Ciudad Perdida, Colombia – Giorno 4: il ritorno

Il risveglio con vista sulla ciudad perdida non ha prezzo: dopo una colazione da evitare, con empanadas fritte da rimanere sullo stomaco per una settimana, ci incamminiamo verso il centro della citta’, nel posto in cui il giorno prima ci eravamo persi per minuti interminabili. La sensazione di trovarsi in un posto mistico non cambia, … Continua

Ciudad Perdida, secondo giorno nella giungla

Secondo Giorno

Sveglia alle 7 in punto dopo una notte relativamente tranquilla; temperatura ottimale con il sole che solo da poco si e’ alzato in cielo. Nonostante fosse la prima notte in un’amaca, devo ammettere di avere riposato bene, un sonno quasi profondo; sara’ stata la fatica del giorno precedente? Chi puo’ dirlo, fatto sta’ che oggi mi sento davvero in forma.

Una tazza di ottimo caffe’ colombiano e’ gia’ pronta sul tavolo e la colazione sembra essere a buon punto; la vista sulla giungla circostante sembra ancora piu’ spettacolare del giorno prima, forse dovuta alla luce e al sole mattutino. Ad uno ad uno tutti i componenti del gruppo prendono posto a tavola, assonnati ma con l’entusiasmo che non puo’ mancare in queste occasioni. La colazione si rivelera’ la migliore di tutto il trekking: macedonia di frutta fresca con yogurt e muesli, naturalmente preparata dal nostro cuoco, con l’aiuto della guida. Ottima, proprio quello che ci voleva per iniziare la giornata nel migliore dei modi.

Subito dopo colazione e con zaino in spalla, iniziamo la salita (o il cammino) verso il secondo campo in cui passeremo la notte; a rendere l’atmosfera ancora piu’ allegra e spensierata e’ la consapevolezza che oggi le ore di cammino saranno solo tre e tutte in piano o addirittura in leggera discesa.

Sembra che le buone notizie non vogliano proprio finire ed infatti ecco il nostro primo incontro con gli abitanti del posto: ci imbattiamo, dopo circa un’ora di cammino, in una donna indigena della famiglia dei Kogui, mentre con il proprio bambino in spalla, si accinge a bere dell’acqua di un ruscello.

Emozione ed anche sorpresa nel vedere persone che vivono completamente staccate dalla vita moderna, mantenendo usanze e costumi che le societa’ occidentali ritengono primitivi. Subito dopo scopriamo anche il villaggio in cui vive questo gruppo indigeno, costituito da capanne costruite con paglia e fango. Non si vede anima viva a parte un paio di bambini che giocano nella parte piu’ lontana del villaggio, completamente disinteressati alla nostra presenza.

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Proseguiamo ed essendo il sentiero molto meno impegnativo del giorno precedente si riprende a parlare e fare conoscenza, in un clima disteso e rilassato. Non si suda piu’ di tanto e le scorte d’acqua rimangono abbondanti. Arriviamo al campo 2 intorno alle 12.30, giusto in tempo per pranzo; nessuno si sarebbe aspettato una giornata cosi’ facile a tal punto che alcuni componenti del gruppo propongono di proseguire verso il campo 3. Ovviamente la guida subito sconsiglia questa opzione senza troppe obiezioni da parte nostra.

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Per la gioia di tutto il gruppo, spendiamo il pomeriggio in totale relax, nuotando e riposandoci sulle rive del fiume che scorre a due passi dal campo; la freschezza dell’acqua dopo il caldo che di ora in ora aumenta (assieme all’umidità), e’ una manna dal cielo. Sembra di trovarsi in un documentario naturalistico: il fiume che taglia la giungla con i suoi alberi e le sue colline e noi a trovare riparo dal caldo sulle sue rive. Perfino un serpente d’acqua decide di recitare la sua parte: lo vediamo sbucare dal nulla e  in pochi secondi attraversare il fiume rimanendo in superficie.

Ritornando al campo, dopo la ricreazione pomeridiana, ci accorgiamo che non saremo soli per la notte: un gruppo di 12 persone, di ritorno dalla Ciudad Perdida, ci fara’ compagnia. La tranquillità e pace della sera precedente saranno un ricordo lontano..

Per la cena sono necessari i turni: prima i piu’ stanchi (cioe’ il gruppo di ritorno dalla Ciudad Perdida), successivamente noi.

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Fortunatamente, dopo cena, le nostre guide si improvvisano artisti, suonando il bongo e cantando canzoni colombiane: in questo modo si contribuisce a ricreare quell’atmosfera rilassata e divertente della sera precedente. A nostra sorpresa anche 2-3 donne appartenenti alla tribu’ indigena dei Kogui, ed alcuni bambini, passano la serata in nostra compagnia, piu’ in disparte ma sempre seguendo la perfomance delle nostre guide.

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