Lasciata Arequipa molti itinerari in Perù proseguono direttamente per Puno, cittadina punto di partenza per la visita del Lago Titicaca. Il mio suggerimento è di fare una deviazione al classico tour e prevedere due giorni per la visita del Canon del Colca, una zona che regala paesaggi magnifici, la possibilità di ammirare i maestosi condor in volo e l’esperienza adrenalica, a volte ammetto anche un po’ problematica, di toccare i 5000 metri di altezza. Insomma, una tappa che sarebbe davvero un peccato perdersi!
Da Arequipa abbiamo optato per un tour organizzato, sempre sotto la sapiente della nostra guida, che, con un autobus, ci ha condotto a Chivay, il centro urbano principale del Canon del Colca. Il tragitto che ci ha condotto a Chivay è di una bellezza mozzafiato e infatti le soste, nelle 5 ore di viaggio circa, sono state moltissime. Seppure un po’ frettolosamente, questo percorso si snoda nella Riserva Nazionale di Salinas y Aguada Bianca, una vasta distesa andina popolata da un vasto numero di vigogne, lama e alpaca e caratterizzata da decine di vulcani che contribuiscono a rendere i panorami indimenticabili.
Sosta obbligata è quella al Mirador de Los Volcanes, situato ad un’altezza di 4910 mslm. Da questo punto panoramico è possibile ammirare le vette di ben otto immensi vulcani: Ubinas (5675 mslm), Misti (5822 mdlm), Chachani (6075 mdlm), Ampato (6310 mslm), Sabancaya (5976 mslm), Huaca Huca (6025 mslm), Mismi (5597 mslm) e Chucura (5360 mslm).
Scesi dal pullman abbiamo tutti sentito gli effetti dell’altitudine, sentendo la testa molto leggera e forti capogiri. Mi permetto una piccola digressione sul noto problema del “mal di montagna” che è una variante che non si può non considerare quando si intraprende questo tipo di viaggio. Ogni fisico reagisce in modo diverso a determinate altezze e, in alcuni casi, gli effetti possono essere molto fastidiosi: respirazione affannosa, forti emicrania e vomito.
Noi avevamo letto ogni sorta di consiglio in merito ma, per quella che è stata la mia esperienza, la soluzione migliore è quella di acquistare ad Arequipa le Sorojchi pills, una sorte di equivalente del Diamox che si trova anche in Italia. Molti suggeriscono di mangiare foglie di coca ma sappiate che, per percepirne gli effetti benefici, bisogna consumarne in grandissima quantità.
Arrivati a Chivay abbiamo optato per una rilassante visita di questa cittadina che, pur essendo diventata un importante snodo turistico per la visita del Canon, non ha perso la sua forte personalità rurale. Qui suggerisco di perdersi per il mercato locale, piccolo ma molto caratteristico.
La mattina seguente abbiamo lasciato Chivay in direzione Cruz del Condor. Prima di arrivare alla nostra meta abbiamo fatto due soste in due piccole località della valle Pinchillo: Maca e Acholma. A Maca, nello specifico, è possibile visitare la Iglesias de Santa Ana, una piccola ma suggestiva chiesa barocca.
La vera meraviglia arriva però nel momento in cui si raggiunge Cruz del Condor. Inutile dire che, anche in questo caso, la fortuna gioca la sua parte e noi di fortuna ne abbiamo avuta davvero tanta perché, proprio nella prima mezz’ora in cui abbiamo sostato lì, una decina di maestosi condor volavano proprio sopra le nostre teste.
L’emozione di poter ammirare ad una distanza così ravvicinata la regalità di questi immensi rapaci è un’emozione difficile da descrivere. I condor andini arrivano a pesare fino a 15 kg e, proprio per questo motivo, la loro apertura alare di 3 metri necessita comunque di un aiuto per sostenerli: questo è il motivo per cui scelgono di nidificare in zone molto ventose. Come dicevo prima, la fortuna è una componente importante poiché, rispetto al passato, l’avvistamento dei condor non è assicurata a causa dell’inquinamento dovuto ai gas di scarico dei numerosi autobus che raggiungono questo punto e che hanno reso la zona meno vivibile per questi rapaci. Una dritta può essere comunque quella di recarsi alla Cruz del Condor dalle 8 alle 10 del mattino, momento nel quale ci sono più probabilità di vederli.
Cruz del Condor però non è un luogo magico solo per la presenza dei condor: si tratta infatti di un punto panoramico mozzafiato dal quale si ha la percezione della grande profondità del Canon del Colca, grazie allo spettacolare precipizio di 1200 metri che termina al livello del fiume sottostante.
Nessuna parola che io possa scrivere può rendere giustizia all’incanto di questi luoghi ma spero comunque di essere riuscita ad insinuare il tarlo della curiosità!
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.