Avrei voluto aver l’idea di fare questo viaggio in Nepal prima, almeno un anno fa. Nessuno però purtroppo è in grado di avvisarti che un tremendo terremoto colpirà una nazione e le infliggerà ferite così pesanti da cambiarne in parte la fisionomia. Così, sebbene consapevole dei danni provocati da questa catastrofe naturale, come ho già spiegato nel mio articolo precedente, ho deciso di pianificare questo mio viaggio in modo da sostenere questo piccolo ma fiero paese.
Non si può negare però che proprio a Katmandu, la capitale del Nepal, le ferite siano particolarmente evidenti e la consapevolezza di girare per le vie di una città che ha perso in parte, o comunque gravemente lesionato, i suoi tesori, è molto forte.
Il mio primo incontro con Katmandu è avvenuto nel quartiere di Thamel dove si trovava il mio albergo, l’Holy Himalaya, un albergo molto carino nel quale, se doveste recarvici, vi suggerisco di richiedere specificatamente una camera nella struttura principale e non in quella antistante perché le camere della struttura principale hanno il riscaldamento funzionante e la corrente quasi sempre presente, cosa che invece non accade nelle camere dell’altra parte dell’hotel. Thamel è il luogo in assoluto più turistico della città: qui non ci sono monumenti ma una fitta ragnatela di strette vie caratterizzate per lo più da negozi, botteghe, ristoranti e hotel.
I segni del terremoto qui sono molto meno evidenti perché ciò che è stato colpito maggiormente sono stati i principali monumenti e palazzi antichi della città. Thamel è quindi un ottimo posto per soggiornare per tutte le comodità che offre e anche perché permette comunque di immergersi nel caotico e, allo stesso tempo, incantato mondo di Katmandu, fatto da un via vai brulicante di persone, motorini con il clacson evidentemente inceppato e matasse di cavi elettrici, tesi da un lato all’altro della strada, che si arrampicano a pali e insegne quasi fossero edera, a ricordare che siamo nel cuore dell’Asia.
Nel caso aveste pianificato dei giorni di trekking e mancasse qualcosa alla vostra attrezzatura, a Thamel troverete tutte le soluzioni ai vostri problemi: i negozi di specializzati sull’attrezzatura per il trekking sono molto numerosi e offrono una vasta gamma di articoli, anche di marche molto note, a prezzi convenienti.
L’impatto brusco con quelli che sono stati i danni provocati dal terremoto però lo si ha recandosi a quello che può essere definito a tutti gli effetti il cuore pulsante della città vecchia, ovvero Durbar Square. Non che questa piazza abbia perso il suo fascino, ma le macerie sono ancora molte, alcune strutture sono crollate e altre sono accerchiate da impalcature di sicurezza.
Ho provato una forte stretta allo stomaco di fronte all’evidenza degli enormi danni causati al patrimonio culturale di questo paese. Nonostante questo però resta un luogo dalla indiscussa bellezza e non c’è da chiedersi il perché, l’intera piazza, sia stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1979. Alla piazza si collega la celebre Freak Street, che deve appunto il suo nome al fatto che, negli anni Settanta e Ottanta era diventata un punto di riferimento per i numerosi hippie che si recavano in questa città. Perso totalmente il suo fascino hippie, le cui reminiscenze sono conservate ormai solo nel suo nome, questa via è caratterizzata per lo più da negozi di souvenir e locali.
Nei pressi di Durbar Square si trova anche il Kumari Bahal, ovvero il palazzo nel quale vive la Kumari. Chi è la Kumari? Credo valga la pena dedicare qualche riga a questa figura tanto caratteristica quanto, a mio parere, discutibile. La Kumari Devi è considerata presso gli hindu nepalesi una divinità vivente. Questa bambina è considerata l’incarnazione della dea Taleju Bhawani. Essa viene scelta esclusivamente tra le bambine della casta familiare Newar Shakya presso la valle di Katmandu.
La scelta della bambina avviene in tenerissima età e deve rispondere ad una serie di requisiti tra i quali la bellezza, l’esclusione di qualsiasi difetto fisico e la mancanza di perdita di sangue. La bimba, inoltre, deve dimostrare un profilo psicologico molto preciso: durante le cerimonie volte a testare la sua imperturbabilità, non deve mostrare alcun segno di paura, non deve piangere o essere irrequieta. Una volta selezionata, la bambina viene trasferita al palazzo Kumari Bahal, palazzo che, a tutti gli effetti, diventa il suo carcere poiché non le è concesso uscire se non per affacciarsi dal balcone per pochi minuti al giorno da una piccola finestra e per rarissime apparizioni pubbliche durante le cerimonie.
La Kumari termina di essere tale al primo ciclo mestruale o a qualsiasi altra forma di perdita di sangue che dovesse verificarsi. Il suo destino resta comunque segnato: a causa di una credenza in base alla quale sposarsi con una ragazza che sia stata Kumari porti molto sfortuna, l’isolamento della ex dea bambina è destinato a protrarsi anche al di fuori delle mura del palazzo.
Katmandu è una città molto grande e ad ogni angolo potreste trovare un tempio interessante, un negozio caratteristico, una via più affascinante delle altre, un brulicante e vivace mercato, per cui mi sento di darvi questo consiglio: perdetevi per le sue strade e camminate naso all’insù mischiandovi all’ accogliente popolazione locale perché, a mio avviso, resta il modo migliore per visitarla!
Vivo a Torino, città che amo profondamente, ma nonostante questo mio amore, spesso, sento l’esigenza di scappare lontano da lei per scoprire altri nuovi splendidi luoghi. Credo profondamente che anche viaggiare sia una forma d’arte e che più il viaggiatore sviluppa curiosità, fantasia e originalità, più saprà creare itinerari di viaggio meravigliosi.
Articolo molto interessante…soprattutto per il semplice motivo che grazie ai vostri articoli di viaggio le persone di ogni parte del mondo possono sapere le realtà locali…
Grazie mille Andrea, sono contenta tu l’abbia trovato interessante!