7MML coinvolge professionisti dell’immagine e della comunicazione in un viaggio ispirato dal cuore e guidato dal desiderio di conoscere altre realtà, finalizzato all’aiuto umanitario, alla valorizzazione etica ed estetica del viaggiare consapevole, alla sensibilizzazione ecologica nei confronti dell’ambiente.
La prima fase del viaggio ha visto i partecipanti arrivare dall’Italia al Kazakistan. Il 15 luglio è iniziato il percorso che li porterà fino in Cina, e poi ci saranno le tratte Canada-Panama, Colombia-Bolivia, Bolivia-Argentina, Sudafrica-Etiopia, Etiopia-Italia, per giungere finalmente a Milano il Primo Maggio 2015 in concomitanza con l’apertura dell’EXPO 2015.
Dal diario di Luca Rizzotti
16 luglio
Siamo in Kyrgyzstan e la nostra meta, una volta lambita la capitale Bishkek, è Kochkor, un piccolo paese sulla strada per il passo del Torugat, una delle porte d’ingresso per la via della seta in territorio uiguro. Durante il percorso montagnoso si apre finalmente ai nostri occhi un paesaggio fantastico dove si alternano morbide dune erbose e picchi sabbiosi, wadi verdeggianti e pascoli per i protetti cavalli Takhi. Siamo a quasi duemila metri di quota ma è difficile rendersene conto. L’incontro con una iurta chirghiza e l’allevatore suo proprietario sono la prima vera occasione per brandire le macchine fotografiche e approfittare di una visita al suo interno dove scopriamo la moglie dell’allevatore intenta a produrre una sorta di ricotta concentrata e dura, bianca come la pietra. Poi la sera scende rapida su Kochkor, il paese nel quale prendiamo alloggio e ci concediamo una cena a base di carne stufata, patate e cipolle. Un giro di vodka per tutti sancisce la fine di una giornata piena.
17 luglio
Partiti alle otto del mattino da Kochkor maciniamo chilometri in direzione Naryn, ultima città prima del passo del Torugart, il leggendario accesso per la Via della Seta e dai Paesi “stan” verso la regione uigura dello Xinkiang. Partiamo da un’altitudine di circa 1400 metri per ascendere ai 3750 del passo solo di recente aperto agli stranieri. Ci attendono cinquecento e oltre chilometri, quasi tutti in sterrato, la maggior parte dei quali attraverso valli costellate dalle gher (i russi le chiamano yurte) che ci fermiamo a visitare sempre accolti dalla composta gentilezza dei nomadi. Si alternano paesaggi in quota e lunghe distese pianeggianti contornate da picchi rocciosi e rossastri, quasi lunari. Stelle alpine e profumate artemisie punteggiano i percorsi erbosi salutando il nostro passaggio.
Verso le quattro del pomeriggio l’arrivo alla frontiera kazaca rappresenta il primo dei nostri problemi di giornata. Solerti guardiani in divisa militare ci comunicano che non è più possibile inoltrarsi in territorio cinese e paiono irremovibili nel loro intento. Ci alterniamo nelle suppliche, ci diamo malati, attesi al confine da pazienti guide prive di nostre notizie. Non è possibile chiamare nessuno e il malfermo inglese di tutti noi si mischia al loro, quasi inesistente. Fa freddo ma un sole brillante illumina il paradosso. Nonostante la loro fermezza, all’improvviso e apparentemente senza motivo la situazione alla fine si sblocca. Ripartiamo gettandoci a capofitto lungo i pochi chilometri della discesa sterrata che porta al confine. Lo troviamo chiuso. All’apparenza deserto. Ostruito da una grande cancellata che forse un tempo ha conosciuto giorni di gloria. Appaiono quattro o cinque soldati cinesi, giovanissimi e curiosi, ci fanno qualche domanda incuriosita ma l’arrivo delle nostre guide uigure risolve ogni questione e infine passiamo prodigandoci in saluti. L’ultimo tratto di strada è veloce e la città di Kashgar ci accoglie quando sono ormai le due del mattino, complice il balzo di due ore in avanti del fuso ufficiale cinese.
19 luglio
Ci si abitua presto a tutto. Già ci sentiamo a nostro agio tentando di evitare i motorini elettrici che silenziosi arrivano improvvisi alle nostre spalle, al traffico caotico e a una lingua che non conosciamo e che intuiamo non essere mandarino. La città non è particolarmente bella ma conserva il suo fascino di antico mercato, crocevia di tutte le popolazioni nomadi in cerca di riposo e acqua lungo il cammino della via della seta. Ancora una volta il tour gastronomico è stato sorprendente per vivacità e stranezze incorniciato da un temporale in arrivo che rende la luce magica. Guardo i miei compagni muoversi tra bancarelle e tavoli nel labirintico e caotico mondo del mercato serale. Agili e persistenti, determinati a strappare l’immagine migliore. Marziani armati di armi innocue ma tecnologicamente avanzate in un mondo che tollera un’invadenza gentile, mai invasiva. Il forte vento generato da nubi scure muove e mischia gli odori e il fumo dei piatti delle piastre e delle griglie ci avvolge e a volte ci nasconde l’uno all’altro. Quando ci ritroviamo è sempre per comunicare un reciproco e affascinato stupore.
Leggi la puntata precedente: l’arrivo in Kazakistan
L’associazione culturale 7MML è diretta da Giuliano Radici (presidente) e Marco Bariselli (tesoriere).