Liverpool: il fish and chips da non perdere

L’altro giorno ho letto un post che mi ha fatto ripensare a Liverpool e alla sua bellezza.

Non so se vi è mai capitato di saltare di palo in frasca con i pensieri ma di restare sempre dentro l’argomento da cui siete partiti. Pensare alla bellezza di Liverpool mi ha fatto pensare alla bontà di Liverpool.

Fin qui tutto bene … o meglio … tutto bene dentro la mia testa. Quello che c’è da dire è che nel linguaggio delle mie celluline grigie “bontà di Liverpool” si dice solo ed essenzialmente Lobster Pot.

Tra le gioie maggiori della cucina inglese possiamo assolutamente annoverare il mitico Fish & Chips. L’Imperatore  del mangiare easy in quel del Merseyside si chiama senza dubbio il Lobster Pot, sito in Paradise Street a Liverpool.

Ogni volta che torno nella città dei Fab Four me ne innamoro sempre di più e mai smetterò di farlo (di andarci innanzitutto). Il problema (se questo è un problema) è che mi innamoro sempre più del Lobster Pot.

Comincia a diventare una necessità alla quale obbedire. Dai… lo so che non è il massimo per il fegato … ma una volta si può fare, no? E se non si prova il Fish & Chips in England … dove lo si prova?

Attenuanti e scusanti a parte, prendete un giorno con le tipiche condizioni meteo del Merseyside, aggiungete kilometri macinati su e giù per il centro e non, non dimenticate poi di prendere almeno due autobus e, non ultimo, mai tralasciare un giro in prossimità dell’Albert Dock. Dopo tanti giri la fame arriva ineluttabile e quindi, perché non cercare il Lobster Pot

Trovarlo è facilissimo; la sede di Paradise Street altro non è che la succursale dell’originaria sede di Renelagh street. Quest’ultima molto vicina a Liverpool Central.

Insomma… non siete stati a Liverpool se non avete mangiato e gustato PER INTERO (e non a caso lo scrivo in lettere maiuscole) uno splendido Fish & Chip made in Lobster Pot (Cod o Haddock, scegliete voi).

Disclaimer, non tanto trascurabile: le porzioni sono … come dire … immense. La qualità, malgrado il posto non sia niente di più che un fast take away, è eccelsa. Il prezzo è la cosa migliore. Una bottiglietta d’acqua e un fish & chips very huge arrivano a circa 5£. Praticamente il miglior rapporto qualità prezzo di Liverpool. Una volta recuperata al banco la vostra porzione (rispettate la fila!!) vi chiederete e proprio non con voce sommessa “ma ce la farò?”

Io vi dico solo provare per credere. Non preoccupatevi di puzzare di fritto uscendo di lì. A Liverpool c’è sempre vento. Vi basterà gironzolare una mezz’oretta e tornerete profumati di buono.

Un fish & chips del Lobster Pot mi fa sentire parte di un universo perfetto. > Dove dormire a Liverpool

 

CAMRA: molto più che una semplice birra

Se c’è una cosa che ho imparato viaggiando, è che le migliori informazioni e, se vogliamo, le più utili si nascondo dove meno ce lo aspettiamo.

Opuscoli, pdf ritrovabili in rete o semplicente un pieghevole recuperato chissà dove possono regalarci indicazioni preziose per itinerari insoliti.

Vi scrivo questo perché, l’estate scorsa, mentre preparavo un viaggio tra Galles del Nord e Yorkshire mi sono messa a scandagliare il sito della più importante associazione del Regno Unito legata al mondo della birra.

Affinché non mi prendiate per una ubriacona, vi dico che feci questo perché avevo voglia di scoprire quali fossero i migliori pub di York.  Sull’argomento la mia guida, seppur quotatissima e aggiornata, lasciava alquanto a desiderare. Sicché mi sono ricordata di quest’associazione a dir poco fondamentale dallo stranissimo nome di CAMRA.

CAMRA sta per CAMpaing for the Real Ale … una vera propria campagna che gli inglesi e non solo hanno portato avanti per un bel po’ affinché si ricominciasse a dare il giusto peso a birrifici locali o microbirrifici pienamente orgogliosi della loro produzione.

