Durante un breve soggiorno nella bellissima città di Alghero mi metto alla ricerca di qualcosa di diverso da fare che non sia il monotono prendere il sole in spiaggia o il bere birra ghiacciata sotto l’ombrellone.
Camminando per il porto trovo quello che fa per me: un’esperienza ecoturistica promossa dall’Ente Progetto Natura che propone escursioni in mare finalizzate all’osservazione di specie marine, litorali costieri e paesaggi.
Il volantino mi spiega che “a bordo di Aria potrai conoscere il mare e le coste di Alghero da diversi punti di vista, con un’esperienza multisensoriale”.
Aria mi sembra un nome simpatico per una barchetta e mi decido a prenotare un’escursione per il giorno seguente. Le possibilità sono due: un’escursione la mattina dalle 9 alle 13 ed una il pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30.
Un simpatico ragazzo di nome Fabio con un accento un po’ troppo familiare chiede quindi i miei dati: il numero di telefono (mi chiameranno per annullare l’escursione in caso di maltempo), il numero di scarpe (mi verranno consegnate pinne, maschera e boccaglio per lo snorkeling) e se sono vegetariana o meno per poter gustare l’aperitivo che verrà servito a bordo.
Un attimo di titubanza è più che giustificato nel risolvere la spinosa questione del vegetarianismo e mentre Fabio mi guarda con sospetto gli spiego che, essendo emiliana, è per me impossibile rinunciare al prosciutto crudo. Gli scappa una risata e mi dice che essendo modenese capisce perfettamente il dilemma.
Siamo già diventati amici.
Il prezzo di 35 euro (25 euro per i bambini fino ai 12 anni) è incredibilmente basso per questa esperienza che promette quattro ore ricche di avvenimenti e di cose da fare.
Il giorno dopo alle 8.45 mi reco al punto di incontro ed insieme ad un piccolo gruppo di altri esploratori mi dirigo verso il molo con Fabio e gli altri due collaboratori: Gabriella e Francesco. Rimango piacevolmente stupita nello scoprire che quello che credevo fosse una simpatica e scalcagnata barchetta di nome Aria è invece un Ocean Ways di dieci metri che può ospitare a bordo fino a 15 persone.
Alle nove in punto si parte. Adoro la gente puntuale.
Durante il tragitto verso il mare aperto lo staff fa le presentazioni ufficiali (in più lingue) e ringrazia gli ospiti per la partecipazione che permette all’associazione ONLUS MareTerra di proseguire le proprie ricerche grazie al nostro contributo.
Scopro quindi che questi tre ragazzi sono biologhi marini e che hanno potuto realizzare questo progetto grazie alla vincita di un bando pubblico europeo realizzato con il contributo della Regione Sardegna. Unendo le loro esperienze professionali e la loro preparazione scientifica hanno presentato un’idea imprenditoriale vincente, dandoo vita ad un’associazione no profit che ha come finalità la tutela e la valorizzazione dell’ambiente tramite lo svolgimento di attività di educazione, istruzione e formazione.
Le prime due ore le dedichiamo alla ricerca attiva degli animali lungo una delle rotte studiate in base alle conoscenze sulla biologia e distribuzione della specie nel Golfo di Alghero. Un osservatore a prua e uno a poppa scandagliano visivamente il mare mentre uno dei biologhi a bordo ci spiega tutto ciò che riguarda la vita dei delfini, il loro ciclo biologico, il comportamento, la comunicazione nonché le minacce alla conservazione della specie.
Lo staff a bordo è impegnato nella raccolta dati GPS per lo studio della distribuzione spaziale della specie e fotografie delle pinne dorsali. La pinna dorsale varia per forma e cicatrici da individuo a individuo, un po’ come l’impronta digitale. Gli avvistamenti sono numerosi e una volta individuato un esemplare ci avviciniamo nel pieno rispetto del codice di condotta internazionale adottato da Progetto Natura.
Io ho già visto delfini in varie parti del mondo, ma mai così da vicino, e vederli nuotare e saltare fuori dall’acqua a meno di due metri di distanza è un’esperienza che toglie il fiato.
Grazie alla tecnica della foto-identificazione adottata a bordo scopriamo i dettagli degli individui osservati (sesso, età, residenza, stato di salute) e attraverso l’impiego di un idrofono ascoltiamo le loro vocalizzazioni.
