Cosa vedere a Bobbio, terra dei Longobardi

Domani venite a Bobbio a vedere l’abbazia? Perché no, ma come mai proprio Bobbio? Avrà a che fare coi Longobardi, tuo padre sta leggendo un po’ di tutto su Teodolinda, i Longobardi, le abbazie…

Invito accettato ed eccomi qui con moglie, figlia, genero e nipotina sui tornanti che costeggiano l’incantevole Trebbia, corrente veloce sulle ghiaie del fondo, salti spumeggianti tra i massi del greto, acqua azzurra nei punti di calma, il paradiso dei pescatori.

Perché Bobbio?

Perché Bobbio? Perché è stata Teodolinda, vabbè è stato suo marito Agilulfo ma era lei che comandava, è stata Teodolinda dunque a donare a Colombano, un carismatico monaco irlandese che aveva riempito la Francia di abbazie, i terreni della allora Bobium per costruire l’ennesima abbazia, l’ultima per la verità, visto che correva l’anno 614 d.C. e Colombano è morto, a Bobbio, l’anno dopo. 

Ah già, noi siamo di Monza, la città di Teodolinda.

Giorno di mercato a Bobbio, folla e parcheggi pieni, giorno anche di raduno motociclistico, una ventina di rombanti Harley-Davidson, barbe folte, occhiali scuri, giubbotti neri, pantaloni in pelle, i moderni Longobardi.

Il Museo di Bobbio

Noi direttamente al chiostro dell’abbazia perché ci aspetta la guida per la visita al Museo della Città installato in quello che era il refettorio, ma non si poteva trovare un’altra sede e lasciare integro il refettorio? Sede a parte, il museo è piccolo ma interessante e le spiegazioni della guida esaustive, ha voglia di parlare, finalmente, visto che siamo tra i primi visitatori dopo la lunga chiusura causa COVID.

In una teca c’è il corredo di una tomba longobarda, pare che interessi solo a me, in un’altra gli strumenti per dipingere i codici miniati, interessano alla nipotina: penne d’oca, peli di scoiattolo, corna di bue, denti di cinghiale, si potrebbe fare una pozione magica….

Molto bella la saletta finale con la parete colma di codici antichi, Bobbio aveva uno dei più importanti scriptorium europei del Medioevo, tipo quello de Il nome della rosa per intenderci, e probabilmente l’Editto di Rotari, ancora i Longobardi, è stato scritto qui, ma non sono veri!? Per forza, ci spiega paziente la guida, i codici sono finiti sparsi in altre biblioteche, la maggior parte in quella Ambrosiana di Milano, sussulto d’orgoglio, ma le pagine in alta definizione si possono sfogliare su questi monitor, c’è anche l’Antifonario di Bangor e il De temporum ratione di Beda con una bellissima miniatura della D iniziale, il paradiso dei bibliofili.

Il Ponte Gobbo

Dall’abbazia tre minuti a piedi e siamo sul famoso ponte gobbo che attraversa la Trebbia, molta più gente che non al museo, secondo alcuni studiosi sarebbe il ponte ritratto da Leonardo nello sfondo della famosa Monna Lisa, secondo me i costruttori l’hanno copiato da qualche libro di fiabe, foto da tutti i lati ma le arcate sotto cui scorre l’acqua azzurra sono le più belle.

Pranzo su per i monti e tra i prati al Ristorante Agriturismo Acqua Dolce e Salata a Moglia di Bobbio, niente male.

Il Museo dell’Abbazia

Nel pomeriggio visita al Museo dell’Abbazia, all’ingresso, dichiarando che veniamo da Monza, la città di Teodolinda, veniamo guardati quasi con rispetto.

Il museo, che occupa l’antico scriptorium e la famosa biblioteca, ambienti che ovviamente vengono persi con questa sistemazione, è meno intrigante di quello del mattino, diciamo che è per intenditori, ma la nipotina si diverte lo stesso spiegando a tutti come si fa ruotare la bellissima teca d’avorio con Orfeo che suona la lira circondato da animali reali e fantastici: si schiaccia questo bottone! E poi capitelli, colonnine, anfore, le solite cose secondo mia moglie, però tra le lapidi sepolcrali quella di Cumiano, donata all’abate dal famoso re longobardo Liutprando, è davvero bella.

E’ora di scendere nella cripta per vedere il famoso mosaico di S. Colombano e, sorpresa, ci sono i centauri Harley-Davidson con tanto di guida, altro che rozzi Longobardi, è proprio vero che l’abito non fa il monaco. Che dire, il mosaico si vede al contrario e la cosa è un po’ frustrante, si capisce e si apprezza di più in foto, mentre il sarcofago di S. Colombano è decisamente più a portata di mano, elegante ma talmente pulito e perfetto che sembra fatto ieri.

Il Duomo di Bobbio

Ormai che siamo qui, vuoi non vedere il Duomo? La costruzione del Duomo comincia quattrocento anni dopo quella dell’Abbazia e nei successivi mille anni è stato fatto e rifatto più volte come sempre succede con le chiese antiche, morale, l’ultima versione non mi piace con quelle colonne pesantissime e gli affreschi ovunque come il Duomo di Monza.

La cosa più interessante è nella Cappella di S. Giovanni, a destra dell’abside, una bellissima Annunciazione del Trecento, riscoperta per caso e salvatasi dai rifacimenti successivi.

Nel gruppo serpeggia la stanchezza, è ora di salutare figlia, genero e nipotina, e il Museo del Duomo? Stoicamente la moglie accetta di seguirmi.

Volevamo solo dare un’occhiata, dichiariamo alla signora che ci accoglie all’ingresso, prego, se aspettate un attimo arriva la guida, che vuoi dire, no grazie? Solo due parole, ci promette il signore gentilissimo, ma si sa, una parola tira l’altra e alla fine visitiamo tutto il museo che non è, per la verità tanto grande.

C’è la Sala dei Vescovi con i ritratti ipotetici di tutti i vescovi succedutisi nel tempo, quattro serissimi busti reliquiari, poi libri antichi tra cui una copia delle primissime edizioni del Theatrum Orbis Terrarum di Abraham Ortelius del 1575, uno dei fondatori della geografia storica e libri miniati probabilmente dallo scriptorium dell’abbazia, ma quanti ce ne sono?

In un armadio il Tesoro del Duomo, calici, pissidi, croci, ostensori, turiboli in metalli preziosi e gioielli vari e alla fine una sorpresa, ci tiene a farcela vedere, una cassettiera con 365 scomparti e in ognuno la reliquia del santo del giorno, l’ha raccolta l’ultimo vescovo di Bobbio, ci dice sorridendo la guida, non riesco a trattenermi, ma questa è come la raccolta delle figurine!? La guida continua a sorridere comprensiva.

E il resto? Il borgo medioevale ritenuto uno dei più belli d’Italia? E chi l’ha visto, non abbiamo avuto tempo!

1 commento su “Cosa vedere a Bobbio, terra dei Longobardi”

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