Il popolo britannico ha creato una vera e propria associazione non governativa che si occupi di promulgare il “bere bene” e il “bere local”. Un po’ come la nostrana Slow Food, volta però al mondo della produzione di birra di gran qualità e gusto.

In Inghilterra stava succedendo quello che da noi è ormai, fortunatamente non ovunque, un dato di fatto: le grandi multinazionali della birra acquistano gloriosi marchi nazionali e distribuiscono à go-go ogni birra di ogni tipo, sradicandola dalla propria realtà locale. A fare le spese di queste scelte commerciali erano le piccole realtà locali che non trovavano più posto sui banchi di ogni pub della Gran Bretagna.

Oltre a ciò, anche il gusto di una birra ricavata secondo regole antiche e preziose veniva sacrificato al mercato del “tutto e subito” oppure del “veloce è meglio”.

Ora questo pericolo è scampato perché la CAMRA è una realtà assodata e un’associazione dalla distribuzione capillare.

Se programmate un viaggio in Inghilterra, in Galles o in Scozia andate a cercarvi qualcosa sui siti locali delle zone che andrete a vedere. Vi suggeriranno itinerari cittadini, pub da vedere e luoghi immancabili in quanto a servizio e cibo locale.
In poche parole, vi daranno quelle dritte che solo i locali ben inseriti in quelle comunità potrebbero darvi.

Per quanto riguarda la mia personale esperienza, vi posso dire che le “pub-map” di York e di Liverpool sono davvero un qualcosa di totalmente fondamentale per capire al meglio l’anima di quelle due città.

Vi ricordo infine una piccola e grande verità: il bello di una birra locale gustata alla giusta temperatura e nel giusto luogo non sta nella quantità che riuscireste a bere bensì nella qualità che percepirete ad ogni piccolo sorso.

La birra è, anche, un’esperienza culturale.

Il Viaggio ai tempi dello Spread

Certo, i tempi non sono dei più semplici.

Negli ultimi giorni siamo stati tempestati da messaggi di ogni tipo: spread di qua, spread di là, gente che festeggia a Cortina, gente che mangia caviale e persone in pieno bisogno di ogni cosa.

Sembra che la via di mezzo non esista e quel che afferma pienamente la sua esistenza è una domanda che, probabilmente, affliggerà gran parte degli Italiani: come faremo ad andare in ferie quest’anno? Come si fa a viaggiare ai tempi dello spread?

Io, sinceramente, ci penso un bel po’ … sarà perché i viaggi sono sempre dentro le mia testolina e sarà perché aver davanti la prospettiva di un po’ di stacco dalla solita vita fa sempre tanto bene.

In periodi un po’ oscuri come quelli stiamo vivendo, centellinare ogni singolo euro potrebbe diventare unaa nuova disciplina olimpica.

Ma se la voglia di partire preme, cosa si fa? Ecco le mie personali linee guida:

