L’Harbour Bridge di Sydney è una delle icone più conosciute e uno dei monumenti più fotografati d’Australia. È il ponte ad arco in acciaio più largo e pesante del mondo, il sesto al mondo per lunghezza. È una presenza allo stesso tempo imponente e delicata. Domina in assoluto la baia, così come sbuca timido tra un palazzo e l’altro del centro città.
Conosciuto dai locali come “l’appendiabiti”, l’Harbour Bridge collega la sponda a nord di Sydney con il centro città fin dal marzo 1932. Nonostante la sua vicina Opera House sia l’icona più conosciuta di Sydney, l’Harbour Bridge è senza dubbio il primo a cogliere il vostro sguardo quando arrivate a Circular Quay.
La storia di questo capolavoro d’ingegneria racconta davvero la storia della città. Prima della sua creazione infatti, l’unico modo per andare da una sponda all’altra della baia era via mare: i traghetti erano centinaia, e i passeggeri potevano restare a bordo anche per ore, in attesa che arrivasse il proprio turno per attraccare al molo. L’acqua era putrida e l’aria irrespirabile. Bisognava trovare una soluzione a tutto questo e così si fece largo l’idea di costruire un ponte.
La possibilità di costruire un ponte era emersa già nel 1815, ma si dovette aspettare fino al 1900 perché la decisione divenne realtà. Poi difficoltà economiche e un cambio di governo sospesero i lavori fino al 1914, quando J.J. Bradfield venne nominato capo ingegnere responsabile della costruzione del ponte. Di nuovo la prima guerra mondiale mise in pausa ogni progetto e nel frattempo Bradfield viaggiò in lungo e in largo per studiare di persona i migliori ponti al mondo.
Nel 1922 il governo del New South Wales finalmente passò una legge che approvava la costruzione di un ponte ad arco, ispirato alll’Hell Gate Bridge di New York. Tra i progetti presentati, il governo scelse quello della compagnia inglese Dorman Long and Co di Middlesbrough, che aveva già costruito un ponte simile a Newcastle. Il costo stimato del ponte era di 4 milioni di dollari.
A fronte della depressione che colpiva l’Australia in quegli anni (con un tasso di disoccupazione del 32 per cento), Bradfield assicurò il governo che il ponte sarebbe stato costruito interamente da manodopera australiana. E così nel settembre 1924 cominciarono i lavori, portati avanti da più di 1400 operai. Nel 1928 cominciò la costruzione dell’arco, la parte a sud qualche mese prima di quella a nord, e il 19 agosto 1930 le due metà del ponte si incontrarono per la prima volta.
Una volta completato l’arco, i ganci verticali vennero attaccati dal centro verso le estremità e quindi uniti per supportare la strada e la ferrovia, completate nel giugno 1931. Il ponte fu ufficialmente dichiarato finito nel dicembre 1931. A causa delle condizioni estremamente pericolose in cui lavoravano i manovali, sedici persone persero la vita durante la costruzione del ponte. Solo due però morirono cadendo dal ponte: il resto dei decessi avvenne nelle fabbriche in cui si lavoravano l’acciaio e le pietre necessarie alla costruzione. Il costo totale del ponte fu di oltre 6 milioni di dollari, che il governo del New South Wales ha finito di pagare solo nel 1988.
Il Sydney Harbour Bridge fu ufficialmente aperto il 19 marzo 1932, ma le sorprese non erano finite. Infatti, prima che il premier Lang potesse tagliare il nastro e dichiarare il ponte aperto, il capitano Francis De Groot – indignato dal fatto che non fosse stato scelto un membro della famiglia reale per celebrare l’occasione – si fece largo tra la folla in sella al suo cavallo, estrasse la sua spada e tagliò lui stesso il nastro. De Groot fu arrestato (e multato di 5 dollari australiani), il nastro riannodato e al Premier fu finalmente consesso di inaugurare ufficialmente il ponte.
Oggi il ponte è attraversabile a piedi o in bicicletta, in macchina o in treno, ed offre una delle viste più eccezionali che si possano godere della città di Sydney! E se questo non vi basta, potete sempre arrampicarvi lungo gli archi, in un’esperienza unica e indimenticabile!
Sono un sagittario con mentalità da viaggiatrice. Milano mi è sempre stata stretta, e così mi sono messa a cercare nuovi orizzonti. Dopo un anno negli USA e un semestre in Francia ho deciso di emigrare in Australia per amore e per avere più opportunità di lavoro. Ho lasciato la mia città con un biglietto di sola andata e tante speranze nella valigia.