Partire per l’India con i figli per salvare le tigri

Quando le cose si stavano facendo difficili, la famiglia Whittles ha deciso di agire…. andando in India.

Colpiti al fianco dalla recessione, Geoff e Cherrie Whittle, famiglia inglese del Dorset, decide di cambiare radicalmente vita e con i due figli partono per l’India con una sola missione: salvare le tigri!

Hanno scritto un libro su questa loro avventura, giustamente intitolato ‘No Worry, chicken curry’ una raccolta di episodi aneddotici e di eventi che caratterizzarono il tempo trascorso dalla famiglia nel sub-continente indiano. Il libro è una storia moderna, con approfondimenti e riflessioni sulle tribolazioni affrontate tra burocrazia, clima, e “la sopravvivenza” con i due figli adolescenti.

Come è nata l’idea di andare in India e salvare le tigri?

A causa della crisi economica che ha colpito anche la nostra attività, unita al desiderio di fare qualcosa di nuovo e avventuroso piuttosto che continuare la nostra vita “scontata” in Gran Bretagna.

Qual è stata la vostra più grande paura prima di partire?

Geoff: Non ho avuto davvero alcun timore in quanto questo cambiamento portava solo nuove opportunità – un po’ ingenuo, forse, ma ha fornito l’impegno e lo slancio di rompere con tutto ciò che gia’ conoscevamo a casa

Cherrie: La mia più grande paura era di lasciare la mia famiglia in Inghilterra – quanto tempo sarebbe passato prima di rivedere i miei parenti? Come potrebbe influenzare i ragazzi questo cambiamento? Come possiamo educarli e dove? Quando avremmo trovato un posto dove vivere?

Quali sono state le reazioni  di familiari e amici quando avete raccontato i  vostri piani, e come avete affrontato eventuali reazioni negative?

Geoff: le reazioni della Famiglia sono state generalmente favorevoli e non hanno posto alcun ostacolo al nostro cammino. Gli amici sono stati meno solidali: c’e’ chi mi disse di considerare il futuro dei ragazzi e i sentimenti di mia moglie (come se questo non mi avesse gia’ attraversato la mente). Un amico è stato molto duro al punto che non ci siamo piu’ parlati da allora. Affrontare tutto questo è stato difficile, ma io intravedevo le opportunita’ nuove che ci sarebbero state una volta partiti.

Cherrie: Mia madre era molto turbata soprattutto quando ha visto tutta la nostra roba in vendita fuori dal garage. Si tranquillizzo’  una volta che trovammo una scuola cristiana per i ragazzi in India

Nei primi mesi trascorsi in India, quali sono stati i tre maggiori ostacoli che avete dovuto superare per quanto riguarda il vivere e lavorare?

Geoff: Apatia e ostruzionismo da parte delle autorità indiane, difficoltà di occupazione, educazione e placare i ragazzi durante i  lunghi mesi a Delhi, dove vivevamo nel caos e in un’ambiente spartano, rumoroso e sporco nella zona di Pahar Ganj – il ‘Bazaar’ principale di Delhi

Cherrie: imparare a vivere in una camera da letto in 4 e trovare il modo di incoraggiare i ragazzi a mangiare cibo adeguato ogni qualvolta riuscivo a trovarlo. Inoltre cercare di intrattenere i ragazzi durante i lunghi viaggi e spostamenti , mantenere la pace e la calma tra tutti noi, sempre cercando di essere positiva.

Qual è stata la tua miglior esperienza / momento durante il periodo trascorso in India?

Geoff: l’essere completamente solo con la mia famiglia nel profondo della giungla, e la piena libertà di viaggiare / esplorare  e vedere paesaggi incontaminati e mozzafiato

Cherrie: i tempi migliori sono stati i momenti trascorsi nella giungla, l’emozione di vedere e di sentire gli animali selvatici, il guidare tra le strade tortuose della jungla. La ricompensa di essere in grado di aiutare alcuni bambini tribali e le donne che vivevano all’interno del parco nazionale.

