Tornare a Parigi è come rincontrare un’amica lontana dopo tanto tempo e avere l’impressione che il tempo non sia mai passato. E’ come andare in quel vecchio bar e trovare sempre la stessa fetta di torta che vi fa sentire a casa o ascoltare quella canzone che vi fa viaggiare con la mente. In questo caso la canzone in questione non potrebbe che essere la via en rose di Edith Piaf.
Marzo è uno dei mesi che preferisco per viaggiare, l’arrivo timido della primavera sembra quasi debba esser atteso con uno spirito nuovo che è quello con cui ritorno ogni volta che ho l’occasione di esplorare parti del mondo un po’ più lontane da me. E così con una piccola valigia, poco prima del 21 marzo, sono atterrata in dolce compagnia a Parigi.
Arrivati nel tardo pomeriggio di venerdì all’aeroporto di Orly ci siamo recati al 9° arrondissement per soggiornare in un hotel vicino ai Grands Boulevards, l’Hotel Aida Opera a quindici minuti a piedi dall’Opéra Garnier (zona che consiglio per pernottare in quanto residenziale ma a due passi da numerosi locali e servizi commerciali di prima necessità).
La prima sera, non avendo la possibilità di visitare molto, abbiamo intrapreso una passeggiata lungo i locali dei Grands Boulevards fino all’Opéra per poi raggiungere le scale della coloratissima metro di Place Colette coperta all’ingresso da una vera e propria opera d’arte, le Kiosque des Noctambules di Jean-Michel Othoniel: una cupola decorata con delle sfere i cui colori rappresentano il giorno e la notte.
Da lì, alla ricerca di un buon tagliere di formaggi tipici e un calice di vino, non è passato inosservato il Palazzo Brongniart, ex palazzo della borsa, dove di giorno è possibile trovare mercatini e fermarsi nelle numerose brasserie.
Il vero e proprio viaggio è iniziato il sabato con un buon pain au chocolat da una parte, tipici saccottini al cioccolato sfogliati che è possibile trovare in tutte le boulangerie, e dall’altra un abbonamento ai trasporti di due giorni ossia il Paris Visite che consente l’utilizzo illimitato di tutti i mezzi (i pass e il costo si differenziano a seconda delle zone e dei giorni)
Fatto questo piccolo preambolo credo non mi resti che darvi qualche piccolo consiglio su cosa fare in soli due giorni nella capitale francese o, per meglio dire, ciò che credo meriti assolutamente d’esser visitato prima di lasciare Parigi! (tra questi non troverete il museo del Louvre e la zona di Montparnasse perché li avevo già visitati in passato ma se avessi avuto altri due giorni a disposizione ci sarei riandata volentieri).
La Cattedrale di Notres Dames
L’ultima volta che l’avevo visitata, nonché la prima, era ancora così come l’avevo studiata nei libri di storia dell’arte. Dopo l’incendio del 15 Aprile 2019 la cattedrale, patrimonio dell’umanità Unesco, si presenta ai turisti più fragile con il suo cuore architettonico aperto ma con il fascino gotico medievale di sempre.
La sua maestosità data dagli archi rampanti, i rosoni e le guglie è inestimabile e rimane, nonostante le ferite, il cuore di Parigi. Dinanzi alla sua piazza, oggi perimetrata da transenne, si trova il Point Zèro des Routes de France, ossia il punto cardine da cui si calcolano le distanze con le altre città della Francia.
Grazie ai lavori in corso oggi il tesoro della cattedrale, oltre quello già noto a tutti come ad esempio la Santa Corona di Spine, continua ad espandersi.
Proprio qualche giorno fa, infatti, sono stati rinvenuti alcuni reperti di notevole valore durante le fasi di scavo per la ricostruzione della guglia tra cui tombe e sepolture antiche. “Circumnavigando” la Senna e costeggiando la sua riva sinistra, tra piccoli mercatini d’antiquariato e cartoline, non si può poi non notare la libreria Shakespeare and Company.
Libreria Shakespeare and Company
Fiore all’occhiello per poeti parigini e scrittori come Fitzgerald, Hemingway e Joyce la libreria Shakespeare and Company si presenta oggi come una vera e propria macchina del tempo. Aperta per la prima volta nel 1919 da Sylvia Beach e George Whitman continua ad essere un punto di riferimento per letterati, scrittori e poeti. In passato in cambio di un aiuto per sistemare i libri i suoi ospiti potevano riposare sui divani e godere dell’ospitalità che solo l’odore dei libri, una macchina da scrivere e la vista su Notres Dames possono dare. Oggi è ancora così, un vero e proprio scrigno custodito con passione da chi nutre il proprio animo con le pagine dei libri che conserva.