Dopo circa due ore piene di “ohhhh” e di “ahhhh” ci allontaniamo con la barca e passiamo davanti alle meravigliose e antichissime scogliere di Capo Caccia, l’Isola Foradada, l’Isola Piana e la baia di Porto Conte.
All’interno della baia di Porto Conte ci fermiamo per lo snorkeling. I fondali, ricoperti da folti gruppi di Posidonia Oceanica alternati a banchi di sabbia bianca, compongono un fondale marino ricco di flora e fauna. I pesci più curiosi si avvicinano e ci circondano per poi scappare al primo movimento.
Terminato lo snorkeling è ora dell’aperitivo a chilometri zero che ha lo scopo di favorire la conoscenza dei prodotti tipici locali e sostenere i piccoli produttori. Niente prosciutto crudo di Parma, ma a questo punto chi ne sente la mancanza?
Terminato l’aperitivo ripartiamo alla volta del porto di Alghero ed io ne approfitto per avvicinare i tre biologi e fare loro qualche domanda in incognito.
Chiedo loro qual è l’esperienza più memorabile legata a questa iniziativa.
Mi risponde Fabio, biologo uscito dal Politecnico di Torino, esperto tecnico in GIS con certificazione ECDL ed esperto ambientale in Ecolabel.
“Il varo di Aria. Vederla toccare l’acqua è stato realizzare i nostri sogni e vedere finalmente concretizzate le nostre speranze in barba a sforzi e sacrifici. Tutto questo ci porta a nuove sfide, la nostra crescita come persone, migliorare e portare innovazione nel settore turismo che per troppo tempo, e ancora, si dimostra ancorato a schemi del passato. Siamo molto entusiasti dei risultati ottenuti fino ad ora ma sappiamo bene che abbiamo ancora molto da imparare.”
Cosa significa “ecoturismo” nel vostro caso specifico?
“Significa unire il piacere del viaggio e della scoperta a quello della conoscenza, rendere il turista responsabile e informato circa i valori delle risorse naturali di cui usufruiscono e della cultura locale con cui entrano in contatto, contribuendo con il nostro stesso lavoro alla crescita economica e al benessere della popolazione locale.
Quali difficoltà avete incontrato nell’iniziare questo percorso in un paese che ha poca fiducia nei giovani?
“L’ostacolo più grande è indubbiamente la burocrazia e i suoi tempi. Si tratta di una sorta di corsa ad ostacoli dove devi sempre guardarti alle spalle. Il nostro è un sistema punitivo che non aiuta a prevenire gli errori, anzi contribuisce a crearli a causa di un dedalo normativo sconfinato ma non esente di vuoti normativi importanti, errate interpretazioni e leggi contrastanti e continue scadenze che assorbono fin troppe energie e tempo al proprio lavoro.”
Francesco – incaricato della gestione dell’escursione e addetto alle relazioni esterne – e Gabriella – dottoranda all’interno del Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale dell’Università di Parma – mi spiegano come insieme hanno fondato Naturalghero, un’iniziativa che lavora parallelamente a Progetto Natura. Gli stessi principi muovono questa attività in ambito terrestre attraverso una serie di escursioni dedite alla scoperta delle coste e dell’entroterra sardo, tour archeologici, tour enogastronomici associati alla cultura e tradizioni locali.
Una volta arrivati sulla terra ferma non mi rimane che salutarli e fare loro i miei migliori auguri. Mentre mi allontano mi sento richiamare e Fabio mi chiede il perché di tutte queste domande specifiche.
“Ah… questo è un segreto!”
Il loro sorriso è davvero gratificante. Chissà che con questo articolo io non riesca a restituire loro qualcosa, in cambio di questa magnifica giornata.
Cresciuta tra i verdi prati della Valtellina e la traballante Emilia mi sento a mio agio con le scarpe da trekking ed uno zaino sulle spalle. Sono architetto, vivo a Firenze ma sono cittadina del mondo. Sono un’avida lettrice di libri in lingua ed un’aspirante scrittrice. Parlo al contrario ed amo correre, anche lunghissime distanze, ma solo all’aria aperta. Cosmopolita e poliglotta, la mia vera passione, oltre ai viaggi ai quattro angoli del globo, è l’architettura contemporanea ed eco-sostenibile. Il mio architetto preferito è l’italianissimo Renzo Piano che spero un giorno di incontrare. Potete seguirmi su Instagram (missarchipaola) o scrivermi un’email ([email protected]).