Un viaggio lungo 12 ore, così intenso da sembrare quasi mistico: questa è stata la mia avventura nella Death Valley. Salita sul pullman di buon ora ho lasciato la stravagante Las Vegas e, già a pochi chilometri fuori dalla città, le luci e il caos, lo scintillio dei casinò sono solo un bellissimo ricordo (impossibile non dedicarle un articolo con le attrazioni più importanti) che lasciano il posto al nulla per eccellenza: il deserto.
Dopo 2 ore circa di peregrinazione nel Deserto del Mojave sono arrivata nella zona di Furnace Creek. Anticamente era un lago, oggi è una distesa immensa di terra plissettata. Qui c’è un punto panoramico chiamato Zabriskie Point: sono rimasta senza fiato per la bellezza disarmante dello scenario offerto dai calanchi dorati, ma anche per il caldo estremo. Facevo fatica a tenere gli occhi aperti!
Per prepararmi a vivere al meglio l’esperienza nel parco nazionale della Death Valley, ho visitato il Furnace Creek Visitor Center, a pochi minuti da Zabriskie Point, dove ho scoperto che il deserto nasconde tanti pericoli, ma che la natura è viva e meravigliosa anche in questi luoghi. Il deserto è suggestivo e affascinante, bisogna viverlo in religioso silenzio. Ne vale davvero la pena.
Lungo il tragitto ho sostato a Badwater, una piscina bassa e salata nota per essere a circa 86 m sotto il livello del mare e dove, a causa delle temperature bollenti e della presenza di sale, non c’è più nessun tipo di vita vegetale. Il mese di luglio si tocca una temperatura media massima di 46 °C e io ci sono stata proprio i primi di luglio… ma lo rifarei altre cento volte! In fondo poteva andarmi anche peggio, considerando che il record è di ben 57°C!
Viaggiare sulle strade della Death Valley è un’esperienza unica anche perché la via è quasi sempre dritta. Le infinite strisce d’asfalto, che in lontananza sembrano sfocate per l’intenso caldo, pare si fondano all’orizzonte con il cielo, così azzurro da sembrare innaturale.
Lungo la strada per Fresno ho fatto una tappa anche presso le comunità di Shoshoe, che ricorda un tipico scenario da film Western e Baker, dove ho ammirato il termometro più alto del mondo (circa 40 metri). Veramente fantastico!
Mentre si esce dal deserto il paesaggio cambia pian piano: le distese di sabbia e di Joshua Trees (i cactus-alberi tipici del deserto del Mojave) lasciano il posto agli immensi campi di pale eoliche che spiccano all’orizzonte. L’allontanarsi dalle aree desertiche più selvagge nelle ore dell’imbrunire è malinconico, ma lascia un senso di pace che non si dimentica facilmente.
Dopo quasi 12 ore di viaggio sono arrivata nel mio hotel a Fresno stanchissima, ma con meravigliosi paesaggi impressi negli occhi e nel cuore.
Se anche tu vuoi affrontare l’avventura nella Death Valley tieni ben i mente questi consigli:
- fai il pieno -nella Valle della Morte ci sono pochissimi distributori di benzina- e assicurati che l’aria condizionata funzioni;
- informati sulla viabilità delle strade, perché alcune vengono chiuse in caso di eccessivo caldo (ad esempio io ho trovato chiuso un percorso più breve);
- occhio alle distanze: porta una mappa e segui un percorso, perché la Valle della Morte è un parco ampio che racchiude molte attrazioni che sembrano vicine, ma sono distanziate da parecchi chilometri;
- portati da mangiare, perchè non ci sono tanti posti per pranzare in maniera dignitosa.
A questo punto non mi resta che augurarti un buon viaggio!
Sono copywriter e blogger salentina, ma vivo a Torino.
Adoro scrivere e leggere, la musica e l’arte… ma i viaggi sono la mia passione!
Per questo nasce il mio blog Souvenir di viaggio.
Viaggiare per scoprire sempre posti nuovi ed aprire la mente: che sia un lungo viaggio all’estero o un weekend in Italia, l’emozione di preparare le valigie e progettare gli itinerari da seguire per vedere il più possibile, non ha prezzo!
Il link al mio blog è: www.souvenirdiviaggio.it