Qual è stata l’esperienza peggiore / momento durante il tuo tempo in India?

Geoff: lasciare  i nostri figli in collegio, quando avevamo promesso che non l’avremmo mai fatto. Oltre a questo, lasciare l’India è stato un grosso dispiacere

Cherrie: mandare i nostri figli a scuola, ma anche alcune delle lunghe giornate trascorse rinchiusi in casa durante il periodo dei monsoni, il non essere mai veramente all’asciutto. Inoltre trovare posti in cui andare in bagno, impresa non semplice in India

Vivere questa esperienza con due ragazzi adolescenti non deve essere stato facile: quali sono state le tre principali sfide che avete dovuto affrontare?

Geoff: E ‘stato quasi impossibile spiegare loro il motivo per il quale lasciavamo la Gran Bretagna, anche se poi si sono rassegnati all’idea. Nostro figlio Olly era il meno entusiasta dei due per un semplice motivo: avrebbe dovuto passare tutto il suo tempo in nostra compagnia oltre al fatto che in Inghilterra si era fatto il suo gruppetto di amici e anche una fidanzatina alla quale avrebbe dovuto rinunciare. Una volta in India poi creare l’entusiasmo giusto per le nostre avventure e’ stato ancora piu’ difficile in quanto per mesi non abbiamo visto l’ombra di un singolo animale selvatico. Per incoraggiare i ragazzi a tenere alto il morale, li incoraggiavamo a scrivere dei racconti sulle cose che visitavamo, un modo per mantenere alta la loro attenzione.

Cherrie: Devo dire che in qualche modo i ragazzi erano più resistenti di quanto io sia stata: trovavano sempre nuovi amici con cui giocare e nuovi modi per divertirsi… Ma ero sempre preoccupata che un giorno si avrebbero rimproverato questa esperienza, cosa che per fortuna, fino ad ora non hanno mai fatto.

Per chi volesse seguire le vostre orme e per tutti coloro che sono alla ricerca di realizzare i propri sogni,  o semplicemente prendersi una pausa dal proprio lavoro, quali consigli vi sentite di dare ?

Geoff: FATELO! Troverete sempre centinaia di motivi per non fare questo passo e pochissimi per farlo: ascoltate i pochi motivi che vi spingono a fare questa scelta per  non spendere il resto della vita con il rimorso di non essere partiti.

Cherrie: Sì, lo rifarei senza dubbio

Ora che non siete più’ in India cosa vi portate dentro di quella esperienza?

Geoff: Questa esperienza ci ha arricchiti personalmente ma anche come famiglia: siamo più’ legati di quanto lo fossimo prima di questa avventura. Superare momenti difficili rafforza i rapporti umani e sopratutto quelli tra genitori e figli.

Cherrie: la cosa più’ importante e’ stata l’esperienza fatta come famiglia, ma anche il non essere diventati così materialisti e di essere molto più considerevoli verso l’ambiente.

Per avere maggiori informazioni sul libro e sul progetto della famiglia Whittles di salvare le tigri, visitate il sito: www.chicken-curry.org.uk

Se state pensando ad un viaggio in India, vi consigliamo le seguenti letture e video:

Turchia: luoghi da vedere almeno una volta, fare un hammam tra questi

Era tempo che pensavo di stilare una classifica personale dei luoghi che, secondo me, valgono assolutamente la pena di essere visitati almeno una volta nella vita. In realtà si tratta di un elenco di posti da vedere ma anche, e soprattutto, di esperienze da provare.

Come sa bene chi mi conosce, anche solo attraverso ciò che scrivo, mi piace immergermi nei luoghi, annusando, assaggiando e sperimentando tutto quello che mi può far capire meglio un popolo.

Ho pensato di raggruppare luoghi ed esperienze per Paese, per comodità di consultazione.

Ovviamente, inizio con la Turchia che è noto essere uno dei Paesi che preferisco e che meglio conosco.