  • Programmazione ed Organizzazione siete le mie migliori amiche: anticipate … anticipate tutto, dalla lettura della guida allo scandaglio totale della carta geografica per definire un itinerario. Eravate abituati ad organizzarvi in Giugno? Bene, cominciate a Marzo.
  • Non abbiate paura del fai da te: siate i vostri propri agenti di viaggio. Ormai siamo tutti in possesso di un pc e la rete offre risorse immense. La cosa importante è tenere gli occhi aperti e affidarvi a siti sicuri, conosciuti, ben commentati.
  • Enti Nazionali di promozione turistica, per dirla in inglese Official Tourist Boards. Spesso siamo soliti a non dare importanza a siti ufficiali ma per moltissime nazioni (europee, ad esempio) quei siti sono una risorsa immensa e preziosissima. Vi si possono trovare alberghi, b&b, ristoranti e itinerari con un tono di ufficialità in più. Questi siti, inoltre, offrono la spedizione gratuita (alcuni anche direttamente il download) di materiale relativo alla nazione che ci interessa e di brochure a dir poco fantastiche. Contattateli, fatevi mandare ciò che potrebbe interessarvi.
  • Abbiate un occhio di riguardo per quei siti che propongo la comparazione di prezzi di alberghi ma soprattutto quelli che comparano le offerte relative ai voli. Se Kayak fosse una persona, io gli offrirei una cena ogni settimane.
  • Dopo aver studiato prezzi e luoghi, definite un budget secondo le vostre possibilità non dimenticando di aggiungere ad esso i prezzi per musei o cose da visitare. Molti spesso li considerano extra e restano fregati da un conteggio non completo. Una volta definito il budget dividetelo per i mesi che vi mancano alle vacanze. Al risultato aggiungete almeno una trentina di euro come “garanzia-perché-non-si-sa-mai-cosa-succede” e saprete quanto circa dovrete risparmiare mensilmente.
  • Diluite le prenotazioni nei mesi che vi separano dalle vacanze. Ad esempio prenotate il volo a febbraio, i primi hotel a marzo, i musei ad aprile e così via. Questo vi permetterà di decurtare i vostri risparmi a cifre più piccole rispetto a prenotazioni fatte tutte nello stesso mese.
  • Riscoprite la bellezza dei mezzi pubblici. Ok … lo so, in Italia l’uso del mezzo pubblico è alquanto difficile ma in altri paesi proprio non lo è. Esistono moltissime forme di abbonamenti da poter fare durante l’estate e non. Sono molto convenienti rispetto ad un noleggio auto ed in più si contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente.
  • Immaginate voi stessi come delle persone locali: comprate al supermercato del posto dove volete andare, mangiate ciò che di tipico e autoctono c’è in quelle zone. I prezzi saranno minori e la qualità, probabilmente, alta. Inutile cercare la mozzarella alle Lofoten, no? Non sempre c’è bisogno di ristoranti a pranzo e cena. Un sandwich consumato sull’alto di una scogliera a strapiombo sul regala emozioni inaspettate.

Un viaggio è un grandissimo puzzle fatto di mille emozioni e per molti è come acqua fresca in un giorno torrido d’estate. Un viaggio è un diritto pieno della nostra anima, è nutrimento per noi e per chi ci sta attorno. Ed è proprio in tempi difficili che si ha bisogno di quel piccolo grande stacco che ci farà dimenticare, seppur per poco, quel dannato e pesantissimo spread. Believe me!

Viaggio in solitaria in Colombia

Diario di Viaggio di Cristina che da sola ha viaggiato per il sud America per diversi mesi: Colombia, Ecuador, Isole Galapagos. Quello che segue e’ il racconto, le sensazioni, riflessioni, pensieri della prima parte di questa avventura iniziata in Colombia: buona lettura.

Era tanto che volevo partire così… sapevo che il giorno prima mi avrebbe assalito quell’ansia strana, quella paura di non farcela, di non essere in grado. Destinazione Sud America, sola, con uno zaino più grande di me e soprattutto con una conoscenza dello spagnolo nulla. Destinazione Colombia, che nell’immaginario comune non è certo il Paese più tranquillo del mondo. Ma finalmente il 15 di giugno 2011 ho preso il volo ed è iniziata questa splendida e fortificante avventura…

Il mio percorso parte dai dintorni della città di Medellin dove ho iniziato a respirare l’atmosfera tipica delle zone interne del Paese e dove ho iniziato ad assaggiare i piatti  tipici e a bere litri di caffè. Poi ho preso al volo l’occasione di visitare una regione poco conosciuta, il Dipartimento del Chocò sulla costa occidentale.

Zona magnifica, selvaggia, dove la selva incontra il mare. Zona anche tristemente famosa per la sua pericolosità dovuta alla presenza di sacche di guerriglia (almeno così si dice) e per questo ormai praticamente disertata dai turisti. Ma non ho resistito, sono andata ed è stato emozionante condividere la tranquilla quotidianità del minuscolo villaggio di Playa Huina vicino a Bahia Solano e passeggiare sulla spiaggia circondata di bambini festosi e ansiosi di farsi fotografare.

