Roma non è solo una destinazione: è un punto d’arrivo carico di storia, spiritualità e significato. Da secoli, pellegrini e viaggiatori la raggiungono a piedi da ogni angolo d’Europa, seguendo antichi cammini che ancora oggi raccontano storie di fede, scoperta e lentezza.
Sono stato tante volte a Roma ma questa è la prima volta che ci arrivo a piedi, lungo itinerari storici che da tempo volevo percorrere. Un’esperienza diversa dai viaggi che di solito faccio, più intensa, senza bambini, condivisa con un gruppo di persone che all’inizio erano sconosciute, ma che strada facendo sono diventate dei veri e propri compagni di viaggio, addirittura amici con cui ho condiviso fatiche, risate, silenzi e ottime cene.
Tra i diversi cammini che si possono fare per raggiungere Roma, io e i miei compagni di viaggio ne abbiamo percorsi tre o meglio, 3 tratte di ogni percorso:
- la Via Francigena del Nord, che scende lungo la dorsale italiana da Canterbury, attraversando il Piemonte, la Toscana e il Lazio;
- la meno conosciuta ma affascinante Via Francigena del Sud, che parte da Roma e si dirige verso il Mediterraneo, fino a Santa Maria di Leuca, ma che si presta anche per percorsi a ritroso verso la capitale;
- e il Cammino di San Francesco, che segue le orme del Santo d’Assisi, tra boschi umbri, eremi nascosti e colline che sembrano uscite da un affresco.
Tre percorsi, tre esperienze uniche, unite da un’unica direzione: Roma, da sempre centro di spiritualità e meta di pellegrinaggi. E quest’anno c’è anche un motivo in più per visitare Roma: il Giubileo. Un evento che si celebra solo una volta ogni 25 anni: un anno speciale, ricco di eventi e con l’apertura della Porta Santa nelle basiliche romane, simbolo di accoglienza, rinnovamento e speranza.
In questo post ti racconto la prima tappa di questo mio percorso a tappe: la Via Francigena del Sud, tra i boschi e i borghi dei Castelli Romani, con partenza da Castel Gandolfo e arrivo a Velletri, passando per Nemi, tra panorami vulcanici, fragole di bosco e vino locale.
La Via Francigena del Sud
La Via Francigena del Sud è il proseguimento ideale della più nota Francigena del Nord. Parte da Roma e si snoda verso sud, fino a Santa Maria di Leuca, nell’estremo sud della Puglia, dove “finisce la terra” e comincia il mare. Un itinerario ricco di storia, natura e spiritualità, che ricalca le antiche vie dei pellegrini in partenza verso la Terra Santa.
Il percorso si divide in quattro grandi tratte:
- Da Roma a Terracina – Attraversa i Castelli Romani, il Parco dei Monti Lepini e l’Agro Pontino, tra borghi storici e paesaggi vulcanici.
- Da Terracina a Benevento – Si entra in Campania, passando per Formia, Cassino e la valle del Liri, con tappe spirituali come la Certosa di San Lorenzo a Padula.
- Da Benevento a Bari (via Andria) – Attraversa l’Appennino campano e l’Alta Murgia pugliese, passando per località come Troia, Lucera, Ordona e Andria, fino ad arrivare a Bari, storica porta d’imbarco verso l’Oriente.
- Da Bari a Santa Maria di Leuca – L’ultimo tratto tocca il cuore del Salento, tra uliveti, muretti a secco, borghi barocchi e affacci sul mare Adriatico e Ionio.
Una variante molto bella del cammino attraversa invece Matera, la celebre città dei Sassi, per poi ricongiungersi all’itinerario principale. Anche se non parte del tracciato ufficiale, è spesso scelta dai pellegrini per il suo valore culturale e spirituale.
In totale, il cammino è lungo circa 900 km, da percorrere in più settimane o a tappe. I paesaggi cambiano continuamente: dalle colline laziali al mare, dai borghi medievali alle cattedrali romaniche, dai boschi dell’Appennino alle spiagge pugliesi.
Se si ha poco tempo a disposizione o non si è abbastanza allenati, si può fare la tratta breve della Francigena del Sud, che parte da Velletri, per poi arrivare a Nemi, Albano Laziale, Castel Gandolfo, per concludersi a Roma.
Castel Gandolfo
Per questioni di tempo il nostro cammino invece comincia da Castel Gandolfo, uno dei borghi più belli dei Castelli Romani, per finire a Velletri.
A Castel Gandolfo incontro i miei compagni di viaggio: ci troviamo nel pomeriggio in hotel per un breve briefing e poi usciamo a esplorare il paese. Castel Gandolfo è famoso per essere stata la residenza estiva dei papi, ma anche per la sua posizione spettacolare affacciata sul lago Albano, il lago vulcanico più profondo d’Italia. Passeggiamo per il centro storico, ci affacciamo dai belvedere da dove si ha una vista meravigliosa sul lago di Albano, resa ancora più bella dai colori del tramonto.
Ci soffermiamo in Piazza della Libertà, cuore del paese, dove la nostra guida ci racconta la storia del Palazzo Pontificio, oggi visitabile anche all’interno con i suoi splendidi giardini. Poco distante, visitiamo la chiesa madre di San Tommaso da Villanova, progettata dal Bernini, e ammiriamo l’antica porta d’ingresso alla città, Porta Pretoria, parte delle mura che un tempo circondavano il borgo per proteggerlo.