1. Fare un hammam

Il bagno turco è una vera e propria istituzione, un luogo di relax e socializzazione. In ogni città o piccolo paese se ne trova almeno uno ed è impagabile la sensazione di restare sdraiati sul marmo caldo al centro della stanza a guardare il caleidoscopio di colori che la luce forma, incontrando le piccole gocce di vapore.

2. Giro in mongolfiera, in Cappadocia

Grandi lingue di fuoco illuminano il buio delle cinque del mattino rompendo un silenzio irreale. Quando le decine di mongolfiere decollano nello stesso momento, non si riesce a credere che il cielo possa contenerle tutte. Invece, lassù, sembra di essere soli davanti allo spettacolo che la natura ha creato in questa regione magica.

3. Camminare all’alba, in Cappadocia

Questa regione è ricca di valli, ognuna meravigliosamente scavata nella roccia ed ognuna diversa dall’altra per colori e conformazione. In estate, il momento migliore per godersi una passeggiata in una di queste valli è l’alba, la temperatura e fresca ed i colori sono particolarmente saturi. Una volta iniziato il percorso, non vi pentirete di esservi alzati così presto.

4. Shopping a Urfa

Urfa è una città situata nella parte est della Turchia, al confine con la Siria. E’ la città di Abramo e, per questo, considerata sacra ma quello che più mi ha attirato è il suo grande, fornito e verace bazar. Un vero Paradiso per chi ama lo shopping. Rame, stoffe, spezie e molto altro.

5. Visita alla cisterna Basilica di Istanbul

Sorta nel periodo bizantino per sopperire alla mancanza d’acqua in caso d’assedio è, adesso, un luogo ricco di fascino ed atmosfera. L’illuminazione aiuta a rendere questo luogo ancora più suggestivo.

6. Palazzo di Topkapı

Sembra un luogo scontato, questo meraviglioso Palazzo affacciato sul Bosforo, dimora di Sultani e concubine. Segnalato su ogni guida turistica è veramente un gioiello che non ci si può far sfuggire, anche se la visita necessita di quasi una giornata intera. Bisogna visitarlo e lasciarsi trasportare dalla fantasia.

7. Giro sul Bosforo

Un paio d’ore dedicate ad ammirare le rive del Bosforo, con i suoi eleganti palazzi e le belle ville.

8. Kaş

E’ un piccolo paese sulla costa dell’Egeo che, pur essendosi modernizzato a favore del turismo, ha mantenuto la sua immagine di paese di pescatori. Piccole pensioni, niente grandi alberghi, ristorantini tipici ed un mare turchese.

9. Vedere le piantagioni di the e le risaie nelle Valli Georgiane

Avendo la possibilità di muoversi in auto, questa zona è imperdibile. Lunghe e profonde valli percorse da fiumi che regalano panorami incantevoli. Osservare le mondine all’opera o gli immensi terreni coltivati a the, riporta indietro nel tempo.

10. Accettare un invito a bere ilçay

Non è difficile che capiti di essere invitati a bere un the. In un negozio, in un Bazar o anche a casa di qualcuno, se sarete fortunati. Non lasciatevi sfuggire l’esperienza di entrare veramente in contatto con il popolo turco. Ricordate, per non apparire scortesi, dovete berne almeno tre bicchieri.

Per ora mi limito a questi dieci punti ma la Turchia ne meriterebbe, da sola, molti di più.

 

Per un viaggio in Turchia vi consigliamo le seguenti guide e letture:

Appunti dal Madagascar

Tongasoa Viaggiare in Madagascar

Ieri via da Nosy Be ed eccoci catapultati in Madagascar……il vero Madagascar. Nosy Be e’ un’oasi …un mondo a parte che risente del turismo nel bene e nel male…Siamo stati per cinque giorni in un bellissmo posto..Ambondrona nel bungalow sulla spiaggia che un “coraggioso”ragazzo italiano ha avuto l’ardire di costruire!