E’ stato faticoso ma gratificante inoltrarsi nella giungla colombiana con una famiglia del posto alla ricerca dell’albero più grande che io abbia mai visto, terribile e commovente parlare con chi ha vissuto sulla sua pelle la guerra civile, perdendo chi il marito, chi il padre, chi il figlio. Mi sono sentita, se pur per pochi giorni, parte di quella comunità, di quel microcosmo sperduto e mi porto dentro  odori,  sapori, voci, tutto quello che ho visto…

Dopo questo vissuto di forte impatto, mi sono diretta verso nord raggiungendo la costa caraibica e una delle città più incantevoli di cui abbia memoria: Cartagena de Indias. Ho ancora negli occhi la sua magia, le bellezze architettoniche dello stile coloniale, l’allegria innata dei suoi abitanti, la confusione, la musica, i balli, le venditrici di frutta con i cesti sulla testa, gli autobus strombazzanti. Un delirio!

Lo stesso piacevole delirio che ho respirato lungo tutta la costa colombiana settentrionale. Dopo una settimana di Cartagena mi sono infatti spostata verso est fermandomi anche a Santa Marta, di cui ho apprezzato particolarmente i dintorni come il fantastico Parco Nazionale Tayrona.

Qui, per meglio gustare l’atmosfera del luogo, ho deciso, dopo una bella escursione,  di rimanere una notte a dormire nel parco. Dormire all’aperto su un’amaca davanti al burrascoso Mar dei Caraibi….addormentarsi e svegliarsi con il rumore delle onde è stata una esperienza tanto scomoda quanto indimenticabile!

E poi….il viaggio continua verso sud a Bucaramanga dove mi è mancato il coraggio di assaggiare la specialità locale: la famosa “Hormiga culona” (delle grosse formiche che si dice siano delle prelibatezze…) ma, non so dove, ho trovato il coraggio di lanciarmi con il parapendio! Che brivido! Ondeggiavo nell’aria e volavo, volavo davvero!

Magari qualcuno di voi non ci troverà niente di particolare ma…io soffro di vertigini! O forse dovrei dire…soffrivo? Verso sud ancora: eccomi nell’immensa Bogotà… ancora più gigantesca per me che sono nata e cresciuta in un paesino di 2500 anime.  La città di per sé non riesco a definirla “bella” ma mi ha comunque catturata, non saprei.

Forse, dopo una settimana passata a girarla in lungo e in largo, ne ho colto l’essenza, lo spirito, e l’ho apprezzata per quello che sa offrire:  ad esempio i numerosi eventi culturali e i musei interessanti ed economici come lo splendido Museo dell’Oro e udite udite  il museo di Botero che è addirittura gratis!

E dopo Bogotà….è arrivato il momento di visitare la famosa Zona Cafetera con le tre città di Pereira, Armenia e Manizales.

Sempre nella splendida zona delle piantagioni di caffè esiste un posto che consiglio a tutti: si tratta di un paesino surreale che si chiama Salento (sì sì proprio così!) dal quale si può raggiungere la Valle de Cocora con i suoi paesaggi indescrivibili dominati dall’albero simbolo nazionale della Colombia: l’altissima palma da cera che può raggiungere i 60 metri di altezza. Non esistono le parole giuste per descrivere la bellezza unica di Salento e della sua valle: bisogna andarci!

E’ l’unico modo per capire, credo… E via, via ancora verso sud: Cali, la città della salsa, Popayan, denominata “la città bianca” perchè tutte le case, i palazzi, le chiese, sono dipinti di bianco e questo le dona una luce unica. Per ultima, ho visitato la città di Pasto dove si respira già un’aria di confine vista la vicinanza con l’Ecuador. E poi la frontiera e il passaggio in Ecuador, con il cuore che batte forte perché sa, lui lo sa bene, che inizia una nuova esplorazione…

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Vademecum: i compagni di viaggio

Abbiamo trovato l’articolo scritto da Giovy molto interessante ed utile, sicuramente consigli preziosi da tenere in mente nel momento in cui si decide di intraprendere un viaggio con un’altra (o altre) persone. Buona lettura..

Mentre ascolto i Clash in questo giorno di metà settembre (ma quando arriva un po’ di fresco?) sto ragionando sul fatto che i viaggi sono composti da moltissimi fattori.

Uno di questi, forse più fondamentale della meta stessa, è rappresentato dalla risposta all’annosa domanda: “Con chi viaggio?”