Concludiamo la giornata con una cena conviviale da Arte e Vino, un ristorante davvero speciale nel centro di Castel Gandolfo, speciale non solo per la qualità del cibo ma anche per le decorazioni interne che sono un vero spettacolo: un mix di arte e design che rende l’esperienza ancora più piacevole e originale. Una cosa particolare di questo ristorante sono anche le cantine, che si possono visitare e che passano sotto la strada centrale di Castel Gandolfo.

Info utili:
- Dove mangiare: Arte e Vino
- Dove dormire: Hotel Castel Vecchio, a 5 minuti a piedi dal centro: scegli la stanza con terrazzo sul lago per un panorama da mille e una notte. L’hotel dispone anche di un Roof Garden con piscina esterna, sempre con vista panoramica sul lago.
- Come arrivare a Castel Gandolfo: con treno diretto da Roma Termini (45 minuti).

Da Castel Gandolfo a Nemi
Il mattino seguente partiamo a piedi direttamente dall’hotel, seguendo il percorso della Via Francigena del Sud. Ad accompagnarci ci sono tre guide esperte dell’Associazione Gruppo dei Dodici, un’organizzazione di volontari appassionati che si dedica alla promozione e valorizzazione di questo storico cammino.
Attraversiamo prima Albano Laziale, con la sua bella piazza e la Cattedrale di San Pancrazio, per poi addentrarci nel cuore verde dei Colli Albani, lungo un sentiero ben curato che si addentra nel bosco. Camminiamo tra alberi secolari, immersi nella quiete del sottobosco, con frequenti scorci panoramici sul lago di Albano.

È una passeggiata piacevole, rilassante e perfettamente in linea con lo spirito del cammino. Con i miei compagni di viaggio, che solo pochi giorni fa erano degli sconosciuti, ci scambiamo pensieri, storie, silenzi e risate. La lentezza del passo ci regala il tempo di osservarci, di ascoltare e di condividere: un piccolo viaggio nel viaggio, fatto anche di nuove amicizie che nascono lungo la via.
Percorriamo anche tratti di sentiero lastricati con antiche pietre romane dalla caratteristica forma a “tartaruga”. Questi tratti lastricati con pietre romane a forma di tartaruga sono un vero capolavoro di ingegneria antica. Oltre a garantire un buon drenaggio e aderenza anche in caso di pioggia, queste pietre hanno un’altra caratteristica sorprendente: si adattano al terreno. Grazie alla loro forma irregolare e leggermente bombata, non sono fissate in modo rigido, ma posate in modo da potersi muovere leggermente. Questo le rende perfette anche nei tratti di bosco come questo, dove le radici degli alberi continuano a crescere e sollevare il terreno: le pietre non si rompono, ma si spostano seguendo i movimenti naturali del suolo, mantenendo la percorribilità del sentiero senza bisogno di interventi invasivi.
Un sistema semplice ma geniale, che ha resistito nei secoli e che ancora oggi accompagna il passo di chi, come noi, si mette in cammino verso Roma.