Musee D’Orsay
In questo posto, altrettanto magico, a scandire il tempo non sono più i libri ma il suo grande orologio. Nata nel 900 come stazione ferroviaria la Gare d’Orsay è sempre stata qualcosa in più fin dalle sue origini, probabilmente merito della struttura architettonica e dell’atmosfera in cui si viene immediatamente calati. Oggi è sede della collezione nazionale francese d’arte impressionista, post-impressionista e art nouveau. Un gioiellino che custodisce tantissimi capolavori di Manet, Monet, Cézanne, Van Gogh, Tissot e tanti altri. Visitarlo, lasciarsi trasportare dai suoi piani, è come fare una vera e propria “scorta di bellezze”. Dopo due anni di pandemia credo che poter vedere di nuovo tutto questo faccia acquisire ad ogni singola opera un vero e proprio valore aggiunto.
Centre Pompidou
A dare il benvenuto a chi si appresta ad entrare al Centre Pompidou c’è in primis la celebre fontana Stravinsky, con le coloratissime sculture meccaniche, e poi i murales i cui colori, specchiandosi nell’acqua, sembrano essere un tutt’uno con la piazza. Il museo ospita la più importante collezione d’arte moderna e contemporanea d’Europa e credo sia impossibile visitarlo in meno di due ore. E’ davvero difficile non dedicare il giusto tempo per osservare le opere di Picasso, Matisse, Kandisky, Miro, Mondrian e tantissimi altri artisti. Gli stessi spazi museali e la struttura, costruita dagli architetti Renzo Piano e Richard Rogers, meritano d’esser percorsi con la giusta attenzione e nel mentre si salgono i piani lasciarsi abbracciare da uno dei più bei panorami di Parigi con i suoi tetti, la Torre Eiffel, l’Opéra Garnier e la vista sui quartieri.
Essendo aperto tutti i giorni dalle 11 fino alle ore 21 il mio consiglio è visitarlo tra le 18.30/19 per ammirare dall’alto il tramonto e l’imbrunire sulla città.
Panthéon
Da basilica cristiana a tempio della nazione oggi questo capolavoro architettonico in stile neoclassico si presenta come un vero e proprio simbolo cittadino. La Convenzione nazionale di Sicard che scorge dietro il pendolo di Foucolut, i dipinti, le iscrizioni che omaggiano personaggi illustri morti durante le guerre, il ciclo della vita di santa Genoveffa (santa patrona di Parigi) sono solo alcuni dei capolavori che mi hanno incantata. La cripta, poi, è una vera scoperta: vi sono sepolti, infatti, alcuni dei più importanti portatori della democrazia, scrittori (Victor Hugo, Emile Zola, Alexandre Dumas), filosofi dell’illuminismo (Voltaire, Rousseau), scienziati e rappresentanti di coraggio e resistenza oltre che un’urna contenente il cuore del fondatore della Terza Repubblica, Léon Gambetta.
Arc de triomphe
Quando si pensa all’Arc de Triomphe una tra le prime cose che viene in mente è la vista bellissima dalla terrazza panoramica sulla città eppure ciò che più mi ha colpito di più è la fiamma accesa ogni giorno alla tomba del milite ignoto. Una tradizione che continua da quasi cento anni e che avvalora ancor di più le decorazioni architettoniche e i nomi delle battaglie incise sulle arcate.
L’Arc de Triomphe è sicuramente uno dei monumenti più importanti di Parigi e come tale camminarci accanto e osservarlo è come ripercorrere anni di storia.
Champs-Elysees
Dall’Arc de Triomphe si apre la vista sul viale dei Campi Elisi, il quartiere degli Champs-Élysées. Uno dei viali più conosciuti al mondo con i suoi alberi, teatri, cinema, negozi dei più prestigiosi marchi, ma anche ristoranti, pasticcerie… insomma tutto ciò che si può desiderare (di materiale e non) sarà possibile trovarlo percorrendo questo lungo viale che collega l’Arc con Place de la Concorde (una delle piazze più belle di Parigi).
Jardin des Tuileries
Da qui in poi si estende il Jardin des Tuileries, un parco in stile classico francese dove potersi immergere nel verde e nell’arte grazie alla presenza di sculture e del Musée National de l’Orangerie. Camminarci in primavera/estate è tutta un’altra cosa ma in qualsiasi momento dell’anno lo troverete stupendo.
La Torre Eiffel
Spostandoci sugli Champ de Mars si trova la regina indiscussa di Parigi, ossia la Torre Eiffel. Non ha bisogno di presentazioni uno dei simboli più famosi al mondo ma quel che è difficile da spiegare, così soggettivo da essere sempre diverso, credo sia semplicemente la sensazione e l’emozione che suscita. Consiglio di visitarla o anche passeggiarci accanto al tramonto o di sera per non perdere i meravigliosi giochi di luci che fanno brillare Parigi.