Ebbene, ecco qualche consiglio su come scegliere al meglio i propri compagni di viaggio, nel caso vi vengano dei dubbi.

Requisito fondamentale per arrivare alla formulazione di uno o più nomi dopo questa check list: sgomberare la testa da qualsiasi impedimento ed evitare di raccontarsi bugie del tipo su qualsiasi rapporto ci leghi a qualsiasi persona.

1) Conosci te stesso: chiarisci dentro la tua mente chi sei e dove la tua vita sta andando

2) Stabilisci con esattezza che genere di viaggio tu voglia vivere e quale stile esso debba avere: difficile che un tipo “all inclusive” si trovi bene con qualcuno “evviva il sacco a pelo”

3) Trova la meta che il tuo cuore cerca

4) Definisci le tue priorità: metti il caso che tu scelga la Grecia, sarà prioritaria la spiaggia o la storia avrà la meglio?

5) Quanto puoi spendere? Trova qualcuno che voglia rientrare nel budget che stai pensando. C’è una vita intera nel segmento tra hotel a 4 stelle (a 5 non ci penso nemmeno) e ostelli.

6) Equilibrio: se tu sei in gran parlatore (come me) trova qualcuno che ami ascoltare. Altrimenti rischierai o di dover tacere tutto il tempo o di dar fastidio.

7) Mai sottovalutare la potenza degli interessi comuni e dei comuni intenti. Potranno fare la fortuna del viaggio e diventare un leit motiv felice da seguire.

8) Chiediti se riuscirai a dormire con quella persona. Se non ci hai mai dormito prima, suggerisco un paio di notti di test vari. Potrebbe russare o potresti farlo tu.

9) Mai sottovalutare la potenza e la perfezione degli incontri fortuiti fatti lungo la strada.

10) Ricorda sempre che se non sei a posto con te stesso/a, nessun compagno di viaggio sarà mai quello giusto.

Nessuno risponde a queste caratteristiche? Mai aver paura di partire da soli … perché in viaggio non lo si è mai.

Come fare il giro del mondo? Con un biglietto RTW

Molta gente mi chiede come sia possibile organizzare un viaggio indipendente di un anno in giro per il mondo; sono infatti ancora molte le persone all’oscuro dell’esistenza di questo modo di viaggiare, abituati alle standard 2-3 settimane di vacanze estive.

La risposta che do e’ sempre la stessa: serve un RTWT ossia un “round the world ticket”. Conosciutissimo nei paesi del nord Europa e del nord America, e’ ancora praticamente sconosciuto in Italia. E’ semplicissimo da ottenere e permette di risparmiare tempo e denaro; scopriremo come nel corso di questo articolo.

La mia prima esperienza di un viaggio RTW e’ stata nel 2006 quando da Londra, insieme a Felicity, abbiamo iniziato un’avventura di 12 mesi che ci avrebbe portato a visitare l’India, il sud est asiatico, l’Oceania e l’America per poi fare ritorno in Inghilterra. Per me comprare un RTWT e’ stato un gioco da ragazzi, essendo questo un modo di viaggiare molto diffuso nel Regno Unito.

In Italia purtroppo e’ uno strumento praticamente sconosciuto anche a viaggiatori più esperti; da qui l’idea di scrivere questo post.

 Di cosa si tratta?

E’ praticamente un biglietto aereo a tappe: si scelgono le destinazioni / paesi che si vogliono visitare durante il viaggio e le rispettive date, ed il gioco e’ fatto. Un esempio potrebbe essere: Milano, Delhi, Bangkok, Singapore, Sydney, Los Angeles, Milano. E’ un po’ come un biglietto inter rail, ma per spostamenti in aereo anziche’ in treno.

In pratica le varie compagnie aeree del mondo, hanno creato dei “Networks” o “Alleanze” tra di loro per offrire servizi esclusivi e sconti a coloro che si spostano attraverso aerei facenti parte dello stesso gruppo. Tra i servizi offerti c’e’ anche il RTW ticket.

Per esempio: Alitalia fa parte del gruppo Skyteam che comprende tra le altre Airfrance, Delta, KLM, Korean Airlines, Aero Mexico, e altre ancora.

