Da Kuala Lumpur a Sumatra – Itinerario di viaggio

Non c’è nulla da fare, è ormai innegabile che, quando pianifico un viaggio in Asia, parto con diverse titubanze.

Chi mi conosce sa quali siano i miei primi amori (Africa e Sud America) ma ciò non toglie che io abbia vissuto delle bellissime esperienze di viaggio anche in questo continente a me un po’ più distante. Quindi ogni volta è come se l’Asia dovesse superare un esame con me e, devo ammettere che, anche questa volta, ne è uscita a pieni voti.

La cosa che più mi è piaciuta è che si è trattato di un viaggio molto vario che mi ha portata dalla metropoli alla giungla per poi condurmi su un’isola paradisiaca.

Ecco come ho suddiviso i giorni a mia disposizione

  • 3 giorni visita di Kuala Lumpur
  • 11 giorni visita di Sumatra
  • 3 giorni a Cubadak Island (piccola isola di Sumatra)

Kuala Lumpur

La capitale della Malesia, sulla quale mi soffermerò più nel dettaglio nel prossimo articolo, mi ha stupita sotto molti punti di vista ma, in primis, per il fatto di essere una città molto evoluta e ricca di contrasti, dove modernità e tradizione si fondono in un tutt’uno armonico.

Sumatra

La visita di Sumatra è stata invece il vero cuore del nostro viaggio. Ho scelto quest’isola indonesiana, la sesta al mondo per estensione, per diversi motivi, primo tra tutti il fatto che qui avrei avuto la possibilità di fare un trekking per vedere gli orango nel loro ambiente naturale.

Mi incuriosiva inoltre capire perchè questa meta venga un po’ “snobbata” dai turisti, specialmente italiani, che quasi sempre le preferiscono altre isole indonesiane.

Devo ammettere che, dopo 14 giorni trascorsi  su quest’isola, il mio quesito rimane ancora senza risposta poichè ritengo che, qualunque amante della natura e delle incantevoli location di mare possa sentirsi molto appagato. Posso solo provare a fare alcune ipotesi che però tali sono, senza ambizione di essere lette come assunti.

La mia sensazione è che, infatti, a Sumatra, venga ancora attribuito il fantasma dello tsunami del 2004 e che questo la identifichi come isola più pericolosa di altre nell’immaginario collettivo.

Considerate però che questa isola è immensa, tanto che noi in 11 giorni abbiamo visitato solo la parte nord orientale, spostandoci al centro per i giorni di mare, e che lo tsunami colpì solo la parte dell’estremo nord che, ad oggi, mi dicono essere stata completamente ricostruita.

Inoltre, credo sia inutile sottolineare che, il fatto che sia capitato lì, purtroppo non tutela altre zone del mondo da tale pericolo.

Il meteo a Sumatra

Altra riflessione che ho fatto è legata al meteo. Credo che una regola valga per tutti: in vacanza meno pioggia si vede e più si è contenti! Ecco, questo a Sumatra non può capitare dal momento che è caratterizzata da un clima equatoriale con piogge molto abbondanti nel corso di tutto l’anno.

Quasi impossibile è, tra l’altro, individuare un periodo migliore per visitarla perchè, come ti dicono gli stessi abitanti “Se vuoi sapere che tempo farà domani, te lo potrò dire domani quando mi sveglio!”. La pioggia ha infatti caratterizzato quasi tutti i miei giorni di soggiorno ma, nonostante questo, mi ritengo molto fortunata perchè la pioggia arrivava per lo più nel tardo pomeriggio, permettendomi di ultimare all’asciutto tutte le attività pianificate per la giornata.

Motivazioni ulteriori per lo scarso successo tra i viaggiatori italiani di questa meta non li ho trovati. E vi dirò una cosa: per me è stato un vantaggio visitare un’isola non invasa dai turisti del mese di agosto anche perchè, come si può immaginare, anche i prezzi restano decisamente contenuti.

In generale è un’isola molto accogliente sotto tutti i punti di vista: le persone sono calorose e socievoli e gli spazi vengono mantenuti con grande cura.

L’olio di palma

A proposito di spazi c’è un tema che mi ha colpito molto: ritrovarmi per più giorni immersa nel territorio delle coltivazioni di palme da olio, tema tanto dibattuto nel nostro paese.

Non ho gli strumenti nè tantomeno competenze per schierarmi da una parte o dall’altra del dibattito e mi limito ad una considerazione basata su ciò che ho visto: l’indotto dell’olio di palma ha fatto si che grandissime distese di foresta venissero abbattuti a favore delle piantagioni di palme modificando in modo sostanziale l’ecosistema della zona, di contro ha permesso alla popolazione locale di vivere (dignitosamente) anche grazie a questo importante business.

Questo solo per dire che, questo tema, come molti altri, non può certo essere liquidato in modo sbrigativo e che gli aspetti che lo caratterizzano sono molteplici e, in questo caso, anche antitetici tra loro.

Ultima info: questo itinerario è stato studiato per noi da Yana Viaggi (yanaviaggi.it), tour operator al quale mi sono già affidata per altri viaggi e con il quale mi trovo benissimo perchè sono in grado di studiare viaggi su misura e di proporre itinerari originali, tutto questo con grande professionalità.

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