Coronavirus a Panama

Nell’arco di otto mesi, il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 e la malattia che provoca, COVID-19, hanno sconvolto la vita di miliardi di persone.

A Panama il primo caso di Coronavirus è stato registrato il 9 marzo 2020.

Inizialmente sono state adottate restrizioni nei movimenti a livello nazionale, ma le cose sono cambiate dal 1 aprile, quando il paese è entrato in quarantena totale. Ciò significava che, in base alla cedola o al numero di passaporto, dal lunedì al venerdì avresti avuto un periodo di 2 ore al giorno per acquistare generi alimentari e medicine.

La situazione è cambiata rapidamente e nella settimana successiva il paese si è diviso ancora di più, uomini e donne non potevano più uscire negli stessi giorni.

Sul fiume a Panama

L’isola di Colón

Sono sull’isola di Colón, nell’arcipelago di Bocas del Toro, bagnata dalle acque del Mar dei Caraibi.

Calle Primera è conosciuta come la strada della vita notturna, della movida, dove si susseguono le insegne di discoteche, bar e negozi di souvenir.

I piccoli chioschi sulla spiaggia sono stati abbandonati, i ristoranti con sedie di legno color pastello hanno le serrande abbassate e i negozi dei tour sono chiusi.

Qui vivono più di 8000 persone, la maggior parte delle quali lavora nel turismo.

Un popolo intero si è trovato improvvisamente senza certezze, senza dei soldi da portare a casa, con il timore di non essere in grado di fornire un pasto caldo ai propri figli.

Ma in un momento come quello, non c’era tempo per disperarsi, ma sono per poter reagire. È stato creato un gruppo su Facebook dove tutte le persone possono pubblicare un annuncio, offrendo i loro servizi.

Penny

C’è Penny, una donna dalla pelle scura e i capelli dai ricci neri.
Penny gestiva l’unica tabaccheria sull’isola. Non potendola riaprire, ha pubblicato sul gruppo Facebook che offriva la consegna a domicilio.
Tre volte a settimana, Penny nelle due ore in cui le era permesso, recapitava i suoi prodotti.

Ed è così che la conobbi, in sella alla sua bici, mentre mi consegnava tre pacchetti di tabacco, regalandomi il sorriso più bello della giornata.

C’è chi prepara la pasta fatta in casa, chi vende la frutta del proprio giardino, chi si è improvvisato pizzaiolo e consegna pizze, chi realizza mascherine a mano, chi si è inventato il detersivo per non inquinare l’ambiente.

Tutti fanno qualcosa.
Tutti offrono qualcosa.
Tutti si aiutano e supportano.

Ed è così che hanno riportato piccole certezze nelle proprie vite.

mamma con bambini a Panama

Manuel

Ogni venerdì Manuel mi consegna l’acqua di cocco a casa. Manuel non indossa la mascherina, bensì si lega una bandana rossa intorno al viso, lasciando scoperti solamente i suoi occhi neri.

Prima dell’arrivo del Coronavirus, Manuel gestiva una scuola di surf, e lui era uno degli insegnati. Ora raccoglie noci di cocco e ne vende l’acqua e l’olio.

Manuel ha lo sguardo dolce, spesso insieme a lui c’è anche sua figlia, che siede divertita sul seggiolino dietro la sua bici.

Pochi giorni fa ho chiesto a Manuel come ha fatto il suo popolo a non entrare nella disperazione in un momento come questo. Manuel mi sorride, guarda sua figlia e sussurra “Dove c’è il nostro desiderio e speranza, c’è anche il potere, è così che ce l’abbiamo fatta”.

Il 14 Ottobre 2020, dopo 7 mesi, Panama riaprirà al turismo.

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