Un posto da sogno che e’stato disturbato solamente da un visitatore notturno che ci ha rubato un po’di cose….lo zaino con la macchina fotografica …gli occhiali miei da sole…un po’ di soldi …carte e documenti di Cosimo…peccato perche’l’episodio ci ha rovinato un po’ l’atmosfera idilliaca che stavamo vivendo…uno dei due ragazzi che ci ha rubato e’stato preso; prima c’e’stato l’inseguimento a cui ha partecipato tutto il paese …poi il semi-linciaggio….Cosimo e’ stato portato a vedere il ladro catturato….nella notte al buio si e’ trovato di fronte a un ragazzo di 22 anni legato ad un’altra persona …in lacrime e sanguinante ..era stato ferito piu’ volte dal “guardia” armato di un accetta…..ed e’stato fortunato perche’ Brio ha voluto portarlo in Gendarmerie….perche’ altrimenti usa farsi giustizia da soli……A parte questo spiacevole episodio Nosy Be e’ bellissima ..mare da sogno …una vegetazione che riempie gli occhi di verde…verde…solo verde….!!!!

Siamo stati a Nosy Iranja dove all’arrivo ci siamo trovati all’improvviso dentro una cartolina …poi abbiamo girellato un po’all’interno dell’isola ….sempre bella….Chez Alex e’un’oasi ….in riva al mare (anzi dentro) coccolati da Brio e dalla sua famiglia ….sono arrivati anche i vicini …due coppie di ragazzi molto simpatici di Ceccano …Agostino e Agnese …Agostino e Ilaria.Insomma tutto sommato 5 giorni facili ….poi ieri all’improvviso dopo aver salutato tutti i nostri amici, compreso il mio cane e i bambini di Ambrondona…in particolare Alex e Alan …eccoci in Madagascar.

Traversata da Helle-Ville a Ankify con il Ferry(tradotto in pratica barca di legno di dieci posti circa, in cui eravamo circa venti) e poi eccoci nel rinomato Taxi-Brousse!!!!!

Abbiamo bucato dopo tre minuti di viaggio ..il cambio della ruota e’stato una comica …tutti ridevano e nessuno se l’e’ presa…siamo ripartiti e dopo essere stati fermati per tre volte dalla polizia…(non si sa bene cosa voglia)..ridono tutti….siamo ripartiti e dopo un po’eccoci di nuovo fermi …di nuovo con la gomma a terra(quella appena sostituita)!!!!! Allora sono iniziate tutta una serie di manovre per riparare il danno ,sempre con il sorriso sulle labbra . Prima hanno provato a gonfiarla con la pompa a mano tipo bicicletta….poi si e’ fermato un camion che l’ha gonfiata usando  l’aria dei freni …pero’ non reggeva e quindi hanno risolto il problema mettendo nel buco …UNA VITE… Quindi ripartenza e in queste condizioni ci siamo fatti circa 70 KM. Dopodiche’ trasferimento in altro taxi-brousse guidato da un folle e via verso Diego…..Insomma per fare circa 250 km partenza alle 9,30 e arrivo alle 17.00…buono no!!!!?????

Diego non e’ bellissima ma cmq ieri siamo rimasti li’ a rilassarci un po’ ..abbiamo dormito un monte saltando anche la cena …cotti dal caldo e dal sole …e stamani altro trasferimento ..non so bene quanto abbiamo viaggiato in su’ e in giu’ per Diego prima di partire….in 20 su di un camioncino ,carichi fino all’inverosimile. Poi siamo arrivati in questo posto assurdo…perso nel niente …Joffreville…c’e’una pace e un silenzio.

Ho trovato un libro in questo alberghino che abbiamo trovato dove sembra veramente di essere in un altro mondo e in un altro tempo l’Auberage Sakatia…il libro parla dei Taxi-brousse… e dice delle verita’assolute…rubo delle frasi: Prendere un taxi-brousse e’parte della vita di questo paese, e’entrare un po’ piu’nell’anima del paese.Non ci sono orari, il taxi partira’quando sara’ pieno,molto pieno. Ancora due persone entrano e s’installano sulla ruota di  scorta…ancora una volta ..un passeggero scende per comprare le sigarette e un po’ piu’  un altro va a comprare del pane.Si aspetta,si aspetta semplicemente ,senza che nessuno si innervosisca.Il taxi riprende infine la strada . La discussione e’animata , i passeggeri fanno conoscenza, hanno apparentemente mille cose da dirsi .Io le ascolto senza capire niente e penso al silenzio pesante che regna nel metro.