Ogni ora, oltre le luci normali che la fanno risplendere, la torre per cinque minuti è illuminata da 20.000 luci dorate: il punto migliore dove poter ammirare a pieno lo spettacolo è dai Jardins du Trocadeéro. Passandoci accanto sarà difficile non immortalarla con foto diverse da varie angolazioni.
Ai suoi piedi il quartiere Passy, dove vissero Benjamin Franklin e Balzac, alle sue spalle La Défanse, e sulla cima la vista di tutta la città.
Chi avrà la possibilità di visitarla da metà marzo in poi, inoltre, potrà osservare la Torre Eiffel ancora più alta con i suoi nuovi 330 metri di altezza contro i 324 precedenti. Questo grazie all’installazione avvenuta pochi giorni fa di una antenna per la nuova copertura radio del sistema digitale DAB+.
Montmartre
Quello di Montmartre è un tour che merita d’esser fatto con il naso all’insù per non perdere gli scorci più belli e colorati del quartiere. Partendo dall’uscita della metropolitana Blanche a darvi il benvenuto ci sarà il famoso Moulin Rouge in tutto il suo splendore mentre alla sua destra si dirama rue Lepic. Qui troverete il Cafè des deux Moulins che vi farà sentire un po’ parte del favoloso mondo di Amélie. Vi consiglio di fermarvi al suo interno per prendere un croissant e ammirare come questo cafè sia affascinante nella sua unicità per non essersi adeguato al tempo che scorre.
Tra boulangerie, negozi d’arte e boutique si sale verso il vero quartiere ed è qui che troverete due mulini: il Moulin Blute-Fin e il Moulin Radet (bellissimi da vedere pensando al connubio tra passato e presente) mentre più avanti all’angolo, prima di una vigna piantata per frenare lo sviluppo edilizio, si trova La Maison Rose, resa famosa dal pittore “montmartrois” di nascita Maurice Utrillo.
Credo che percorrere queste strade, sbirciare tra le finestre delle ville tra gli alberi in fiore, le scale, e la street art sia l’unico modo per non arrivare alla basilica del Sacre Cour impreparati per cotanta bellezza. Oltre il panorama da cartolina che vi farà immortalare Parigi da ogni punto di vista è tutto il contesto su cui sorge a lasciare a bocca aperta chi si prepara ad entrarvi.
Consacrata nel 1919 la basilica è un luogo di culto e meta di pellegrinaggio. Al suo interno si presenta illuminata dai mille colori delle decorazioni di uno dei mosaici più grandi al mondo mentre al suo esterno ciò che prevale è sicuramente il bianco della sua cupola raggiungibile con una scala di 234 gradini.
Sarà difficile, poi, non restare fermi a guardare gli artisti che riempiono la pittoresca Place de Tertre: vi sembrerà di essere parte di un dipinto o essere “i passanti” di un film romantico francese, invece è semplicemente la magia di Montmartre…. e se come me percorrerete queste strade con il cuore colmo d’amore o semplicemente non potrete fare a meno di un po’ di romanticismo per voi c’è Le mur des Je T’Aime, una vera e propria opera d’arte su un muro, simbolo di divisione per eccellenza scelto in questo caso, invece, per far prevalere l’unione che genera l’amore. Creato da Frédéric Baron e Claire Kito nel 2000 l’opera è composta da piastrelle blu, 311 “Ti Amo” nelle lingue e dialetti di tutto il mondo e schizzi di rosso che rappresentano cuori infranti che possono essere riuniti.
Conclusione
C’è chi dice che Parigi sia ufficialmente la città dell’amore o la capitale più romantica da visitare per ovvi motivi artistici e culturali. Io penso che quando si viaggi il romanticismo lo si porti addosso, in valigia, come un sentimento che consente di stupirci e innamorarci di ciò che si guarda, ogni volta, come la prima volta. Ed ebbene sì, se la si guarda con gli occhi giusti come quelli che mi hanno accompagnata in questi due giorni.. vi posso confermare che a Parigi questo incantesimo funziona un po’ di più!
Amante dell’arte in tutte le sue forme, del buon cibo ma soprattutto della magia intrinseca dei viaggi. Lavoro in un calzaturificio artigianale ed è qui che ogni giorno cerco di coniugare “testa, mani e cuore”. Appassionata di teatro e cartoline, non ho un buon senso dell’orientamento ma riesco sempre a non perdere di vista la mia strada. Le altre, invece, proverò a raccontarle qui!