Nemi
Arriviamo a Nemi, bel borgo, colorato, famoso per le sue fragoline di bosco, e infatti ovunque ci sono pasticcerie che espongono torte, crostatine e dolci alle fragole. Io mi sono fermato per un tortino con crema e fragole fresche – delizioso. Inoltre a Nemi ogni anno si celebra la Sagra delle Fragole di Nemi, uno degli eventi più attesi dei Castelli Romani, che nel 2025 vede il suo centenario.
Per godersi Nemi non serve fare molto: basta semplicemente passeggiare per le stradine del suo centro storico, tra vicoli fioriti e scorci sul lago, fino ad arrivare al suggestivo Palazzo Ruspoli, affacciato proprio sul lago.








Velletri
Riprendiamo poi il cammino verso Velletri, ultima tappa della giornata. Il paesaggio cambia ancora: vigneti, dolci colline, qualche tratto di strada sterrata tra i campi. Prima di arrivare in paese, ci fermiamo per una degustazione di vini presso l’azienda vinicola Colle di Maggio, che produce vini locali da vitigni autoctoni. Un brindisi perfetto per chiudere questa prima giornata di cammino.


A Velletri visitiamo la Cattedrale di San Clemente che è uno dei luoghi simbolo di Velletri, con origini antiche e un interno a tre navate semplice ma suggestivo. Il suo campanile romanico, in peperino, è tra i più belli dei Castelli Romani. Dedicata a San Clemente Papa, la chiesa ha ricevuto nel tempo la visita di diversi pontefici, a testimonianza della sua importanza storica e spirituale. Una sosta significativa lungo la Via Francigena del Sud, ideale per un momento di raccoglimento prima di concludere la tappa.


Piacevole anche passeggiare per le strade del centro di Velletri e ammirare la maestosa Torre del Trivio, campanile gotico-lombardo del XIV secolo.


La prima tappa è fatta: un piccolo assaggio di quello che vuol dire arrivare a Roma lentamente, a piedi, seguendo le tracce di chi ha percorso queste strade secoli fa.
Cosa portarsi in cammino
Alcuni brevi consigli su cosa portare in un cammino come questo:
- Scarpe da trekking o Fast Hiking: personalmente uso le KONOS di Columbia per questi cammini e mi sono sempre trovato bene. Sono scarpe leggere e permettono di camminare ovunque senza dolori a piedi. Oppure scarpe da trekking sempre leggere, l’importante è che abbiano una buona suola e siano impermeabili.
- Calze tecniche e gambaletti traspiranti: usa calze in fibra sintetica (Coolmax, Dryarn, ecc.) o misto lana merino, che allontanano l’umidità dalla pelle. Evita il cotone: quando si bagna trattiene l’acqua e rischi sfregamenti. Un buon paio di gambaletti da trekking (18–20 cm di altezza) protegge la caviglia e previene piccole distorsioni, oltre a limitare l’ingresso di sassolini o polvere.
- Abbigliamento a strati: il meteo dipende ovviamente dalla stagione. Il mio consiglio è di organizzare l’outfit “a cipolla”:
- Base layer: maglia intima in tessuto tecnico traspirante (manica corta o lunga a seconda della stagione), che allontani il sudore.
- Middle layer: felpa leggera o pile sottile, per trattenere il calore corporeo nelle ore fredde o in caso di vento.
- Guscio esterno: giacca antivento e impermeabile (meglio se con cuciture nastrate) che ripieghi in una tasca a cuscinetto. Anche un poncho ultraleggero può bastare, ma rischia di essere meno traspirante.
- Pantaloni e pantaloncini trasformabili: opta per pantaloni da trekking in tessuto sintetico, che si asciugano velocemente e resistono a strappi e abrasioni. Molti modelli hanno la zip sulle ginocchia per trasformarsi in bermuda: utilissimo se la mattina è fresca e a metà giornata serve più ariosità.
- Cappello e protezione solare: un cappello a tesa larga protegge viso, collo e orecchie dai raggi UV, soprattutto sui tratti esposti lungo il Tevere. Non dimenticare occhiali da sole con protezione UV e crema solare ad alto SPF, da riapplicare durante le pause.
- Zaino ergonomic: anche se nel paragrafo “Zaino leggero” si suggerisce di portare solo l’essenziale, verifica che lo zaino abbia la cintura a vita regolabile e gli spallacci imbottiti per distribuire il peso correttamente.
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori

