Venerdì mattina, dalle 8.30 alle 11, le orde di turisti che quotidianamente affollano la capitale si sono scontrate con un’esperienza davvero insolita: arrivati alla biglietteria del Colosseo sono stati respinti a causa di una riunione sindacale. Quanto è seguito è documentato sui giornali (polemiche, indignazione, un decreto lampo, nuove promesse…).
Intanto a Rimini si muove un altro meccanismo, sempre inerente al turismo, ma di tutt’altra veemenza e consistenza. È la più importante fiera del turismo in Italia, il TTG Incontri, uno dei momenti più attesi e seguiti nel campo dei viaggi e del turismo, e naturalmente della comunicazione digitale di settore. Avrà inizio giovedì 8 ottobre e si concluderà sabato 10. Oltre 60.000 presenze, 1000 e più acquirenti, 60 nazioni presenti, la più importante piazza di contrattazione dell’offerta italiana nel mondo. C’è l’area TTG Next che ospita le aziende e i prodotti più innovativi, e c’è Travel Blogger Destination Italy, al quale partecipano centinaia di blogger da tutto il mondo – compreso il sottoscritto – per assistere ai numerosi incontri di formazione e di discussione.
L’attenzione sulle nuove tecnologie e sulla comunicazione digitale è quindi molto forte, e a confermare tale impegno quest’anno c’è anche un accordo tra TTG Incontri e Netcomm, consorzio nato dieci anni fa con lo scopo di favorire la crescita e la diffusione del commercio elettronico in Italia. L’accordo prevede la realizzazione di incontri per incentivare altre imprese a intraprendere un’evoluzione digitale, e i primi due eventi programmati insieme si svolgeranno proprio il giorno di apertura della fiera di Rimini.
La sfida è dunque “superare i limiti organizzativi e culturali, aggiornare i sistemi in uso e tracciare un nuovo piano strategico per lo sviluppo del settore turistico italiano” (così viene annunciato uno dei due eventi in programma). Settore da sempre considerato cruciale per il benessere dell’economia nazionale, ma altrettanto puntualmente vilipeso al momento di indirizzare investimenti e risorse fondamentali.
Un esempio fondamentale di questa schizofrenica visione della principale industria nazionale ci è stato dato proprio con lo sciopero del Colosseo – a cui si sono uniti i principali musei di Roma, Firenze e molti altri in tutta Italia – con le conseguenti reazioni indignate di politici e amministratori, rapidi nello stigmatizzare gli operatori in rivolta per aver offerto “un gigantesco spot negativo per le due città e per tutta l’Italia” (Federico Gelli, PD). Come se la “figuraccia” fosse solo colpa di chi lavora in condizioni sempre più esasperanti – tra i motivi della protesta anche il mancato pagamento degli straordinari maturati sin dal 2014 e il numero esiguo di operatori a fronte dell’enormità dei visitatori – e non invece di chi ha tagliato fondi al patrimonio nazionale per vent’anni.
“La misura è colma” ha sentenziato via Twitter il ministro Franceschini. “Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia” ha subito aggiunto Matteo Renzi. Sempre via Twitter (almeno sembra che alle alte cariche istituzionali la rivoluzione digitale sia effettivamente arrivata). Ora grazie al nuovo decreto musei e siti culturali saranno inseriti nei beni essenziali e gli scioperi dei lavoratori dovranno essere regolamentati, con inevitabile svuotamento del senso dello sciopero e quindi privazione di uno strumento garantito dalla costituzione (che piaccia o non piaccia).
A Rimini, ovviamente, di tutto questo non si parlerà. Nulla di strano, non è un palco che si propone questo genere di approfondimenti. È una fiera commerciale, di mercato, acquirenti e venditori. E di formazione, con decine di incontri per illustrare le più moderne strategie, gli ultimi strumenti, i prodotti più promettenti. E con una spinta intrinseca verso le nuove tecnologie.
Fuori dai cancelli però la schizofrenia continua, e noi ci navighiamo in mezzo.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.