro andata e ritorno. Gli alloggi e la vita in generale sono, invece, un po’ cari, ma niente di inaffrontabile.

L’ aeroporto dista solo 3km dal centro e c’è un autobus che ti porta proprio davanti. Il tutto è molto raccolto e direi quasi intimo, si visita a piedi  a meno che non si voglia noleggiare una bicicletta, molti hotel ne hanno in dotazione. Io l’ho girata tutta tranquillamente senza prendere nessun mezzo, perchè non volevo perdermi i particolari di cui scrivevo prima.

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