Mi trovo a Gozo, isoletta dell’arcipelago maltese, seduta sul lungomare sto facendo ordine fra i ricordi e gli appunti del mio viaggio in Sudafrica terminato due settimane fa. Tutto è iniziato a Città del Capo, con un volo notturno via Istanbul sono arrivata nel primo pomeriggio di una domenica di aprile, ad accogliermi c’era un sole splendente, fedele alleato del mio buon umore.
Con un taxi ho raggiunto la guest house Ashby Manor, arredata con gusto in stile afro-chic, si trova in una zona residenziale in collina. Dopo aver lasciato i bagagli spinta dalla voglia di vedere e conoscere un posto nuovo, sono subito partita in esplorazione e le prime impressioni sono state positive.
Essendo domenica molti negozi, soprattutto nella zona di City Bowl, area commerciale della città, erano chiusi e per strada non c’era molta gente, però già si percepiva quello che poi si è palesato il giorno seguente ossia il suo dualismo.
Città del Capo ha un aspetto totalmente diverso a confronto con altre città africane, come ad esempio Dakar, Mombasa, Bamako.
Ricorda l’Africa subsahariana per le persone che la abitano, i loro sorrisi nonostante le difficoltà, per l’artigianato proveniente dai paesi limitrofi come maschere, oggetti in legno, dipinti, per i negozi di treccine, di tessuti dal Mali, per i ristoranti di cucina etiope, per i guaritori sangoma di medicina tradizionale muti, ma tutto questo convive con l’aspetto più occidentalizzato quindi gallerie d’arte, negozi di design e antiquariato, moderni centri commerciali, pub, locali alla moda, sale da te, caffè, attività culturali, presenza di vip, edifici di epoca vittoriana e art decò, ville in quartieri esclusivi, appartamenti da capogiro vista mare, giardini ben curati, derattizzazione ovunque, catene di supermercati, ghiotte gastronomie.
Con la fine dell’apartheid di strada ne è stata fatta molta, Nelson Mandela ha sacrificato la sua vita per portare avanti una giusta causa, ma molta ne manca, purtroppo la differenza sociale fra le persone di colore e la minoranza numerica bianca è una piaga ancora evidente. Non è così raro vedere neri dormire per strada e frugare nei bidoni dell’immondizia, la possibilità economica, istruzione, accesso ai lavori è diversa e nelle Cape Flats milioni di neri vivono ammassati nelle township, chiamate anche insediamenti informali, baracche in lamiera dove ogni comodità è utopia, forni in estate e fogli di carta velina durante le piogge torrenziali, la disoccupazione è dilagante, HIV è molto diffusa, miseria e povertà sono lampanti e agghiaccianti.
Negli anni alcune zone sono state riqualificate con infrastrutture e le baracche hanno lasciato il posto a casette cubiche in cemento, però molte altre versano ancora in stato di deterioramento.
Se decidete di partecipare ad una visita guidata in una township accertatevi che il ricavato almeno in parte, vada a beneficio della comunità.
Molti degli abitanti con i pochissimi strumenti a disposizione si ingegnano e producono particolari oggetti con materiale di recupero, sono molto abili a lavorare il fildiferro, souvenirs singolari che non hanno tanto un valore reale, quanto un altissimo e onorevole valore simbolico. I quartieri degradati sono allo stesso tempo una fucina di artisti e arte in varie forme, mi vengono in mente le scuole di samba che danno vita al celebre carnevale di Rio de Janeiro in Brasile, sono collocate per lo più nelle favelas.
Il Sudafrica viene chiamato la nazione arcobaleno e la definizione calza bene per la mescolanza di etnie, bianchi, neri, coloured, la sua forte anima multiculturale è facilmente palpabile, si parlano 11 lingue fra queste inglese e afrikaans, idioma di origine germanica e olandese.
Per spostarsi in città ci si puó servire dei taxi, piuttosto economici, puliti e dotati di tassametro oppure accordatevi prima sul prezzo da pagare, il servizio di autobus pubblici invece è un po’ carente, serve una tessera prepagata per utilizzarli. Un’altra alternativa sono gli economici pulmini collettivi oppure per i viaggiatori appena arrivati una buona soluzione è l’autobus hop on hop off. Copre vari itinerari e si può scendere e salire in ognuna delle fermate effettuate, é un modo comodo per perlustrare la città, inoltre l’audioguida in varie lingue fornisce informazioni curiose che non si trovano neppure sulle guide turistiche. Conservando il biglietto si ha diritto ad uno sconto del dieci per cento in un’altra località al mondo dove presente il servizio.
Long Street è il fulcro commerciale di Città del Capo, con una non troppo impegnativa passeggiata si può raggiungere il District Six Museum, l’eclettica area di Woodstock ricca di street art e Bo-kaap il quartiere malese della città, il più colorato, basse casette dalle tinte accese si susseguono lungo le vie. In realtà gli schiavi portati nella città madre provenivano dall’Indonesia e non dall’attuale Malesia e hanno dato vita anche alla cucina malese del Capo.
Victoria & Alfred Waterfront è un porto della città, ci sono molte imbarcazioni attraccate oltre a numerose attrattive, ristoranti e negozi, da uno dei suoi moli ci si imbarca per Robben Island, luogo di detenzione e maltrattamento per molti attivisti del movimento Anti-Apartheid, fra questi Nelson Mandela. La visita alla prigione è guidata da ex carcerati,uomini che conoscono il perdono e la compassione.
