L’11 dicembre 2013 l’Uruguay ha deciso di rendere la cannabis un prodotto legale, coltivabile e commerciabile. Prima di prenotare l’aereo e comprarvi un cappello con le treccine finte, però, sappiate che al momento la vendita del discusso vegetale è consentita solo a beneficio degli uruguaiani e non dei turisti. L’Uruguay, nondimeno, è diventato il primo Paese al mondo a legalizzare il commercio della cannabis (nemmeno in Olanda, infatti, è pienamente legale).
La nuova legge entrerà in vigore il prossimo aprile e consentirà ai cittadini maggiorenni di coltivare fino a sei piante a persona e di comprare fino a 40 grammi di marijuana al mese se registrati presso apposite associazioni, le quali potranno invece coltivare fino a 99 piante. Il governo uruguaiano spera che la nuova legge colpisca il mercato dei cartelli della droga: per conservare prezzi bassi in modo da escludere i trafficanti clandestini il governo vuole fissare i costi a circa un dollaro al grammo.
In tutto il mondo ormai il dibattito sulla legalizzazione della cannabis sta aprendo la strada a riforme importanti. I motori di tale cambiamento sono gli accertamenti in ambito medico – soprattutto nella terapia del dolore e contro alcuni disturbi mentali e alimentari – oltre agli indubbi vantaggi economici e nella lotta contro i trafficanti. La depenalizzazione, inoltre, consentirebbe di alleggerire enormemente il lavoro di polizia e tribunali e impedirebbe che ragazzi innocenti vengano trattati alla stregua di criminali incalliti.
Secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nel 2011 erano oltre 80 milioni i consumatori di cannabis e il dato è in continua crescita. In Italia sono circa 3 milioni i consumatori abituali, mentre il valore globale del mercato è stimato intorno ai 140 miliardi di dollari (UNODC, “World Drug Report 2005”), ad oggi regolarmente consegnati nelle mani di mafie e cartelli della droga.
In Italia il recente referendum per la depenalizzazione della cannabis non ha raccolto adesioni sufficienti, mentre nonostante la legge ammetta teoricamente l’uso di preparati medicinali a base di marijuana e alcune regioni – Toscana, Puglia e Liguria – abbiano avviato l’iter normativo, a causa dell’effettiva difficoltà dell’ottenere una prescrizione e per i costi del farmaco, i malati sono spesso costretti a comprarla dagli spacciatori o a coltivarla in proprio rischiando il carcere.
Di seguito lo status legale della cannabis in alcune nazioni che hanno intrapreso la strada dell’uso terapeutico, della depenalizzazione o della parziale legalizzazione.
Argentina – Legale per uso privato dal 2009.
Australia – La legge varia da stato a stato: il possesso non è perseguito in Australian Capital Territory, South Australia, Western Australia e Northern Territory.
Belgio – Il governo belga ha iniziato un programma di ricerca volto a stabilirne l’efficacia medica. Sono permessi a scopo puramente personale, a partire dall’età di 16 anni, il consumo ed il possesso di quantità che non superino i 3 grammi e la coltivazione di una singola pianta di canapa nella propria abitazione.
Brasile – Depenalizzato in caso di possesso di quantità inferiore a 20 grammi.
Cambogia – Sebbene formalmente illegale, la cannabis viene acquistata e consumata in pubblico senza pericolo.
Canada – Depenalizzato. Ammesso l’uso terapeutico.
Cile – Il possesso e consumo in abitazioni private non è perseguito.
Colombia – Il possesso per uso personale fino a 22 grammi non è perseguito.
Ecuador – Ammesso il possesso fino a 10 grammi.
Giamaica – formalmente illegale, ma in realtà ampiamente tollerata. È consumata dal 70 per cento della popolazione e rappresenta una componente importante del Rastafarianesimo.
India – Ammesso l’uso durante i rituali religiosi. In alcune località vengono vendute bevande contenenti bhang, un preparato a base di marijuana.
Iran – È ammessa la coltivazione per scopi alimentari.
Messico – Il possesso fino a cinque grammi è stato depenalizzato nel 2009.
Nepal – Vuoto normativo. Cannabis e derivati sono venduti apertamente in tutto il Paese.
Pakistan – Sebbene illegale, il consumo di cannabis è largamente tollerato ed è considerato una tradizione secolare di sufiti e induisti.
Perù – Legale il possesso fino a otto grammi.
Portogallo – Il possesso di quantità ritenute sufficienti per fino a 10 giorni di consumo (25 grammi per le foglie, cinque grammi l’hashish, due grammi e mezzo l’olio) è stato depenalizzato.
Repubblica Ceca – Uso terapeutico. Il possesso fino a 15 grammi e la coltivazione fino a cinque piante sono depenalizzati.
Russia – Il possesso fino a sei grammi e la coltivazione fino a 20 piante sono puniti con una multa. I semi della pianta non sono soggetti a restrizioni.
Spagna – Non è legale, ma causa di un vuoto normativo non è nemmeno illegale. Il consumo è ammesso negli appositi Cannabis Social Club, oltre 500 associazioni no-profit di cui la metà si trova in Catalogna, ed oltre 70 di questi hanno sede nel quartiere centrale di Ciutat Vella a Barcellona.
Stati Uniti – Colorado e Washington hanno approvato con un referendum l’uso ricreativo della marijuana. Maine, Vermont, Montana, Colorado, California, Nevada Washington, Oregon, New Jersey, Rhode Island, Michigan, New Mexico, Alaska e Hawaii ne consentono l’uso medico.
Svizzera – Uso terapeutico. La comunità elvetica, inoltre, ha di recente depenalizzato i reati di possesso è consumo: un soluzione che ha ovviato alle 30.000 denunce l’anno che ingolfavano il lavoro di polizia e tribunali.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.