Il percorso esperienziale nel Salento preparato per noi da Agrifeudi era cominciato con un capitolo dedicato all’arte e alla cultura della Grecìa Salentina: non la solita lezione sulla storia dei monumenti, ma un teatro itinerante fatto di musica, voci e colori per entrare in contatto con il tessuto connettivo di questa terra ricca di fascino.
Il secondo capitolo non è stato da meno. Percorrendo poche tappe, semplici ma significative, siamo stati portati per mano fino e entrare in contatto con i ritmi e i cicli della Terra. La chiave interpretativa di questa fase del nostro viaggio erano la Natura e il benessere, perché – come ha chiarito subito il segretario generale dell’associazione di tutela Diritto e Salute Giuseppe Imbriani – “tutto è Natura, non esiste un altro contenitore”.
Dalla Natura provengono tutte le risorse necessarie al nostro benessere, e la cultura grika esprime tale consapevolezza tramite tradizioni strettamente legate ai prodotti della terra. Per comprenderne le radici siamo partiti da Calimera, dove abbiamo incontrato il primo protagonista di questo legame con la Natura: l’ulivo.
Si narra che Atena e Poseidone fecero una gara per stabilire chi presentasse all’uomo il dono più prezioso. Il dio dei mari creò il cavallo, ma a vincere fu Atena con l’ulivo. La gara mise fine alla contesa delle due divinità sull’Attica, la cui capitale venne chiamata Atene, e l’ulivo divenne un simbolo di pace universale, oltre che di forza e di tenacia. Tale mito conferma l’eredità ellenica della Grecìa Salentina, dove l’olio è sempre stato usato anche nel corso di riti magici e religiosi.
Il secondo incontro del nostro percorso ci ha portati a scoprire la forte valenza simbolica della quercia. Più esattamente del leccio, anche detto quercia verde perché appartenente al genere Quercus come tutte le querce. La quercia, simbolo di forza e di potenza, è dotata di un legno duro e resistente, ed è divenuta in Salento l’immagine del coraggio, la trasfigurazione in natura della determinazione a lottare anche di fronte a un pericolo insormontabile.
A Calimera, nei presso della masseria San Giorgio, c’è un lecceto noto come Bosco Sacro. Qui il ritmo rallenta, scandito unicamente dal rumore del vento tra le foglie degli alberi. La sua importanza liturgica è sottolineata anche dalla presenza di una pagliara, antica costruzione la cui architettura è fatta derivare dalle tombe etrusche. In Salento però tali costruzioni erano utilizzate come capanno per scopi agricoli: dall’uso per i morti all’uso per i vivi, un unico grande cerchio che nel Bosco Sacro, come nella Natura, ripete il suo ciclo inarrestabile.
Da Calimera ci siamo spostati a Castrignano dei Greci, dove Giuseppe Imbriani e Vincenzo Dimonte, entrambi naturopati del centro IME, hanno proseguito il discorso sulla Natura in uno studio in cui risplendevano i vetri di vasi di varie forme e dimensioni utilizzati per l’estrazione. Dai prodotti naturali, infatti, si può ricavare ogni genere di estratto, da medicinali utilizzati per le cure omeopatiche a liquori. Le nostre guide in questo mondo misterioso non hanno esitato a parlare di alchimia, intesa non come l’assurda rincorsa verso illimitate ricchezze o eterna giovinezza, ma come la padronanza degli elementi e delle loro naturali trasformazioni a scopi benefici.
Per concludere questo viaggio nel benessere offerto dalla Natura, non poteva esserci cornice migliore dell’agriturismo Agricola Samadhi, a Zollino. In questa struttura gli sforzi si concentrano per creare l’ambiente ideale per il benessere psicofisico degli ospiti, tramite un’alimentazione sana e i corsi di yoga. Qui un altro spirito salentino doc, Gabriele Melendugno, ci ha introdotti alla pratica della bioizzica, una proposta esperienziale per il benessere natuarale basata sullo spirito dionisiaco della pizzica salentina. Infatti, quando ancora questo fenomeno folkloristico era relegato ai margini della società, prima che diventasse un prodotto turistico con cui far ballare il mondo intero, nelle tante feste spontanee improvvisate nei paesi si giocava con la musica, si condivideva il vino e il pane, e ci si abbandonava catarticamente a un tempo sospeso nel ritmo dei tamburi e nelle interminabili cantilene.
E mentre la voce di Gabriele ci accompagnava nelle spirali di un ritmo caldo e avvolgente, lontano dalle implicazioni religiose e dalle velleità del mercato musicale, si chiudeva la nostra seconda giornata nella Grecìa Salentina. Rimaneva un ultimo capitolo, quello dedicato al folklore, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia…
Per vedere le altre foto del nostro viaggio nella Grecìa Salentina visita la pagina Facebook di NonSoloTuristi.
Laureato in Giornalismo, il mio limbo professionale mi ha portato dagli uffici stampa alla carta stampata, per poi approdare al variopinto mondo della comunicazione digitale. Ho vissuto a Verona, Zurigo, Londra, Città del Capo, Mumbai e Casablanca. Odio volare, amo lo jodel e da grande voglio fare l’astronauta.