La giornata qui a Plockton, piccolo borgo non lontano dall’isola di Skye, non la dimenticherò facilmente. Penso sia oggi che mi sono innamorata della Scozia.
Avevamo scelto di fare base in questo paese di 400 anime, con palme e porto, mentre progettavamo il viaggio in macchina. Ora che siamo invece costretti a farlo il treno, Plockton diventa la meta di un giorno dove ritrovare e vivere emozioni. Già il viaggio in treno è spettacolare: durante le due ore che trascorriamo sui binari tutti i viaggiatori hanno il viso rivolto fuori dal finestrino. Si passa da un paesaggio marino ad uno campestre, poi montano, e laghi, pascoli, boschi, vegetazione fitta e rigogliosa.
Scendiamo a Plockton puntuali. Una fitta pioggerella ci accoglie. Dobbiamo percorrere circa un chilometro e mezzo per il centro del paesino e raggiungere la via del porto, dove si trova il B&B che abbiamo prenotato su Arbour Street. La via è una fitta fila di case ordinate e variopinte allineate lungo il porto, sul cui bagnasciuga sostano diverse barche, anch’esse colorate.
Pochi negozi, alcuni alberghi e ristoranti ed alberghi di varia natura, poche le camere disponibili. Raggiungiamo il numero 32 di Arbour Street dove una giovane e sorridente ragazza ci accoglie: è Fiona, figlia di Miss e Mister Mckenzie, che ci fa lasciare i bagagli e poi corre sulla barca per aiutare il padre che gestisce l’attività.
Il borgo si sviluppa lungo la via principale fronte mare, Harbour Street, più alcune propaggini di poche case. Di fronte al porto, alcuni isolotti. Un paesaggio quasi tipicamente alpino si specchia sul mare profilato da palme. Quando piove il grigio offusca il verde di pini e arbusti che è solito regnare. Se esce un raggio di sole, tutto assume un’altra connotazione: sfumature arancio scaldano la vista e confortano il cuore in un’armonia unica.
Tutto è ordinato e perfetto. Le finestre delle casette, delle piccole vetrine dove io mi incanto: piccoli oggetti, pupazzi, scatoline in bella mostra. Ogni casa ha un colore con cui profilare tetto, portone e grondaie. Quasi tutte le case sono restaurate. Ci sono alcuni negozi per turisti fra cui una piccola bottega dove lavorano la maglia alcune donne e, a prezzi modici o quasi, si posso acquistare oggetti e souvenir fatti a mano con la lana locale.
Proseguiamo verso il punto di approdo dove di pomeriggio parte l’escursione per l’avvistamento di foche.
A guidarci è Calum, il papà di Fiona, la ragazza che ci ha accolti nel B&B. L’escursione dura un’ora e si svolge al largo, fra gli isolotti di fronte a Plockton. Avvistiamo cormorani e colonie di placide foche che pigramente si crogiolano catturando un barlume di sole, ammassate come una piccola comune. Sgraziate si rotolano in acqua dove diventano leggiadre e atletiche al solo contatto.
Uno spettacolo, per noi che non siamo abituati alla vista domestica di questi animali così simpatici e pacifici. Il paesaggio assume un colore argenteo vista la luce offuscata dalla nuvole. Scesi, alcuni pescatori raccolgono il frutto del loro lavoro. Dei granchi giganti faranno felice qualcuno a tavola!
Proseguiamo esplorando le poche vie del paese, placide, colorate, armoniche. Tutto nel silenzio e nella tranquillità del posto. Strada facendo ci rendiamo conto che si sta ritirando il mare. Quello che dalla nostra stanza si percepiva come un isolotto ora è terra ferma. Camminiamo su quello che fino a pochi minuti fa era mare, i nostri piedi si posano sulle alghe spugnose e grasse che sono state abbandonate dall’acqua. Una sensazione piacevole di scoperta ci accompagna e saliamo sull’isolotto dove facciamo una passeggiata fra la vegetazione.
Le barche rimangono incagliate, tutto si tinge di arancio: sta uscendo il sole e tutto muta di nuovo. Da quello che fino a poche ora fa era mare, si intravedono conchiglie e cozze scoperte dalla fuga dell’acqua. Un senso di serenità accompagna questo fenomeno e il nostro stare qui.
Tornati nella nostra camera azzurra, finemente arredata e che si affaccia sul porto, mi siedo sulla sedia a dondolo ed ammiro in silenzio.
Plockton, il suo minuscolo borgo, la bassa marea, le barche colorate, le conchiglie lasciate a fianco dei portoni, le casette dei pescatori, la sua pace, la vegetazione alpina, la fauna e le sue variabili cromatiche entrano ora nel mio vissuto e, sono certa, non usciranno più dai miei ricordi.
Insegnante di professione, turista per passione, fotografa per diletto. Amo sognare e progettare i miei viaggi come un modo per conoscere e scoprire me stessa. Parecchi i viaggi fatti, molti di più quelli ancora da fare e da raccontare.