Sono arrivata sull’Isola di Mozambico (Ilha de Mozambique), nella provincia di Nampula, Mozambico, per la mia tesi di laurea nel agosto 2014. L’isola ha una popolazione di circa 14000 abitanti, la maggior parte dei quali appartenenti al popolo Macua. I Macua sono un’etnia di origine bantu di lignaggio matrilineare, religione cristiana e mussulmana e animista. Sull’isola i musulmani sono in larga maggioranza, cosa che ha portato alla distorsione della discendenza matrilineare . Dopo una lunga dominazione araba l’isola, come tutto il Mozambico, è stata una colonia portoghese fino al 1975 di cui è stata capitale fino al 1898.
L’argomento della mia tesi, è il fenomeno dei ma-jinn.
Ogni cultura ha le sua percezione della malattia e del dolore, nella cultura Macua esistono malattie di due tipi: quelle di tipo fisiologico sintomatico, che vengono affrontate con i rimedi della medicina occidentale, e quelle dovute a entità sovrannaturali, i ma-jinn. Tutt’oggi infatti a Isola di Mozambico, anche se la società segue uno stile di vita occidentale, si continuano a praticare i rituali di possessione per curare questo secondo tipo di malesseri.
Secondo la tradizione macua, questo malessere non si può interpretare secondo i canoni della medicina moderna, perché le sue origini vanno al in la del fisiologico. Nella tradizione macua infatti il mondo è popolato da spiriti chiamati ma-jinn, soprattutto in prossimità del mare.
Per i Macua il rituale dei Ma-Jinn è un evento sociale e culturale importante, molto diverso dagli altri dei rituali del ciclo della vita, come nascita, iniziazione,matrimonio… In questo rituale i partecipanti sono liberi da qualsiasi tipo di codice sociale quotidiano. Possono insomma sentirsi liberi.
Secondi gli abitanti dell’isola i ma-jinn sono spiriti che abitano il mondo, e spesso risiedono nelle persone, ma questo non li spaventa, lo considerano normale. Le signore che mi hanno fatto da informatrici sostengono che i ma-jinn buoni accompagnano le persone nella quotidianità e le proteggono dai malefici, mentre quelli cattivi provocano effetti spiacevoli che possono anche assumere la forma di sintomi fisici.
“Avere i ma-jinn” è considerato una vera malattia e non comporta a nessuno stigma sociale. È una cosa che può capitare. I sintomi dell’ “avere i ma-jinn” sono febbre e dolori vari, inclusi la mancanza di fame, che può portare anche all’intolleranza di alcuni alimenti, la perdita di coscienza e il parlare lingue sconosciute.
Come molti di voi staranno pensando, questi sintomi normalmente si curano con la biomedicina, ma dopo molti tentavi senza risultati i medici consigliano rivolgersi a un medico tradizionale ukulukana. Quest’ultimo deve fare una “diagnosi divinatoria” e scoprire se la persona è posseduta dai ma-jinn, e se è così l’ukulukana deve chiedere ai ma-jinn di lasciar vivere la persona, perché la sua famiglia provvederà a organizzare i suoi tamburi. Per curarsi dai ma-jnn bisogna “suonare i suoi tamburi”.
Il rito è molto complesso, il momento centrale è quando si suonano i tamburi e il malato entra in trance. Il ballo dei ma-jinn è un forte pestare il suolo, come a voler liberarsi da qualcosa, è un insieme di movimenti incontrollati come se il corpo fosse assalito da fantasmi.
Il marco teorico è stato sviluppato in base a idee di antropologi che studiarono rituali di possesione in Africa e in altri parti del mondo, inclusa l’Italia. De Martino è stato uno dei principali autori, si occupò a suo tempo del tarantismo nel Salento, rito molto simile a quello dei ma-jinn.
De Martino parla di un simbolismo della taranta, l’elemento simbolico del ragno. Nelle credenze popolari la persona che veniva morsa dal ragno rimaneva sotto effetto del veleno, cadendo in depressione e soffrendo una stanchezza fisica e morale, che portava le persone a uno stato di crisi che si soluziona solo suonando le note di quella taranta. Come molti di voi sapranno, De Martino evidenzia che la causa reale del tarantismo non è la velenosità del morso, ma le cause personali e sociali.
Si può comunque dire che nel rito si presenta una parte di teatralità, ossia in alcuni casi il malato agisce come se fosse un guerriero, un leone, a seconda del tipo di ma-jinn che lo possiede. Decidere se questo avviene in stato di coscienza alterata o in totale coscienza è pressoché impossibile.
Foto di copertina: Meraj Chhaya
Il mio nome è Kyra, vivo a Ilha de Mozambique da un anno e mezzo. Mi sono laureata da poco in antropologia sociale e culturale all’università di Barcellona. Vorrei riuscire a realizzare progetti culturali e di sviluppo economico per l’isola in cui vivo, piccolo pezzetto di mondo quasi dimenticato.
Brava Kira! Avanti così
L’articolo è bellissimo e molto interessante, volevo chiederti se in molti casi i medici consigliano di rivolgersi ukulukana?
ciao, grazie mille, non so se in molti casi; comunque si, i medici consigliano di rivolgersi al ukulukana.