Come funziona?

Come dicevo prima, si scelgono le città in cui atterrare e le date in cui si vuole viaggiare; con queste informazioni ci si reca presso una tradizionale agenzia di viaggio, oppure online, e si fanno dei preventivi.

I prezzi variano molto in base al periodo in cui si viaggia, al numero di scali che si vogliono fare e al numero di miglia percorse; per intenderci, un RTW ticket da Milano con fermate a Mumbai, Singapore, Los Angeles, Milano costerà molto meno che uno Milano, Mumbai, Bangkok, Singapore, Sydney, Auckland, Fiji, Tahiti, Los Angeles, New York, Milano. Meno fermate si fanno, più economico sarà il biglietto. Anche le date sono importanti: se si decide di partire il 23 dicembre anziché il 10 ottobre il prezzo sara’  maggiore, essendo la prima data vicina al Natale.

Il RTW ticket ha una validità di un anno e si possono cambiare le date dei voli a costo zero una volta partiti; invece per cambiare uno scalo verra’ fatta pagare una penale, con prezzi che possono variare da compagnia a compagnia.

Il mio consiglio e’ quello di studiare per bene il percorso ed i paesi che si vogliono visitare con largo anticipo e decidere in quali città fare scalo e in quali date. Dopodiché si contatta una delle agenzie specializzate in questo tipo di viaggi e si compra il biglietto.

Dove lo si può acquistare?

Direttamente online attraverso i networks delle varie compagnie aeree:

SkyTeam, di cui fanno parte Aeroflot, Aeromexico, Air Europa, Air France, Alitalia, China Eastern, China Southern, Czech Airlines, Delta Air Lines, Kenya Airways, KLM, Korean Air, TAROM, Vietnam Airlines

Star Alliance, di cui fanno parte Air Canada, Lufthansa, Scandinavian Airlines, Thai Airways International and United Airlines e altre ancora che trovate sul sito della Star Alliance,

One World, a cui fanno capo American AirlinesBritish AirwaysCathay PacificFinnairIberiaJAL Japan AirlinesLANMalév Hungarian AirlinesMexicanaQantasRoyal Jordanian AirlinesS7 Airlines

Un’altro modo e’ chiamare direttamente una delle agenzie di viaggio elencate qui sotto; sfortunatamente sono tutte straniere, ma non fa alcuna differenza in quanto il biglietto verra’ spedito direttamente a casa vostra. Inoltre sono protette da organi governativi che ne controllano l’operato.

– One world  anche in lingua italiana

STA Travel agenzia di viaggi per giovani con uffici in tutto il mondo.

Flightcentre con diverse agenzie sparse per tutto il Regno Unito

– Round the world ticket sito in cui si puo’ pianificare (e comprare) il RTW ticket

Virgin Atlantic compagnia aerea specializzata anche in RTW

Travel Nation agenzia molto pubblicizzata e consigliata in rete

Round the world flights permette di creare un itinerario direttamente online con relativi costi

KLM come per Virgin Atlantic, organizza anche RTW tickets

Suggerimenti prima dell’acquisto?

1- Decidere l’itinerario utilizzando i siti sopra indicati; in questo modo si possono confrontare anche i costi e le varianti offerte dalle diverse compagnie. I prezzi possono variare molto, per cui vale la pena spendere un po’ di tempo nella ricerca in quanto si può risparmiare anche il 20-30% sul prezzo finale.

2- Come accennato in precedenza, il costo varia in base anche al numero di scali: meno scali si fanno piu’ economico sara’ il prezzo del biglietto.

3- Controllare bene i costi in caso di cambio di itinerario una volta partiti; chiarire da subito cosa e’ compreso (e non) nel prezzo del biglietto

4- Io consiglio sempre di partire da Londra: in primo luogo perche’ il prezzo del RTW ticket e’ piu’ basso rispetto ad una partenza da Milano per esempio, e due perche’ si evita di dover mettere la marca da bollo di €40 sul passaporto, obbligatoria se si parte dall’Italia per un paese non Europeo.

Il costo?

Come dicevo prima i prezzi possono variare molto in base a diversi fattori; si parte comunque da un minimo di €1200, con partenza dall’Inghilterra, pochi scali e viaggiando fuori da periodi festivi.

