Che si tratti di un viaggio in aereo, in treno, in autobus o su un carretto trainato da buoi, un lungo trasferimento è quel fatidico momento in cui non si può fare a meno di entrare in contatto ravvicinato con altre persone. Per alcuni è un momento esaltante in cui stringere nuove amicizie e condividere esperienze e aspettative, per altri è un interminabile momento di imbarazzo preceduto da stati d’ansia e incubi notturni. Comunque la pensiate, la domanda a cui non si può sfuggire prima di imbarcarsi sull’ennesimo viaggio della speranza è “accanto a chi mi siederò?”.
Siccome sono una persona meschina e infelice ho fatto una lista delle otto categorie di persone a cui vorrei si impedisse di salire a bordo (qualunque sia il mezzo) quando sono in viaggio.
Il figlio (non voluto) dei fiori
Vestito con tessuti di canapa o sacchi di iuta per concime riciclati da un ramo di massima sicurezza del carcere di Bogotà, capelli lunghi, barba incolta, sandali anche d’inverno o in Siberia. Mi guarda con aria sorniona e dopo aver appreso che mi sto dirigendo a Koh Phangan per la festa della luna piena, afferma con accondiscendenza: “Sì, vent’anni fa era proprio forte, ma ora che ci hanno costruito quattro bungalow sulla spiaggia è diventata troppo commerciale, io sto andando a Pulau Gebe, su una spiaggia dove non c’è mai nemmeno un cane, talmente pidocchiosa che persino le scimmie si rifiutano di fare il bagno lì…” E il fatto che lui stesso di anni non ne abbia più di venti non sembra ostacolare le sue arroganti certezze.
Madre con prole infernale al seguito
D’accordo, i bambini sono il nostro futuro, ma perché devono diventare il mio atroce presenta nel corso di 16 ore di treno da Puri a Calcutta? E perché tutti, dal capotreno che sta in testa alla signora con l’apparecchio acustico in coda, si accorgono di quanto strillano le due pesti, mentre la madre ha l’aria serena di chi stia ascoltando un concerto di Mozart? Cosa succede all’apparato uditivo delle donne quando partoriscono, modifica i suoni in entrata?!
La vecchia bisbetica indomabile
“Ma come mai un bel ragazzo come te non ha ancora trovato una donna per bene da sposare?” (l’ho trovata, mi hanno scaricato tutte e 39), “e cosa fai tutto solo in viaggio? Non hai paura di viaggiare da solo?” (no, solo di incontrarla di nuovo su un autobus), “sai che sei uguale a mio figlio biondo, alto due metri e dieci e capitano della squadra di pallavolo” (sono un calabro-pugliese con un lavoro sedentario… fate voi), “e lo sai che… ma stai dormendo?” (no, sto fingendo un coma irreversibile. Forse se mi concentro abbastanza riuscirò a provocarmi un’embolia).
Il latin lover mancato
Quando sei salita su quell’autobus eri una ragazza gentile e serena, piena di sogni e di speranze, entusiasta all’idea di scoprire nuovi mondi e stringere nuove amicizie. Quando i vostri sguardi si sono incrociati hai offerto il solito candido sorriso di circostanza, ma per lui era una dichiarazione irreversibile di amore sconfinato. Quando ha chiesto se il posto accanto al tuo era libero, tu ovviamente hai detto di sì, e per lui è stata la conferma che lo stavi aspettando con ansia. Dopo nove ore di banalità e insulsaggini, complimenti non richiesti e squallidi contatti finto-casuali con le sue mani sudaticce, sei diventata un’anarco-femminista-insurrezionalista, promotrice della clonazione solo per donne e del diritto all’aborto in caso di figlio maschio.
La coppietta in amore
Certo che vi faccio una foto. Che carini che siete. Sì lei è molto bella, sei proprio fortunato. No figurati, fai pure, falle una colonscopia con la lingua mentre ti rispondevo all’ennesima domanda cretina, poco importa che sia stato tu a chiedere. No no, non mi scoccia affatto essermi dovuto spostare accanto a questi bagni puzzolenti per potervi far stare l’uno accanto all’altra. Ora però scusate, già che li ho qua vicino vado un attimo a vomitare e torno subito…
Il saputello in ansia
Mio caro brufoloso amico, io a malapena so dove stiamo andando. Se al nostro arrivo scopro che la popolazione locale non pratica il cannibalismo per me è già un successo assoluto. Cosa vuoi che ne sappia di quale linea della metro di Shanghai conduce all’hotel Yang Van Sticacchi, o di quale sia il mezzo più conveniente per raggiungere lo stagno in cui una volta ha fatto pipì Napoleaone? E sì, sono molto felice per te se hai fatto 37 vaccinazioni prima di partire e hai seguito un corso di due mesi di swahili, sono certo che ora potrai goderti al meglio i tre giorni di soggiorno che programmavi da quando avevi sei anni. Certo, ovviamente scendi al capolinea, che sciocco da parte mia chiederti se per caso la tua destinazione arrivasse prima…
Quello ingombrante
Questo è un classico, ma può assumere varie forme. Potrebbe essere il tipo “corpulento” che avrebbe bisogno, non dico di due sedili, ma almeno di un’intera stiva per stare comodo senza schiacciare metà dei passeggeri a ogni suo sussulto. Oppure il saccoapelista con uno zaino grosso quanto il Canada, oltre alla borsa termica per le bevande, quattro differenti dispositivi portatili e il contenitore criogenico con gli organi di scorta. O magari semplicemente una versione alternativa della vecchia bisbetica il cui unico scopo sia farvi notare che il bracciolo non è vostro, lo spazio su cui state allungando le gambe neppure e se dovete rispondere al telefono potreste anche alzarvi e arrampicarvi sul tetto per non disturbare. A tutte queste persone dico soltanto: grazie, ora quando finirò in isolamento in una cella cambogiana lo riterrò un premio inestimabile.
Il blogger
All’inizio sembra tranquillo, sorride pacatamente e parla il minimo indispensabile. Poi mano a mano che il viaggio prosegue lo si scopre a scrutare accanitamente gli altri passeggeri, scribacchiare misteriosi appunti su un taccuino e intromettersi senza ragione nelle conversazioni degli altri con toni inquisitori. Quando per la tredicesima volta viene sorpreso a scattare un primo piano ravvicinato con il flash ad una donna yemenita in viaggio con i genitori verso la residenza del futuro marito, metà dei passeggeri sono già pronti a linciarlo. E se tu non sei tra questi e in un rigurgito di compassione ti avvicini per fare quattro chiacchiere, per farlo sentire meno isolato, ricordati che potrebbe approfittarne per trarne il tuo profilo caratteriale e usarlo per un insulso post domenicale. Ebbene sì, molto probabilmente ci sono anch’io tra i personaggi con cui non vorreste mai condividere un lungo viaggio!
E tu, sei uno di questi passeggeri indesiderati? Oppure ne hai mai incontrato uno? Lascia un commento e condividi la tua esperienza con noi!
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.
ottimo articolo. Credo che la gamma di personaggi sia infinita. Si viaggia per sopperire ai fallimenti nella vita di tutti i giorni, sperando che il viaggio offra…soluzioni? Diventano incubi per il gruppo, siano uomo o donna, del nord e sud Italia. L’interesse per i paesi che si visitano è uguale a zero. Si sono perse le “emozioni” e l’entusiasmo. Dovrei fare un articolo abbastanza lungo…per il momento ti dico che io amo, continuo a viaggiare. Complimenti per l’articolo. http://www.vincenzomoneta.com
Io, che al pari dell’autore di norma so a malapena dove sto andando (è in effetti soltanto al ritorno che, come è normale, ne so un pochino di più) sono sempre rimasto assai turbato dai numerosi saputelli in ansia incontrati. Ma come – mi sono ritrovato a riflettere – questo qui sono anni che si prepara a ‘sto viaggio e io invece… ma non è che avrò preso anche stavolta tutto sottogamba come è mio solito? Non è che per esser stato così superficiale mi perderò delle cose fondamentali? E non ne parliamo poi di quando incontri la malefica variante del personaggio che non fa che ribadirti in continuazione “guarda, devi assolutamente vedere questo e quello e quello… non puoi perderti assolutamente quello e quell’altro… due giorni e tre giorni e sette giorni sono il minimo per visitare lì e là e là… se ci dedichi meno tempo è inutile, e che ci vai a fare allora, no, perché meno di un mese e due mesi e tre mesi non farai a tempo a renderti conto di niente, non respirerai l’atmosfera…” Ah sì? E le ferie e l’anno sabbatico me le dai tu? E le mesate intere in giro me le finanzi tu? E alla mamma e alla zia e alla moglie glielo dici tu che non torno prima dell’altr’anno? Senti, vuoi che ti racconto di quella volta che sono volato in Canada per una settimana? E in Islanda una volta per tre giorni ed un’altra per tre ore? Eh? Vuoi che te lo racconto? Col piffero che avrei viaggiato quello che ho viaggiato se mi fossi sempre comportato come fai tu… vogliamo scommettere a chi ha visto di più tra me e te?
Metterei anche come categoria anche le scolaresche…studenti, che vanno a scuola e tornano in treno e abitando in paesini sperduti, trovano più agevole recarsi a scuola in treno. Urla, schiamazzi e fastidiosi ridolini, rendono il viaggio di chi gli capita vicino non proprio piacevole….
Ho trovato questo articolo molto gradevole e divertente…!