In caso di mare mosso il servizio di barche è sospeso, inoltre per essere sicuri di trovare posto serve munirsi del biglietto con anticipo.
La città gode di molti impressionanti punti panoramici i più famosi sono Lions’Head e Table Mountain, la montagna piatta che sorge alle sue spalle definendone una sagoma unica al mondo e ben riconoscibile, per raggiungere la vetta si può andare a piedi oppure in funivia, meglio se in una giornata di sole.
Spostandosi in periferia si incontrano alcune tenute vinicole, il paesaggio è gradevole con dolci colline ricoperte da vite, si può partecipare a visite guidate con degustazione e assaggiare il vino tradizionale sudafricano il Pinotage.
Una prerogativa simpatica dei capetoniani è che usano dire “just now”, ma a dispetto della traduzione letteraria per loro significa “lo faccio ma non so quando”. Inoltre sono amanti del mare e del surf, li si vede dopo il lavoro, al tramonto passeggiare rilassati sul lungo mare di Sea Point oppure nella prestigiosa Camps Bay, alcuni hanno il cane al guinzaglio, altri fanno jogging o yoga. Un’altra spiaggia molto frequentata è Cliff Bay, si divide in tre insenature e alle sue spalle sorgono case di persone molto facoltose, durante l’estate qualche dermatologo offre consulenza gratuita per la protezione della pelle al sole.
Durante il fine settimana gli interessi aumentano perché Città del Capo si anima di vivaci mercati artigianali e alimentari, molto suggestivi per la loro atmosfera spensierata e leggera, oppure si condivide un pic nic, un braai barbecue, o si trascorre qualche ora ascoltando un quartetto di musica jazz, osservando le foche e sgranoccchiando qualcosa in friggitoria a Hout Bay. In estate nel prezioso giardino botanico Kirstenbosch si tengono concerti all’aperto
Noleggiare una vettura è economico anche con la copertura totale e consente di spostarsi agevolmente nella penisola del Capo, piena di luoghi di interesse.
Una gita in giornata può iniziare percorrendo Chapman’s Peak Drive, una strada a pagamento che in condizioni metereologiche avverse viene chiusa, conosciuta per i bellissimi paesaggi a picco sul mare che offre.
Proseguendo verso sud non può mancare una sosta a Boulders famosa spiaggia incontaminata e colonia di teneri pinguini africani e poi Capo di Buona Speranza, il punto più meridionale della penisola. All’interno del parco ci sono possibilità di percorsi a piedi, di vedere struzzi in libertà, oltre a spiagge e soprattutto vertiginose scogliere lambite dalle onde dell’oceano. Alcune località della penisola del Capo sono raggiungibili anche con un treno locale.
Un paio di volte all’anno dalla stazione centrale di Città del Capo partono costosissimi treni storici che richiamano sulla falsariga dell’Orient Express i fasti del passato.
Per spostarsi in altre zone del Sudafrica invece, specie se viaggiatori solitari con un budget ristretto o scoraggiati dalla guida a destra c’è il baz bus. Autobus che collega le principali località turistiche e gli ostelli. Sulle strade del paese vi capiterà frequentemente di vedere autostoppisti.
Il periodo giusto per visitare Città del Capo non esiste però serve fare qualche considerazione, le stagioni sono invertite rispetto alla nostre, in autunno e inverno le giornate si accorciano e gli esercizi pubblici come regola generale chiudono verso le 17, il clima è comunque sempre repentino e fare il bagno è difficile perché l’acqua dell’oceano Atlantico è molto fredda e nei mesi estivi ci sono le correnti gelide provenienti dall’Antartide.
Da giugno a dicembre a Hermanus si possono avvistare dalla riva le balene franche australi, a gennaio si può assistere al colorato carnevale Minstrel.
Appena cala il buio molte strade e quartieri sfollano, Città del Capo assume quasi un aspetto deserto, non avventurarsi in zone isolate specialmente di notte.
Conservando lo scontrino di alcuni beni acquistati si ha diritto al rimborso delle tasse presso uno sportello in aeroporto, per conoscere tutta la procedura provate a rivolgervi all’ufficio del turismo.
Lasciando Città del Capo verso la Garden Route gli insediamenti che si incontrano sono decisamente africani, abitati solo da neri, località chiassose con mercati affollati, commercio di abiti usati ammassati sull’asfalto, un distributore,un supermercato economico e Kfc.
Durante il mio viaggio ho avuto il piacere di rivedere Stefania, ragazza italiana che vive e lavora a Città del Capo, conosciuta in aeroporto a Lisbona a gennaio, tutte e due tornavamo dalla Colombia e dopo poche parole c’è stata subito simpatia, incontri veloci e inaspettati che spesso mi regala il viaggio.
Sono Anna, un’instancabile e insaziabile viaggiatrice convinta che la vita vada vissuta al 100 per cento. Paesi visitati fino adesso oltre 80, ma non ho ancora esaurito l’entusiasmo, l’energia e la curiosità di esplorarne altri, spesso in solitaria.
Wow sembra un viaggio meraviglioso.. Ma quanti giorni ci vogliono per visitare tutti questi posti?
Buonasera Angela e grazie per il commento.
Città del Capo merita di essere visitata con calma, magari includendo un weekend al fine di vedere un mercato.
Consiglio almeno una settimana per esplorare la città e gli altri luoghi interessanti presenti nella Penisola del Capo.