La mattina ci siamo svegliati ancora immersi nel silenzio….e poi via in cammino verso il Parc de Montagne d’Ambre…4 km a piedi fino all’ingresso … abbiamo preso una guida con altri due ragazzi francesi e per cinque ore abbiamo camminato immersi dentro il parco….abbiamo visto lemuri ..camaleonti …troppo buffi…i lemuri ci guardavano incuriositi….poi ogni tanto una cascata “fady”…un luogo sacro di quelli dove i malgasci vanno a venerare i loro antenati…luoghi sacri dove e’ impossibile l’accesso agli stranieri…Mamoot la nostra guida e’ stata bravissima …ci ha fatto vedere tante cose che i nostri occhi pochi abituati avrebbero perso….lemuri che dormivano…camaleonti nascosti…orchidee…piante…..alberi….

Ora di nuovo a Jeoffreville persi nel silenzio e nel buio…godendoci le ultime ore di questa pace assoluta…domani si riparte…ci aspetta il solito viaggio in taxi brousseSveglia e attesa…siamo saliti e dopo vari viaggi in su’e giu’ per il paese con varie consegne… finalmente carichi.. siamo partiti…questa volta la caratteristica del nostro mezzo di trasporto era che non entravano le marce…in particolare la prima quindi quando ci fermavamo (evento abbastanza frequente) scendeva l’aiutante che inseriva manualmente la marcia….poi dopo un po’ eccoci di nuovo nel caos e nel caldo di Diego. Per scappare prima possibile abbiamo preso dopo lunga contrattazione un taxi che ci ha portato in un altro luogo difficile da descrivere… Ramena… un villaggio di pescatori all’interno del quale sono inseriti alcuni alberghi e qualche ristorante…ma sono di contorno…. la realta’ principale sono le capanne dei pescatori ..le loro barche… gli stranieri siamo noi….e un mare da togliere il fiato. Abbiamo trovato alloggio in un albergo molto carino Villa Beach e domani mattina partiremo con il fido Richard per scoprire il Mer D’Emeraud….di cui tanto abbiamo sentito parlare…organizzano tutto i pescatori del villaggio…trasporto in piroga…cibo e rientro….

Dopo una tranquilla nottata e una deliziosa cena consumata in compagnia di due svizzeri (lui italo-svizzero) che hanno deciso di stabilirsi qui e che ci hanno raccontato molte cose sul Mdagascar…mattina partenza con piroga destinazione il Mare di Smeraldo…..un po’ di attesa alla maniera di The Lost in una spiaggia perche’ la marea era troppo bassa per passare….poi 15 minuti di camminata per riprendere la barca dall’altra parte della collina…ed eccoci finalmente nel tanto sospirato Mer….impossibile descrivere il colore ..smeraldo si’ come dice il nome…ma non e’ abbastanza ..non rende…18 Km di mare o meglio di piscina…con la piroga a vela….lo abbiamo attraversato e siamo arrivati alla spiaggia dove ci hanno riccamente cibato …pesce pescato all’istante…messo sulla griglia e via…..granchi…insalata .. riso ..tutto accompagnato da una capirina….fortemente alcolica che ha contribuito con il caldo e il sole a farci entrare in un beato statodi torpore…..rientro in serata…cena e dormita….stanotte faceva molto caldo…. Ci siamo svegliati pronti  a partire…giratina per Ramena….saluti a Richard e a sua nipote che ci hanno regalato due bellissime conchiglie…poi eccoci di nuovo a Diego…che abbiamo ritrovato in una veste insolita….negozi chiusi…quasi nessuna macchina e quasi nessuno in giro….stamani c’e’ stata manifestazione contro la mancanza di energia elettrica e tutto si e’ fermato…parlano anche di scontri con la polizia …noi non ci siamo accorti di niente…poi piano piano….tutto riparte e inizia la solita confusione di sempre…..

