Narni sotterranea – Umbria

Niente è più potente della parola per scatenare la fantasia. Umbria, Narni per la precisione, in attesa della visita a Narni sotterranea. Ma cosa si vede? – chiede mia moglie dubbiosa – Boh, delle stanze sottoterra – Ma non ti sei informato?

Abbazia di San Cassiano

Siamo una quindicina sul terrazzo, giù nel bosco alle  nostre spalle, sull’altro versante della valle, l’Abbazia di San Cassiano in pieno sole, davanti a noi Moira, la nostra giovane affabulatrice e la porta verso le tenebre dei sotterranei. 

E tu come ti chiami? – Stella – Che bel nome! – E tu? – Michele – Allora sei bravo come un angelo! L’altro è Andrea faccia da furbo e i bimbi con le relative famiglie sono conquistati.

Abbazia di San Cassiano
Abbazia di San Cassiano

Tutto è cominciato con sei speleologi in erba che devono fare i conti con il contadino nel cui orto ai piedi delle mura sono caduti. Studiate le grotte? Allora invece di calpestare i miei cardi cercate di trovare il tesoro dentro quel buco là in fondo, me l’ha detto mio padre che c’è un tesoro, però se lo trovate metà lo date a me. Accordo fatto, buco allargato a furia di martellate. 

E cosa vedono, bimbi? – silenzio a bocca aperta – Due occhi! Due grandi occhi che li fissano dal buio – ooh di paura. I due occhi sono quelli di un angelo sulla parete sinistra della cripta nella quale entriamo in religioso silenzio. 

Figuratevi lo stupore dei ragazzi nel vedere questo tesoro a cui nessuno agli inizi crede – continua Moira allargando le braccia. Sull’arco dell’abside un Cristo sanguinante, San Michele Arcangelo e i simboli degli Evangelisti. I dipinti della cripta risalgono al XII secolo, prima di Giotto e dei suoi affreschi ad Assisi, ma la chiesetta ha origini più antiche come si vede dai ruderi sotto il pavimento coperto da una vetrata. 

C’è qualche francese nel gruppo? – nessuna risposta – Era giusto per sicurezza – prosegue Moira – perché questo muro diroccato a metà chiesa e quei buchi sui muretti li hanno fatti i soldati di Napoleone che hanno trasformato la chiesa in cantina, evidentemente il vino di queste parti era ritenuto un tesoro! E quei cerchi in basso lungo le panche di pietra? – Segnaposti? – azzarda il più istruito del gruppo – Esatto! Il cerchio è dipinto ad affresco, non cancellabile, dentro veniva dipinto a tempera il nome del frate che lì si doveva sedere, almeno finchè era in vita, poi si cancellava il nome e se ne scriveva un altro – sorrisi a denti stretti del pubblico.

Acquedotto della Formina

I sei speleologi in erba, ansiosi di trovare il tesoro, dopo qualche tempo tirano giù a martellate la porta murata nella controfacciata della chiesetta. 

E dove finiscono? – i bimbi pendono dalle sue labbra – In una cisterna romana. Vuota! – aggiunge dopo un attimo di suspense. Tutti in fila nella cisterna, un locale spoglio con uno schermo sul fondo.

Sapete cos’è questo? – indicando un trespolo con fili pendenti a cui sono agganciati dei pesi di piombo – E’ il groma, veniva usato dai Romani per costruire strade, acquedotti, case. Signora si metta lì, in modo da vedere i fili perfettamente allineati e stia attenta. Parte un video con due uomini in tunica e calzari, l’ingegnere e il manovale, mentre tracciano il percorso dell’acquedotto Formina, tredici chilometri di canali su colli, ponti e gallerie per portare l’acqua a Narnia, il nome antico della città. 

acquedotto della Formina
Acquedotto della Formina

Bisogna interagire a tempo col video e Moira è maestra – Adesso va bene? – chiede quando è il momento giusto e la signora ci casca – No, non è in linea – risponde a quello dei picchetti sullo schermo, i bimbi non capiscono ma ridono con gli altri. 

Un tratto dell’acquedotto è visitabile con una guida – spiega Moira – serve attrezzatura adeguata e non soffrire di claustrofobia. No, non ci andiamo – rassicuro mia moglie.

Attenti bambini, state vicini a mamma e papà! – raccomanda Moira sottovoce facendo segno col dito sulla bocca – c’è un corridoio scuro – non era nemmeno il caso di dirlo. 

Penombra, la luce soffusa dei faretti sulle pareti si perde in alto nelle volte della camera, uno scrittoio, due candele, un lungo tavolo con manette e una ruota, uno strumento con una punta strana al centro della stanza, corde che pendono dal soffitto. 

Stanza dei Tormenti

Questa è la “Stanza dei Tormenti”– esordisce Moira con tono serio – a cosa servono gli attrezzi non è il caso che io lo spieghi. E’ la stanza del Tribunale dell’Inquisizione usata per tre secoli come è stato possibile confermare da documenti trovati nell’Archivio Vaticano e al Trinity College di Dublino. 

Stanza dei Tormenti
Stanza dei Tormenti

Una ricerca fortunata – spiega Moira che si rilassa raccontando la storia di un detenuto, un tale Domenico Ciabocchi, lui, invece, particolarmente sfortunato. 

