Prima di lasciarmi uscire dall’ostello, l’uomo che mi ha accolto con grande gentilezza e mi ha sistemato in una camera comoda e spaziosa, con un meraviglioso balconcino rivolto su Piazza Talaat Harb, mi sorride benevolo e agitando l’indice davanti al mio naso mi rivolge i suoi avvertimenti.
“Attenzione quando scendi in piazza, è piena di gente che si approfitta dei turisti, ti si avvicinano con tono amichevole offrendosi di aiutarti e…”
“Lo so, è uno di loro che mi ha portato qui.”
È vero, in Egitto le persone non si incontrano… sono loro che ti trovano. Occorre fare attenzione ai procacciatori d’affari, sapersi destreggiare con cortesia tra offerte e inviti nei negozi di artigianato “solo per guardare”. Ricordavo che al Cairo si godeva di una certa serenità, protetti dall’anonimato che solo una grande metropoli sa offrire, ma l’instabilità politica si è riversata sull’industria del turismo con gravi danni all’economia nazionale e chi si vedeva entrare nel proprio ufficio o negozio decine di visitatori ogni giorno oggi deve attirarne l’attenzione per strada.
Tra gli ottimi consigli che seguo raramente, c’è anche quello di non dare retta agli sconosciuti che attaccano bottone per strada. Così, dopo aver girato un po’ per la piazza, mi ritrovo a bere il té con Ekramy nel sue negozio di essenze profumate e reperti antichi. Lui e il suo amico Ibrahim – quello che mi ha “trovato” per strada – provengono da Abusir, un piccolo villaggio a venti chilometri dalla capitale dell’Egitto. Ekramy dirige anche una piccola agenzia turistica attraverso cui porta i visitatori alla scoperta dei meravigliosi paesaggi del Sahara, la Real Desert Fox Tours. “Una cosa semplice, senza effetti speciali – sottolinea il mio nuovo amico – il deserto così com’é. Non serve altro.”
Insieme ai turisti vengono preparati dei percorsi su misura che includano le destinazioni richieste. Si parte in piccoli gruppi, tra le 6 e le 12 persone, per raggiungere le pareti di cristallo del monte Agabath, la Valle delle Balene e il Deserto Bianco, dove ogni forma è stata plasmata dalle acque di un oceano ancestrale e dal vento che lo ha sostituito. Si campeggia tra le dune, dove l’estate la temperatura oscilla tra i 25 e i 35 gradi, ma d’inverno le notti scendono fino a 5 gradi. Armati di sciarpe, maglioni, scarpe da escursionismo e torce, ci si lascia avvolgere dall’immensità di questi luoghi. Quando gli è possibile, Ekramy si unisce alle escursioni. “Lontano dalla tv, dalla comunicazione, da tutto… qui c’è solo pace.”
Mi hanno convinto, partirò anch’io con loro. Mi piace l’entusiasmo che traspare dagli occhi di Ekramy mentre mi mostra le sue foto. Mi piacciono i modi pacati e gentili di Ibrahim. Lo so che mi hanno portato nel loro mondo come un cliente, ma mentre scherziamo con gli altri ragazzi che entrano ed escono dal negozio per portarci altro tè, lo yogurt di riso e i falafel, avverto una piacevole convivialità da cui mi lascio volentieri trascinare.
È questo l’Egitto che amo, l’Egitto che spero torni presto a risplendere.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.