Partenza per Tana….dall’aereoporto (si fa per dire) di Diego…  arrivo  a Tana un caos totale…dalle macchine che ci sono non si respira…ha un suo fascino…cmq….e’ la prima vera citta’che incontriamo…abbiamo fatto un po’ di shopping al mercatino dopo una contrattazione feroce,abbiamo conquistato la nostra maschera di ebano e poi dopo una nottata di riposo in un letto scomodissimo siamo scappati….e ora si vola di ritorno verso l’Europa si torna a casa piu’ poveri materialmente ma forse piu’ricchi dentro…ci siamo confrontati con una realta’ che  fino a 15 giorni fa era solo “raccontata”…ora sappiamo che esiste ..portiamo con noi il sorriso dei malgasci..il loro modo di affrontare la quotidianita’..Il paese forse piu’ povero che io abbia mai visitato…portiamo con noi i sorrisi dei bambini…laspensierata ingenuita’ di quelli di Nosy be e di Joffreville..e la disperata ingenuita’ di quelli di Antananarivo…entrambi capaci ancora di emozionarsi per un bon bon…saluto il Madagascar portando con me il sorriso di un ragazzo a cui poco prima di entrare in aereoporto Cosimo ha regalato i suoi infradito………il suo Merci mi ha perforato l’anima….niente avrebbe potuto renderlo piu’ felice…….veloma!!!

By Claudia

 

Panama, Centro America – Racconto di Viaggio di Claudia

Racconto di viaggio di due ragazzi che nei mesi scorsi hanno visitato “il cuore” del centro America: Panama! Sembra un caso ma solo un mese prima anche noi eravamo negli stessi posti; e’ quindi con piacere che vi proponiamo questa bellissima avventura. Dopo giorni di attesa e di aspettativa eccoci finalmente arrivati al momento della … Continua

Petra, la Variopinta città antica della Giordania

Che profumo meraviglioso. Annuso e capisco subito cosa può essere.

Sono spezie scaldate nell’olio perché gli aromi ne vengano esaltati. Sento lo sfrigolio dei piccoli semi di cumino che danzano nella pentola, poi l’aglio schiacciato e le verdi foglie di coriandolo.

Però è tardi e devo andare, Petra mi aspetta.

Antica e fiorente capitale dei Nabatei, popolazione nomade araba, verso il VII secolo venne abbandonata a causa della decadenza dei commerci e di numerosi terremoti. Il sito archeologico rimase poi sconosciuto fino al 1812 quando venne scoperto dall’archeologo svizzero Johann Ludwig Burckhardt.

Situata in fondo ad una valle rocciosa era considerata il luogo ideale per raccogliere le acque piovane, anche grazie alla parziale impermeabilità delle rocce circostanti.

Le acque scorrevano lungo il Siq (il canyon di accesso a Petra) in gallerie scavate nella roccia o lungo una rete idrica realizzata con tubi di terracotta. Questo sistema alimentava l’acquedotto e le numerose cisterne di raccolta sotterranee.

Grazie al costante lavoro dell’acqua si sono formate stratificazioni dai colori inimmaginabili. Proprio per questo il suo nome semitico era Reqem, la Variopinta, com’è testimoniato nei Manoscritti di Qumran (testi ritrovati nei pressi del Mar Morto che contengono anche scritti biblici).

Il Siq è lungo circa due chilometri e percorrerli a piedi è il modo migliore per apprezzare l’ambiente circostante, per ammirare ogni curva armoniosa, per toccare la pietra levigata dall’acqua, per imprimere nella memoria ogni singola sfumatura di colore.

Avevo già visto il Tesoro, la facciata con cui si identifica Petra,in tante foto ed altrettanti video ma arrivarci con le proprie gambe ed essere sovrastati da tutta la sua imponenza è un’altra cosa.

Il sole la illumina d’oro e d’arancio ed io non posso fare a meno di restare lì a contemplarla.

