Non fosse per il suo passato, Cordoba forse non sarebbe nemmeno nella mappa delle città da vedere dell’Andalusia. Invece l’antica Capitale dell’Andalusia, grazie al suo glorioso passato, è una meta imperdibile in un on the road andaluso. Come bellezza mi sento di metterla là in cima: una delle due città più belle dell’Andalusia, assieme a Siviglia. Questa regione del sud della Spagna deve la sua fama e storia anche a Cordoba.
Cordoba in un giorno
Cordoba in passato è stata la Capitale amministrativa, economica e culturale del regno di Al-andalus. Era talmente sviluppata da essere la città più moderna e colta di tutta l’Europa occidentale durante il medioevo. Così mentre l’Europa sprofondava nel terrore, nel buio e nella superstizione medievale, Cordoba fioriva. Gli studiosi arabi, in particolar modo, diffondevano conoscenze sconosciute ai più in campo medico, legislativo, astronomico, culturale ed architettonico. All’epoca della Reconquista spagnola, Cordoba perse la sua verve e si ridusse a una normale città, venendo sorpassata dalle altre Capitali. Ciononostante, il suo passato storico continua ad essere vivo ai giorni nostri.
Simbolo della città non può essere che l’antica Moschea, oggi Cattedrale. Ma limitare una visita a Cordoba alla sola Mezquita, è troppo riduttivo e quasi offensivo nei confronti della città. Cordoba ha molto di più da offrire.
La visita alla Moschea
La nostra visita a Cordoba inizia a metà pomeriggio. Partiamo proprio dalla Grande Moschea. Quando si arriva di fronte ci si trova davanti ad una sorta di casermone dalla forma rettangolare color giallo ocra. Solo cercando uno degli ingressi da cui si entra ci si rende conto di essere davanti alla Moschea. Le entrate conducono dentro al Patio de los Naranjos – lo trovate anche a Siviglia, nella cattedrale. Qui avrete il primo impatto con la vera e propria moschea. Un edificio che conserva ancora le decorazioni arabe. Il biglietto costa 10€ a persona per gli adulti.
Una volta entrati all’interno della Moschea, noterete subito l’enorme numero di archi che la compongono. Originariamente la Moschea aveva undici navate. Ma l’Hajib Almanzor, per dimostrare il suo potere e fronteggiare il sempre più crescente numero di fedeli, la fece ampliare. Fece aggiungere altre otto navate, portandole cosi a diciannove.
Il Mihrab, che si trova in posizione centrale, è forse la testimonianza più bella ma anche più contrastante della moschea con la funzione dell’edificio oggigiorno: il luogo di culto più importante della religione mussulmana, è all’interno di una cattedrale cattolica. Ma la minuziosità delle sue decorazioni è qualcosa di unico. Il soffitto sopra il Mihrab è qualcosa di cui rimanere incantati, che lascia il visitatore a bocca aperta con la testa all’insù. Il numero di archi si estende a perdita d’occhio.
Poi ad un certo punto, si arriva alla zona puramente cristiana con l’altare, l’organo e le cappelle dedicate ai santi. Una piccola zona cristiana che rende la moschea un edificio di culto cattolico e non mussulmano.
Devo dire che personalmente la Mezquita è stato l’edifico che più mi ha affascinato lungo tutto il mio tour andaluso.
La visita al Alcazar de los Reyes Cristianos
Altro luogo da non perdere in quel di Cordoba è l’Alcazar de los Reyes Cristianos. L’alcazar non è altro che un palazzo fortezza. All’inizio era una fortezza visigota. Durante l’invasione araba, fu conquistato e ricostruito. Infine, durante la Reconquista, passò in mano agli spagnoli. Fu sede dei primi tribunali spagnoli dell’inquisizione, ma anche sede dei reali di Spagna. Fu qui che Cristoforo Colombo chiese per la prima volta il finanziamento della spedizioni verso le Indie nel 1486, venendo all’inizio respinto.
Il costo di ingresso è di cinque euro a persona.
Si parte con la visita ai palazzi. Devo dire però che non sono l’attrazione principale. Ci sono varie sale e le rovine dei bagni al piano terra. La parte più interessante si trova di sicuro dopo i palazzi reali ed è la zona dei giardini. La cura è quasi maniacale – non come quella dei giardini dell’Alcazar di Siviglia. La loro bellezza fa si che si perda il senso del tempo durante la visita. Ci sono delle piccole piscinette attorniate da alberi e delle sculture fatte con gli alberi e le siepi. Un luogo da non perdere. Ho trovato i giardini molto belli, pari a quelli dell’Alhambra di Granada – ve ne parlerò in seguito.
Il ponte romano e le vie della città
Il ponte più famoso della città. Sembra condurre direttamente dentro alla Grande Moschea. Costruito nel I secolo avanti cristo e restaurato più volte, è lungo 247 metri e composto da sedici arcate. Visto di giorno può sembrare abbastanza anonimo. L’ho trovato affascinante invece di sera, quando si le luci si accendono e scende il tramonto sulla città, dipingendone il cielo.
Se invece volete volare con la mente in Sud America, fatevi un bel giro per le stradine acciottolate e colorate della città. A parte la turisticità della zona, resta comunque bello vedere i negozi, ristoranti ma soprattutto le case colorate.
Tapas da Santos
Non mi sento di consigliarvi dove abbiamo cenato, non sono rimasto troppo soddisfatto della cena. Purtroppo era uno dei pochi posti dove facevano paella, e i miei figli ne vanno matti – anche perchè è un buon compromesso per i bambini. Le tapas che ci hanno portato le ho trovate così così quindi evito di fare nomi. Piuttosto vi suggerisco dove abbiamo pranzato il giorno dopo il nostro arrivo. Il Bar Santos è un’istituzione a Cordoba.
E’ il bar più antico della città. I posti a sedere sono limitati, si contano sulle dita di una mano. Si mangia solo tapas. In particolare è famoso per la tortilla de patatas: quando viene preparata, viene messa in una piccola vetrinetta per mantenerne il calore. Assomiglia un po’ alla torta polenta come forma. Comunque sia, l’ho trovata buonissima. Fanno anche panini al prosciutto oppure forniscono piatti a base di carne o pesce. Generalmente si mangia in piedi oppure seduti sul marciapiede che costeggia la Moschea.
Può sembrare poco, ma in una giornata ne avrete abbastanza per innamorarvi di Cordoba.
Sono Veneto e sono cresciuto in quel di Caorle, un perla che si affaccia sull’Adriatico. Amo viaggiare con i miei inseparabili compagni di viaggio: la mia compagna e i nostri due figli. Mi organizzo e vivo i miei viaggi per poi raccontarli. Tornare a casa mi rende triste, ma per buttare via la tristezza mi preparo subito per organizzare il prossimo viaggio verso una nuova destinazione.