Perle di architettura: il Palavela di Gae Aulenti

Il Palazzo delle Mostre, conosciuto comunemente come Palavela (o Palazzo a Vela) per via della sua particolare forma, è un edificio polifunzionale che si trova nella zona sud-est di Torino a circa 3 chilometri dal centro, all’interno del Distretto Olimpico del Lingotto.

La lunga storia di questo edificio comincia nel 1958 quando, in prossimità della celebrazione del primo centenario dell’Unità d’Italia, viene costruito un palazzetto dello sport per l’esposizione di “Italia 61”. Il progetto originario è dei fratelli Rigotti che furono anche gli ideatori della famosa vela che rese così celebre questo progetto: al momento della realizzazione il palazzetto vinse il primato per la più grande vela in cemento armato mai realizzata in Europa.

Nel 2002, in vista delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, fu indetto un concorso internazionale per la ristrutturazione del palazzetto con due obiettivi prioritari: restauro del Palavela e localizzazione al suo interno delle specialità olimpiche di pattinaggio artistico e short-track e successivo utilizzo post-olimpico dell’impianto quale struttura polivalente. Vinse il progetto dell’architetto Gae Aulenti e dell’ingegnere Arnaldo De Bernardi, che prevedeva l’eliminazione delle vetrate originali e la costruzione di un nuovo edificio indipendente sotto la grande volta, da restaurare e conservare inalterata.

Gae Aulenti, architetto di fama mondiale (da poco scomparsa,) era una donna di polso. Una persona così interessante da finire addirittura tra le pagine di Vogue. Spirito libero, simbolo dell’emancipazione femminile, si è fatta strada in un periodo difficile per le donne: quello del dopoguerra. Si forma come architetto nella Milano degli anni Cinquanta, dove l’architettura italiana è impegnata in quella ricerca storico culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell’ambiente costruito esistente che confluirà nel movimento Neoliberty. La Aulenti fa parte di questo percorso, che si pone come reazione al Razionalismo Italiano.

Di sé stessa usava dire che vedeva la sua architettura in stretta relazione e in interconnessione con l’ambiente urbano esistente, che diviene quasi la sua forma generatrice, cercando, con questo, di trasferire nel suo spazio architettonico la molteplicità e l’intensità degli elementi, che vanno a definire l’universo urbano.

Come protagonista di primo piano dell’architettura e del design contemporaneo quale è stata, osservava con occhio critico e attento l’evolversi del Modernismo, bocciando spesso l’eccesso e la volgarità nell’architettura moderna. Altamente apprezzata in tutto il mondo per il suo talento creativo, viene soprattutto ricordata per la straordinaria capacità di recuperare i valori culturali del patrimonio storico e dell’ambiente urbano.

Il progetto vincitore dell’architetto Aulenti prevedeva di dividere l’operazione in due lotti: il primo relativo alla messa in sicurezza dell’impianto esistente e il secondo relativo alle nuove costruzioni. Per alcuni mesi fu quindi possibile ammirare la sola vela in tutta la sua strepitosa bellezza.

La ristrutturazione ha suscitato grandi critiche in quanto la nuova struttura non prevedeva le vetrate che avevano caratterizzato la vela sin dalla sua nascita, privandola quindi della sua essenza, e realizzando al suo interno un edificio indipendente e di forma più tradizionale. La Aulenti vinse la gara per un lampo di genio: capì che per risolvere il problema della grandezza e della dispersione energetica di una struttura così ampia bisognava costruirne una nuova all’interno, lasciando intonsa la bellissima cupola costruita da Franco Levi. Alcuni colleghi ricordano ancora la sua tenacia e la sua determinazione nella realizzazione dell’opera nonostante i pareri contrari. Tenacia dimostrata anche nella ricerca di quella determinata sfumatura di rosso, fiore all’occhiello di ogni sua opera, che la Aulenti voleva per le pareti del Palavela.

L’opera oggi si presenta come un edificio nell’edificio: due corpi di fabbrica strutturalmente indipendenti, con proprie caratteristiche formali, che si compenetrano. La nuova struttura è formata da due corpi accostati, composti da setti murali paralleli, con coperture a quote differenti tra loro collegate da una copertura spaziale reticolare per un totale di ben 9386 posti. I setti e i muri perimetrali di chiusura sono in cemento armato faccia a vista, realizzato con particolari casseformi che nascondono i fori d’ancoraggio lasciando a vista la sola fuga, verniciati con vernice acrilica protettiva coprente colore rosso fiammante. Ulteriore movimento è dato dai corpi scala esterni in cemento a vista che danno accesso ai tre livelli interni. Il risultato è una struttura asimmetrica che mostra prospettive molto varie dalle diverse angolature.

Tutto il progetto ha cercato di dare risalto a entrambe le strutture. In corrispondenza dei tre punti di fondazione della volta sono state realizzate tre vasche con fari posizionati sott’acqua: queste “vasche illuminanti” svolgono la doppia funzione di esaltare la vela e impedire al pubblico di avvicinarsi ai suoi punti di minore altezza.

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