Il sito archeologico, in realtà, è enorme e non si limita al Tesoro. Per visitarlo tutto ci vogliono molte ore ed ogni angolo vale la pena di essere visto, anche il Monastero che giace in cima ad una ripida salita di circa un’ora. Tra l’altro gli scavi non sono terminati e pare che la facciata attuale del Tesoro sia solo il secondo piano di un edificio sottostante.

Durante le notti di luna piena, poi, vengono sistemate file di candele lungo il Siq ed è possibile giungere al sito accompagnati da un’atmosfera ancora più magica.

Petra è uno di quei luoghi dove non solo vorrei tornare ma da dove non avrei mai voluto andare via.

Curiosità sulla cucina mediorientale

Il pasto, nei Paesi arabi viene consumato intorno ad un tavolo basso seduti a terra, su tappeti o cuscini.

Il cibo viene posto al centro della tavola e si consuma con tre dita della mano destra.

E’ un grande onore essere ospitati a casa di un mediorientale ed è bene, per non incorrere in brutte figure, conoscere le dodici regole del galateo.

 

Le quattro regole necessarie:

  • sapere che Dio è il Dispensatore
  • essere soddisfatti di ciò che Dio ha dispensato
  • dire Bismillah (nel nome di Dio) prima di ogni pasto
  • dire “Dio sia ringraziato” al termine del pasto

Le quattro regole consuetudinarie:

  • lavarsi le mani prima di iniziare il pasto
  • sedere a sinistra della tavola
  • mangiare con tre dita della mano destra
  • leccarsi le dita al termine del pasto

Le quattro regole della buona educazione:

  • mangiare dal proprio lato del piatto
  • prendere pezzi piccoli
  • masticare bene
  • non fissare gli altri commensali

 

 

Tailandia, 10 esperienze imperdibili per un viaggio indipendente indimenticabile

Spiagge della Tailandia

Spiagge della Tailandia

1. Massaggio tradizionale

Sono una patita dei massaggi e anche in giro per il mondo mi piace provare quello tradizionale de luogo. In Tailandia il massaggio è chiamato nuad phaen borarn, letteralmente toccare per guarire. Si tratta infatti di una pratica molto antica, che si svolge sdraiati a terra e vestiti, il cui scopo è quello di prevenire le malattie donando benessere generale.

2. Old Bangkok

La vecchia Bangkok, quella che si snoda lungo i canali e che io trovo estremamente affascinante per la sua vitalità. E’ preferibile affittare una barca privata perché così si ha la possibilità di fermarsi dove e quanto si vuole.

3. Vimanmek Mansion

Si tratta del più grande edificio al mondo realizzato interamente in teak ed antica residenza reale. Situata in una grande parco verdeggiante, è un luogo di pace e pura bellezza.

4. Ayuttaya

Antica capitale di Tailandia, è situata un centinaio di chilometri a nord di Bangkok. E’ possibile raggiungerla anche in giornata dalla capitale ma consiglio vivamente di trascorrerci almeno una notte, per girovagare tra i suggestivi templi buddisti e per cenare al mercato notturno.

5. Oasis spa a Chiang Mai

Per concedersi qualche ora di relax nel lusso, questo è il luogo ideale. Basta scegliere il tipo di trattamento che si desidera (tradizionale thai, ayurvedico etc) e lasciarsi coccolare in un ambiente elegante e d’atmosfera.

6. Strada lungo il confine birmano

Se siete in auto non perdete l’occasione di percorrere la strada che attraversa in Paese da nord a sud e che costeggia il confine con la Birmania. Paesaggi meravigliosi ed io ci ho anche ricavato un invito ad un matrimonio.

7. Passeggiare su di una spiaggia al tramonto

Il mare che ho visto io è quello di Koh Samui ma credo che questo consiglio per qualsiasi spiaggia della Tailandia (e forse anche del mondo). Mare cristallino, sabbia soffice ed i colori del sole.