Regole e condizioni:

  • Limite massimo di 16 tratte per biglietto che bastano e avanzano, credetemi.
  • Tutti i biglietti (escluso OneWorld Explorer) hanno un limite di miglia percorse che va dalle 26.000 alle 40.000: sono tantissimi per cui anche qui nessun problema, nella grande maggioranza dei casi ovviamente.
  • Il biglietto ha validità di 1 anno a partire dal primo volo.
  • L’ultimo volo del biglietto RTW deve riportare nello stesso paese dal quale si è partiti
  • Che si scelga di andare verso est o verso ovest, non si puo’ cambiare direzione una volta acquistato il biglietto, per cui studiate bene il percorso da fare.
  • L’itinerario deve essere definito al momento dell’acquisto del biglietto; come detto prima sono permesse variazioni di date senza pagare (ma non sempre) mentre il cambio di scali viene fatto pagare.
  • Molto importante: non e’ permesso cancellare o saltare una tratta del viaggio, altrimenti l’intero biglietto verra’ annullato. Per esempio: se nel biglietto c’e’ il volo Delhi – Mumbai, non e’ possibile decidere di non salire sull’aereo e prendere il treno per esempio, in quanto l’intero biglietto verra’ annullato, inclusi tutti i voli restanti. Per questo e’ fondamentale decidere con attenzione i posti da visitare e in cui fare scalo aereo.
In conclusione, il RTW ticket ha cambiato e rivoluzionato il modo di viaggiare: viene usato da migliaia di persone ogni anno e permette a chiunque di fare un giro del mondo a prezzi modici rispetto a biglietti aerei tradizionali.
Per maggiori informazioni, consigli, aiuto nell’acquisto, scrivete a [email protected] – saro’ lieto di aiutare e consigliare chiunque avesse bisogno.

Gli hotels piu’ sporchi d’Europa

Purtroppo viaggiare significa anche dover passare la notte da qualche parte; se si e’ fortunati si puo’ alloggiare in un ostello con piscina ed aria condizionata per soli 6 dollari a notte. Oppure capitare in uno degli hotels elencati qui sotto, distintisi per la loro sporcizia.

Durante gli anni passati in viaggio, non ho mai capito come possano esistere hotels del genere: luridi, con scarafaggi ovunque, perdite di acqua, puzzolenti.. Ma perche’ non si boicottano posti simili? Solo in questo modo i proprietari/gestori si renderanno conto di darsi una mossa e dare una bella ripulita alle stanze.

In ogni modo, quella che segue e’ la classifica degli hotels piu’ sporchi e sudici d’Europa, stilata dai lettori di Trip Advisor. Se ne conoscete di peggio o simili segnalatelo nei commenti e verra’ aggiunto alla lista.

  1. Club Aqua Gumbet
    Gumbet, Turchia
    “Ogni volta che ha piovuto la piscina si è insozzata degli scoli di fogna.”
  2. Altin Orfe Hotel
    Icmeler, Turchia
    “Il condizionatore perdeva acqua direttamente sul letto.”
  3. Cromwell Crown Hotel
    Londra, Regno Unito
    “Camminando sul tappeto si sollevava la polvere!”
  4. Corbigoe Hotel
    Londra, Regno Unito
    “Macchie sudicie alle pareti.”
  5. Park Hotel
    Londra, Regno Unito
    “Decisamente disgustoso svegliarsi la mattina con le cimici che ti strisciano accanto sul letto.”
  6. Hotel de Lantaerne
    Amsterdam, Paesi Bassi
    “Questo posto non è decisamente fatto per accogliere un essere umano.”
  7. Hotel Y Boulevard
    Amsterdam, Paesi Bassi
    “Piuttosto dormirei in una cabina telefonica.”
  8. Blair Victoria & Tudor Inn Hotel
    Londra, Regno Unito
    “Tutta la camera aveva un putrido odore di cane bagnato.”
  9. Hotel Manofa
    Amsterdam, Paesi Bassi
    “Topi in libertà in tutte le camere!”
  10. Hotel The Globe
    Amsterdam, Paesi Bassi
    “Le lenzuola erano punteggiate di centinaia di macchie rosse.”

