Street Art in Emilia Romagna

Per chi, come me, ama la street art, per quel suo essere popolare, fruibile e comprensibile a tutti, per la sua immediatezza e labilità, per la sua gratuità e per il suo non essere chiusa nel contesto polveroso di un museo, allora l’Emilia Romagna offre diversi percorsi interessanti.

Keith Hearing e Basquiat, in questi luoghi han fatto scuola. In molti conoscono le opere di Jean-Michel Basquiat, ma in pochi sanno che la storia  del “Picasso nero” è fortemente intrecciata con Modena. È stato qui, infatti, che nel 1981, quando Basquiat era ancora un artista emergente, fu organizzata la sua prima mostra personale.

A portare le opere in Italia fu Emilio Mazzoli, nella sua galleria a Modena, dopo averlo visto l’anno precedente a New York.

Consigliò ad amici e parenti di comprare i quadri, perché ancora costavano poco, ma i saggi suggerimenti non ebbero l’accoglienza sperata. E sbagliarono di grosso!!!!

Mostra di Banksy a Ferrara

Il nostro percorso può partire dalla bella mostra di Banksy a Ferrara, con sede a Palazzo Diamanti, che durerà fino al 27 settembre 2020. In esposizione ci sono più di 100 opere dell’artista tra stencil, serigrafie e dipinti.

E’ un’occasione unica per vedere dal vivo le opere del genio irriverente di Bristol, sempre critico verso la società dei consumi, sempre “sul pezzo” dell’attualità, pronto a sbeffeggiare le autorità costituite, ma con un tocco di poesia personale molto riconoscibile e una passione per i ratti con cui identifica noi poveracci, paragonati a questi animali schifati da tutti, ma che a tutto si adattano e che difficilmente si riescono a ingabbiare e ad eliminare.

Una sorta di resistenza umana e urbana che tanto ricorda la “ginestra” di leopardiana memoria.

L’ingresso alla mostra è a prenotazione e il biglietto costa 11 euro.

Una visita a Ferrara

E’ inoltre un’occasione per visitare Ferrara che offre uno stupendo duomo con il famosissimo dipinto di “San Giorgio e il drago” di Cosmè Tura, considerato l’emblema della città, l’antico quartiere del ghetto ebraico, l’interessante Museo Boldrini e Palazzo Schifanoia con il Salone dei Mesi sempre decorato da Cosmè Tura.

E poi girare lungo le mura del castello estense, tra le vie del centro storico medioevale, poco affollate in questo particolare momento e godersi a pieno la città, nel silenzio del turismo straniero. 

centro ferrara

I Murales di Cesenatico

La visita può proseguire recandosi a Cesenatico, che dista una mezz’ora di auto, e qui, girovagando per le vie, soprattutto dei quartieri storici, quelli vicino al Porto Canale disegnato da Leonardo, si incontrano murales di ogni tipo, da quelli più tradizionali con vedute marine e scene di vita di pescatori, a quelli più moderni con pesci, anfibi, polpi e tutta una serie di fantastici animali acquatici. Il tutto in tema con la natura marinaia del luogo.

Una passeggiata per Cesenatico storica

Immancabile una passeggiata nella Cesenatico storica, quella che si affaccia sul canale, con le basse case dei pescatori dai colori pastello, le vecchie barche con le vele decorate spiegate al vento, le osterie dove si mangiano piadine squisite, i famosi passatelli al ragù di pesce o gli “strozzapreti” la tipica pasta all’uovo locale, le piazzette ombreggiate in cui sono ancora conservati i depositi del pescato di epoca rinascimentale, in cotto e legno.

Lo Spazio Pantani

Io, poi, non ho potuto non fare una visita allo “Spazio Pantani”, il campione che fece sognare l’Italia e che poi dall’Italia stessa fu macellato come agnello pasquale. Si trova vicino alla stazione ferroviaria, l’ingresso costa 5 euro e il ricavato va tutto in beneficenza. Qui sono conservati, come reliquie, tutti i cimeli del ciclista a partire dalla sua prima bicicletta.

E per chi volesse farsi un bagno, l’acqua, quest’anno, dopo il lockdown, è bella pulita e limpida. E’ bastato poco alla natura per riprendere respiro!

I Murales di Dozza (Bologna)

La vera capitale del murales in Emilia è la piccola, antica cittadina di Dozza, sulle prime colline bolognesi.