8. Visitare un’orchid farm

Proprio in questo Paese ho iniziato ad apprezzare ed amare le orchidee. Ce n’è di tantissime varietà e colori. L’orchid farm è la serra in cui si coltivano, passeggiare tra i filari rincorrendo le farfalle è un’esperienza da fare.

9. Ordinare da mangiare senza sapere cosa arriverà

A me capita spesso di fermarmi a mangiare nei banchetti lungo le strade e, ancora più spesso, capita che i loro proprietari non sappiano parlare altra lingua della propria. Quando non c’è nulla di pronto tra cui scegliere, faccio semplicemente capire che voglio da mangiare e lascio che mi portino quello che hanno. Fin’ora mi è sempre andata bene ed è un modo per assaggiare cose nuove ed inaspettate.

10. Fare un trasferimento in treno

Muoversi in aereo è certo comodo e veloce ma è anche la maniera migliore per perdersi i paesaggi più belli. Il trenoche da Bangkok va verso Chiang Mai ci impiega 10 ore ma, se fate il viaggio di giorno, potrete ammirare paesaggi stupefacenti. Verdi risaie, cascate, strette valli, oltre che degustare il delizioso pasto servito durante i viaggio e compreso nel prezzo del treno.

 

Villa de Leyva Colombia – Cittadina coloniale

 

Villa de Leyva e’ una piccola cittadina coloniale a circa 170 Km nord di Bogota’ (Colombia). Con le sue strade in ciottolato, le case in stile coloniale, gli ottimi ristoranti e bars, la sua pizza che e’ una delle piu’ grandi del sud america e’ una destinazione ambita da colobiani e non. Nei fine settimana infatti la citta’ e’ stracolma di bogotani (abitanti di Bogota’ come vengono chiamati in Colombia), mentre durante la settimana riacquista quell’atmosfera rilassata e tranquilla che invita il viaggiatore a fermarsi piu’ a lungo di quanto programmato.

Villa de Leyva, Plaza Mayor

Numerose sono le attivita’ che si possono praticare in Villa de Leyva: cavallo, trekking, mountanbike, lunghe camminate per le colline vicine e molte altre. Una visita a Villa de Leyva non si puo’ considerare completa senza una giornata spesa al Parco Nazionale Iguaque, a circa 1 ora di distanza di bus. L’entrata al parco e’ di circa $15 dollari, ben spesi se si considera che si possono ammirare moltissime specie di fiori e piante e si cammina per circa 4 ore, prima nella foresta pluviale e poi in un ambiente secco che porta ad una laguna a 3700 mt di altezza, considerata dagli indigeni il luogo in cui e’ nata tutta l’umanita’.

Villa de Leyva- Blue Lakes

Durante il nostro soggiorno abbiamo avuto la fortuna di essere invitati ad una cerimonia indiana-messicana in cui il celebrante faceva diverse offerte a madre terra oltre a preghiere e canti spirituali. Un’esperienza allo stesso tempo affascinante ed emozionante di cui potete vederne il video completo qui sotto.

Insomma, Villa de Leyva e’ un piccolo gioiello nascosto nelle Ande colombiane. La mancanza quasi totale di turisti stranieri la rendono un posto speciale, nel quale ci si puo’ perdere per giorni. E’ un po’ come tornare indietro nel tempo, all’epoca coloniale e poter rivivere le stesse emozioni dei primi visitatori. > Dove dormire a Villa de Leyva

Altre foto di Villa de Leyva e del Parco Iguaque

Informazioni essenziali

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19 al 21 ottobre 2012
Blog Tour #golevante organizzato da Turismo Liguria. 21-24 ottobre 2012
Blog tour in collaborazione con l'agenzia per il Turismo d' Israele. Un viaggio in Israele dal 21 al 28 ottobre 2012
Collaborazione durante il WTM di Londra (World Travel Market) 5-8 Novembre 2012
Geocaching tra i mercatini di Natale: blog tour organizzato dall'ufficio di promozione turistica di Merano - 14-16 dicembre 2012

Dove si trova

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Video girato durante una cerimonia Messicana/Indiana

Villa de Leyva, Colombia – Mexican Indian Ceremony