10 cose da fare e provare in Turchia

Era tempo che pensavo di stilare una classifica personale dei luoghi che, secondo me, valgono assolutamente la pena di essere visitati almeno una volta nella vita. In realtà si tratta di un elenco di posti da vedere ma anche, e soprattutto, di esperienze da provare.

Come sa bene chi mi conosce, anche solo attraverso ciò che scrivo, mi piace immergermi nei luoghi, annusando, assaggiando e sperimentando tutto quello che mi può far capire meglio un popolo.

Ho pensato di raggruppare luoghi ed esperienze per Paese, per comodità di consultazione. Ovviamente, inizio con la Turchia che è noto essere uno dei Paesi che preferisco e che meglio conosco.

1. Fare un hammam

Il bagno turco è una vera e propria istituzione, un luogo di relax e socializzazione. In ogni città o piccolo paese se ne trova almeno uno ed è impagabile la sensazione di restare sdraiati sul marmo caldo al centro della stanza a guardare il caleidoscopio di colori che la luce forma, incontrando le piccole gocce di vapore.

2. Giro in mongolfiera, in Cappadocia

Grandi lingue di fuoco illuminano il buio delle cinque del mattino rompendo un silenzio irreale. Quando le decine di mongolfiere decollano nello stesso momento, non si riesce a credere che il cielo possa contenerle tutte. Invece, lassù, sembra di essere soli davanti allo spettacolo che la natura ha creato in questa regione magica.

3. Camminare all’alba, in Cappadocia

Questa regione è ricca di valli, ognuna meravigliosamente scavata nella roccia ed ognuna diversa dall’altra per colori e conformazione. In estate, il momento migliore per godersi una passeggiata in una di queste valli è l’alba, la temperatura e fresca ed i colori sono particolarmente saturi. Una volta iniziato il percorso, non vi pentirete di esservi alzati così presto.

4. Shopping a Urfa

Urfa è una città situata nella parte est della Turchia, al confine con la Siria. E’ la città di Abramo e, per questo, considerata sacra ma quello che più mi ha attirato è il suo grande, fornito e verace bazar. Un vero Paradiso per chi ama lo shopping. Rame, stoffe, spezie e molto altro.

5. Visita alla cisterna Basilica di Istanbul

Sorta nel periodo bizantino per sopperire alla mancanza d’acqua in caso d’assedio è, adesso, un luogo ricco di fascino ed atmosfera. L’illuminazione aiuta a rendere questo luogo ancora più suggestivo.

6. Palazzo di Topkapı

Sembra un luogo scontato, questo meraviglioso Palazzo affacciato sul Bosforo, dimora di Sultani e concubine. Segnalato su ogni guida turistica è veramente un gioiello che non ci si può far sfuggire, anche se la visita necessita di quasi una giornata intera. Bisogna visitarlo e lasciarsi trasportare dalla fantasia.

7. Giro sul Bosforo

Un paio d’ore dedicate ad ammirare le rive del Bosforo, con i suoi eleganti palazzi e le belle ville.

8. Kaş

E’ un piccolo paese sulla costa dell’Egeo che, pur essendosi modernizzato a favore del turismo, ha mantenuto la sua immagine di paese di pescatori. Piccole pensioni, niente grandi alberghi, ristorantini tipici ed un mare turchese.

9. Vedere le piantagioni di the e le risaie nelle Valli Georgiane

Avendo la possibilità di muoversi in auto, questa zona è imperdibile. Lunghe e profonde valli percorse da fiumi che regalano panorami incantevoli. Osservare le mondine all’opera o gli immensi terreni coltivati a the, riporta indietro nel tempo.

10. Accettare un invito a bere ilçay

Non è difficile che capiti di essere invitati a bere un the. In un negozio, in un Bazar o anche a casa di qualcuno, se sarete fortunati. Non lasciatevi sfuggire l’esperienza di entrare veramente in contatto con il popolo turco. Ricordate, per non apparire scortesi, dovete berne almeno tre bicchieri.

Per ora mi limito a questi dieci punti ma la Turchia ne meriterebbe, da sola, molti di più.