E’ scappato da Todi perché moglie e suocera lo bastonavano – esordisce sorridendo – ma, non contento, si è risposato a Narni ovviamente tenendo nascosto il suo primo matrimonio. E cosa succede? – Lo beccano! – dice un esperto – Esatto! Uno di Todi lo riconosce al banco del mercato di Narni e lo denuncia all’inquisizione come bigamo. Cosa vuol dire bigamo? Mi ha chiesto una volta un bambino – Mia mamma lo sa – ha risposto una bambina del gruppo – e quasi strappa un applauso. Morale il Ciabocchi viene imprigionato ma scappa, dopo aver ucciso una guardia, nel regno di Napoli dove non c’era l’Inquisizione. Non contento e senza tenere conto del suo karma manda un messaggio alla moglie per incontrarsi sul confine e chi trova? – La suocera! – dice un burlone – I gendarmi! – corregge ridendo Moira – ed è finito di nuovo nelle galere pontificie.

Prigione

E quella porticina? – Facciamo due gruppi per entrare e vi spiego, questa è più seria. Una stanza dalla volta a botte e un piccolo letto a sinistra della porta, una finestrella con le sbarre e le pareti completamente coperte da nomi, date e disegni strani incisi con qualche oggetto appuntito sull’intonaco bianco sporco. 

La vicenda di Giuseppe Andrea Lombardini, il recluso più famoso, è troppo lunga per raccontarla come è stata lunga e faticosa la ricostruzione degli eventi. Il Lombardini, incarcerato nel 1759 per aver favorito la fuga di un  condannato, è conosciuto perché ha lasciato tutta una serie di graffiti con simboli massonici che hanno stuzzicato l’interesse dei giovani speleologi, nel frattempo diventati adulti ma non meno curiosi, i quali sono riusciti, dopo ricerche frustranti e scoperte fortunate, a ricostruirne la storia. E’ finita bene – conclude Moira – ha ricevuto la grazia nel 1763.

Ultima stanza

Ultima stanzetta. Cosa c’è ancora di interessante dopo il Santo Uffizio? Una stanza usata come toilette dai famosi francesi di Napoleone, c’è anche una bacheca con lo scheletro di una giovane donna, via in fretta, non è il caso, e dove sbuchiamo?  Nella chiesa di Santa Maria Maggiore, trasformata in sala conferenze, ovviamente con reperti millenari sotto il pavimento tipo un mosaico bizantino del VI secolo, è così in Italia, ovunque scavi qualcosa trovi.

Il coro dei Domenicani – spiega Moira agli ultimi indefessi visitatori – è proprio sopra la Stanza dei Tormenti, quando i frati cantavano non si sentivano le urla dei prigionieri mentre venivano torturati per confessare i loro peccati.

Potevamo uscire con un sospiro di sollievo e invece…

Costo biglietto per Narni Sotterranea

Il prezzo del biglietto per l’ingresso a Narni Sotterranea è di 7 euro per gli adulti e 4 euro per i bambini dai 6 agli 11 anni. Sotto i 6 anni l’ingresso è gratuito.

Tuttavia, esistono diverse opzioni di biglietto, che possono includere la sola visita ai sotterranei o anche l’accesso ad altri siti e attrazioni turistiche di Narni. Inoltre, sono previste anche tariffe agevolate per i gruppi, scolaresche e anziani. Vi consiglio di controllare il sito web ufficiale di Narni Sotterranea o di contattare direttamente il centro visite per avere maggiori informazioni sui costi e le modalità di acquisto dei biglietti.

Come arrivare a Narni Sotterranea

Per raggiungere Narni Sotterranea, è necessario arrivare (ovviamente) a Narni. La città è facilmente raggiungibile in auto, con l’autostrada A1 che la collega a Roma e Firenze.

In treno: se si parte da Roma, ad esempio, si può prendere un treno dalla Stazione Termini e scendere a Narni-Amelia, che si trova lungo la linea ferroviaria principale. Una volta arrivati a Narni, è possibile raggiungere Narni Sotterranea a piedi o in taxi, poiché si trova a breve distanza dal centro storico. Le indicazioni per raggiungere l’ingresso dei sotterranei sono ben segnalate e il percorso vi condurrà attraverso le pittoresche stradine medievali di Narni.

Dove parcheggiare a Narni Sotterranea

A Narni Sotterranea, ci sono diverse opzioni per il parcheggio a seconda delle vostre esigenze. Se si desidera parcheggiare in prossimità del centro storico, dove si trova l’ingresso dei sotterranei, si può optare per il parcheggio pubblico “Parcheggio Sotterranei di Narni”, che si trova a pochi minuti a piedi dall’ingresso dei sotterranei. Questo parcheggio è a pagamento, ma offre una posizione comoda e sicura per la vostra auto.

In alternativa, ci sono anche parcheggi gratuiti nelle vicinanze del centro storico, come ad esempio il “Parcheggio Cittadino Narni”, che si trova a circa 10 minuti a piedi dall’ingresso dei sotterranei. Tuttavia, tenete presente che questi parcheggi gratuiti possono essere molto affollati durante i periodi di alta stagione.

Immagini dell’interno di Narni Sotterranea di Associazione Culturale Subterranea

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