Escursione dal Catinaccio alle Torri del Vajolet – Dolomiti

La Val di Fassa è uno dei luoghi simbolo per gli appassionati di montagna provenienti da ogni dove, trekking ed escursioni durante il periodo caldo, discese su piste innevate in inverno; natura e sport all’aria aperta creano infatti in questa zona un’unione indissolubile.

Valle situata nel Trentino nord-orientale con le maestose Dolomiti che le fanno da cornice, ritroviamo qui differenti possibilità ed opportunità per tutti gli sportivi. Escursioni, trekking, alpinismo, ma anche parapendio, arrampicata e sci durante il periodo invernale. Considerando il magnifico paesaggio in cui ci troviamo non ci sono dubbi sulle differenti e molteplici attività che possono essere svolte in questa zona.

Sarà che tra le montagne mi sento a casa, sarà che il profumo dell’erba appena tagliata mi mette allegria, saranno le persone con cui decidi di affrontare un’avventura, ma qui tra queste montagne così grandiose ho percorso uno dei trekking più belli che abbia mai fatto.

Siamo pronti allora? Partiamo!

Partenza da Campitello di Fassa

La sveglia è molto presto alla mattina, con gli occhi ancora offuscati dal sonno e con una tazza di caffè in mano come nei più classici film americani, ci avviamo quindi verso questa valle incantata. Il percorso che abbiamo pensato non era un classico percorso ad anello, con l’arrivo nel punto di partenza, ma decidiamo di utilizzare due macchine, una la lasciamo a Campitello di Fassa e l’altra a Vigo di Fassa, punto da dove siamo poi partiti con il nostro trekking.

La prima partenza è poco traumatica, infatti dal parcheggio troviamo ben presto una funivia che risulta indispensabile per avvicinarsi al punto di partenza dell’escursione effettiva risparmiando tempo e parecchie energie. Ne avremo bisogno!

L’arrivo della funivia da solo può ripagare lo sforzo della sveglia all’alba, ve lo assicuro! Davanti ai nostri occhi si allarga un paesaggio mozzafiato, le montagne così immense, grandi e maestose talmente vicine da poterle quasi toccare. E qui è doveroso fare la prima pausa per ammirare ogni singolo angolo, ogni singola roccia e arbusto che si stagliano davanti a noi! La bellezza pura e la grandiosità si aprono davanti a noi e non possiamo fare altro se non ammirarle con gli occhi e con il cuore!

catinaccio

Rifugio Gardeggia e Torri del Vajolet

Dopo questa doverosa pausa si riparte, zaino in spalle e via! Tutta la prima parte del percorso è rappresentato da una piacevole passeggiata nel bosco che porta fino al Rifugio Gardeccia. Da qui, inizia l’escursione vera e propria: direzione Torri del Vajolet. La difficoltà aumenta così come la bellezza, gli alberi verdi lasciano spazio ad un paesaggio lunare con roccia fredda che però paradossalmente riesce a scaldarti il cuore.

La salita aumenta, l’impegno e lo sforzo richiesti pure, niente di trascendentale ma questa escursione richiede una discreta preparazione fisica, o almeno non affrontatela dopo il pranzo della domenica dalla nonna! Ovviamente, come sempre, ci troviamo in montagna. La bellezza e l’incredulità non devono farci abbassare l’attenzione o sottovalutare alcuni passaggi. I limiti personali devono sempre essere tenuti in considerazione, la montagna può risultare pericolosa anche per i più preparati.

salita alle Torri del Vajolet
catinaccio

Rifugio Principe

L’arrivo al rifugio Principe è un’ottima occasione per riprendere fiato, riposare un po’ le gambe per poi ripartire con maggiore energia. Da qui la vista che si spalanca davanti, lascia completamente senza parole! Le montagne sanno di poesia e immensità, la nebbia si dirada e lascia spazio alla pura bellezza.

Fermati e ammira in silenzio ciò che hai conquistato con fatica e impegno! La vetta è tua! Le torri del Vajolet si stagliano davanti ai tuoi occhi, grandi, immense. Puoi sentire la loro maestosità nel vento che soffia sul tuo viso e nelle rocce sotto i tuoi piedi.

La bellezza di questo è che ogni tuo piccolo problema viene ridimensionato, capisci quanto siamo piccoli e fin troppo spesso egocentrici! Queste rocce così maestose sono lì da secoli, millenni, e ci saranno per tanti altri dopo di noi!

Ok, quindi adesso si mangia, giusto? Ah, no?

rifugio VAJOLET

Eh, proprio no! Il nostro obiettivo infatti non era questo! Il nostro arrivo (e il nostro pranzo) erano fissati al Rifugio Antermoia. Per raggiungerlo dovevamo superare l’omonimo passo e raggiungere il lago. La discesa dopo il Passo deve essere affrontata con cautela, perfino a luglio (quando noi abbiamo fatto questa escursione) possiamo trovare neve, e se anche non ci fosse neve le rocce sottostanti possono risultare pericolose.

discesa dal Antermoia

L’arrivo al lago è splendido, la vista di questa incredibile opera della Natura ripaga ogni sforzo fatto. Il lago freddo di montagna, con le rocce attorno che si specchiano, la neve entra direttamente nell’acqua regalando uno spettacolo senza paragoni.

lago Vajolet

Rifugio Antermoia

Instagram qui ci ha richiamato tutti all’appello, il pranzo poteva aspettare! Dopo il servizio fotografico D’OBBLIGO, proseguiamo ed arriviamo in pochi minuti al Rifugio Antermoia dove un piattone di polenta non ce lo avrebbe tolto nessuno.

Dopo la pausa MERITATISSIMA, zaino in spalla e iniziamo con la nostra discesa. Il percorso da noi pensato si srotolava lungo la Val Duron, passando davanti al Rifugio Micheluzzi e continuando la discesa.

Ritorno a Vigo di Fassa

Il paesaggio cambia radicalmente qui, dalle vette più alte, lunari, rocciose che ci siamo lasciati alle spalle, scendiamo ed arriviamo poi ad un ambiente classico trentino, prati verdeggianti, mucche al pascolo, fiori e arietta fresca. Questo è quello che ci si dovrebbe aspettare vero? Peccato che durante la nostra discesa il meteo abbia deciso di non essere per nulla clemente con noi. Una pioggia molto fitta ci ha accompagnato per tutto il percorso fino alla macchina.

Siamo arrivati al punto finale del nostro trekking bagnati fradici con i piedi completamente immersi dentro il laghetto che si era formato all’interno degli scarponi. Ci siamo fiondati in fretta e furia all’interno dell’auto per terminare il nostro anello ritornando a Vigo di Fassa dove avevamo lasciato l’altra macchina.

L’emozione provata in questa giornata è stata senza pari. Arrivare in cima è stato emozionante, bello, quasi soprannaturale. La sensazione che si riesce a provare davanti alla meraviglia è grande e difficile da spiegare, difficile da mettere su carta. L’infinito davanti a te, la grandezza, la bellezza e la perfezione! La sensazione di essere piccoli di fronte alla grandiosità della Natura, ma al tempo stesso riuscire a sentirsi grandi e completi grazie a ciò che si staglia davanti ai nostri occhi.

P.S. La polenta era davvero buona!

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