Dal 1960 qui si tiene la Biennale d’Arte Moderna del Muro Dipinto che vede, durante il mese di settembre, tantissimi artisti (ormai hanno superato i 200), intenti a dipingere dal vivo le loro opere d’arte sulle facciate delle case del borgo medievale, sotto gli occhi dei curiosi cittadini e dei turisti.

Le opere migliori vengono conservate, così da rendere il paese un museo a cielo aperto. Gli stili e le tecniche sono molteplici e alla base del dipinto si può leggere il nome del pittore che le ha realizzate.

Io vi ho ritrovate 2 miei compaesani, artisti quotati: Omar Galliani e Graziano Pompili, ma ci sono murales di giapponesi, polacchi, rumeni….di tutto un po’.

Tra le opere più suggestive: il grande angelo protettore del borgo, che spiega le ali rosa, abbracciando un vecchio portone, o le strisce di Corto Maltese che io amo moltissimo, in cui il “ gentiluomo di fortuna” loda la bellezza del luogo, oppure ancora finestre che si trasformano in maschere africane, un muro che ospita un dragone cinese, un grifone che si abbevera ad una fonte…. Non per niente Dozza è annoverata tra i borghi più belli d’Italia, arroccata al suo castello e circondata da vigneti.

E a proposito del maniero, che si visita al costo di 5 euro, nelle cantine si trova L’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, dove si possono degustare e comprare non solo vini, ma prodotti tipici, come la crema di formaggio di fossa di Solignano o quella al Parmigiano Reggiano, le ciliegie di Vignola sotto spirito e anche cioccolatini all’aceto balsamico di Modena.

Street Art a Trinita’ (Reggio Emilia)

Uno dei luoghi più inaspettati per ammirare Street Art è il minuscolo paese di Trinità di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, perso tra le colline reggiane.

In occasione della Sagra della Street Art promossa dall’associazione WHATS nel 2014, decine di artisti italiani ed europei, in 2 stages, hanno decorato, con la loro fantasia al vento, ruderi, stalle, cisterne, fienili e cascine, coinvolgendo anche frazioni più piccole come Vedriano o Selvapiana in un percorso artistico attraverso il primo Appennino, quello più dolce e coltivato a maggese, tra i castelli della mitica Matilde di Canossa, i sentieri nelle selve, in mezzo a roveti di more, cespugli di ginestre e osterie che propongono a tutte le ore lo “gnocco fritto” accompagnato da un bicchiere di lambrusco.

Il casello di Vedriano

Un discorso a parte va fatto per il vecchio casello di Vedriano. In Emilia per casello si intende la fabbrica dove si produce il Parmigiano Reggiano. Qui in un vasto spazio abbandonato, gli street artists hanno decorato tutte le sale con serpenti immaginifici, mostri, maiali volanti, volpi umanoidi, figure zoomorfe, animali, volti sconvolti, grandi bocche spalancate…

Gli stili si susseguono in un turbinio di colori e forme molto attuali e curiose, a volte angoscianti, a volte divertenti. Rispetto a Dozza, dove ho trovato più classicità e bel segno, qui ho trovato più contemporaneità e verità e un’ esperienza pittorica personale non convenzionale e a briglia sciolta, che si sfoga in tutta la sua violenza espressiva in spazi dismessi.

Purtroppo è difficilmente visitabile. Io ho potuto vederlo grazie all’amico Daniele Castagnetti che mi ha aperto il casello e mi ha fatto scoprire tanta bellezza. Auspico che in futuro, questo spazio diventi un patrimonio per l’Appennino Reggiano, perché io lo ritengo veramente prezioso e che si possa proseguire con questa tradizione in spazi anche più ampi. Magari, come propone Daniele, con un tema ambientale di riscoperta e tutela della natura e dell’ambiente collinare, che se da un lato soffre dell’abbandono della popolazione che si riversa verso la città, dall’altro lascia ampie zone selvagge dove vivono in santa pace lupi, volpi e falchi. Una gioia per gli escursionisti.

I Murales di casa mia

E, per concludere anch’io, a casa mia ho fatto decorare da Daniele, che è uno street artist bravo sensibile, una parte della mia casa. Non vorrei mai incappare nell’errore dei ricchi modenesi che non seppero riconoscere il genio di Basquiat. Eh no eh.

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