Poco oltre il confine francese con il Piemonte, si trova una valle incantata che sembra uscire da un film ambientato nel medioevo: la Valle di Serre Chevalier.
L’ampia vallata, sita nel dipartimento francese delle Hautes Alpes, inizia dalla cittadina di Briançon, posta a circa 1300 metri di altezza, e gradatamente sale fino ai 1400 metri di le Monetier-les-Bains e da lì poi al passo del Lautaret e a quello del Galibier.
La Valle di Serre Chevalier
Poco conosciuta in Italia, in inverno è una vera manna per gli amanti degli sport invernali : 250 km di piste da sci alpino che arrivano ad oltre 2800 metri di altezza attraversando fitti boschi, oltre a piste da fondo e persino un circuito per le corse automobilistiche sul ghiaccio. Nel pieno della stagione invernale ti può capitare di guidare sulla statale tagliando muraglioni di neve… immagini da rally finlandese.
D’estate invece ha un fascino antico, con la strada che la percorre ondulata in mezzo a prati in fiore e piccole borgate, tra le alte montagne che la proteggono ai lati; in questo periodo diventa territorio eccellente per scalate in montagna e passeggiate, ma anche per i ciclisti ed i motociclisti che si avventurano sui passi: vi garantisco che il Galibier in moto non lo dimenticherete mai (2645 mt, strapiombi da paura, paesaggi da mozzare il fiato e la possibilità di trovare una nevicata a fine luglio).
Noi siamo arrivati questa volta in una stagione di mezzo, percorrendo l’autostrada che lungo la Val di Susa porta da Torino a Oulx, poi la statale che passa da Cesana Torinese e Clavière e che quindi attraverso il passo del Monginevro finisce in territorio francese e giù alla bella Briançon, dominata dalla fortezza di Vauban.
Siamo esattamente a metà ottobre ed i consueti siti meteo consultati hanno previsto una splendida ma gelida giornata d’autunno, con temperature che oscillano fra il positivo ed il negativo.
Les Grandes Bains di Le Monetier-les-Bains
La nostra meta sono Les Grandes Bains di Le Monetier-les-Bains, l’ultimo paese della valle prima dei passi, adagiato sulle rive del fiume Guisane, il cui nome deriva dal latino Aqui Sanatio, così come si chiamava anche il paese prima della fondazione di un monastero. Questo perché anche i romani apprezzavano le favolose acque termali che sgorgano in questa località, dove nel 2008 è stato costruito uno splendido centro termale, scopo della nostra gita.
All’arrivo a Monetier, un’altra gradita sorpresa: i siti hanno azzeccato le previsioni solo a metà. Ci sono ben 17 gradi sotto il sole ed un cielo blu intenso. Il 15 ottobre a 1400 metri. Incredibile.
Dopo esserci cambiati velocemente, entriamo subito nel complesso termale: ci aspetta un’enorme piscina a forma di fagiolo con geyser, giochi d’acqua e jacuzzi. Noi però ci dirigiamo subito alla grande vasca esterna, dove ci immergiamo in acqua termale a 37 gradi con una meravigliosa vista sulle montagne mentre veniamo massaggiati dalle correnti e dalle bolle.
Ci aspettano poi le vasche calidarium (40°), tepidarium (32°) e frigidarium (17°) – che evito volentieri -, altre 2 piscine con i getti, i bagni di vapore e la grotta musicale, in cui ti sdrai mantenendo le orecchie sott’acqua e ti rilassi a suon di musica. Al piano superiore, dove non andremo oggi, lo spazio romano-irlandese con 2 saune, hammam, altre piscine ed una cascata bollente che sgorga da una roccia all’aperto.
Perfettamente rilassati, usciamo dalle terme con un certo languorino e ci dirigiamo a Briançon, dove mangeremo sulla terrazza all’aperto (!) di un ristorantino, rifocillandoci con un’insalatona ed un’assiette montagnard (affettati e formaggi di montagna, squisiti).
Saziato il fisico, ci occupiamo dello spirito visitando questo piccolo gioiello alpino di origine addirittura pre-romana: il nome era anticamente Brigantium, e la città fu citata negli scritti di Strabone e Plinio il vecchio. Costruita su di uno sperone roccioso, l’attuale cittadina è di origine rinascimentale a pianta ortogonale, poi circondata e protetta dalle fortificazioni e dalle cinte murarie fatte costruire dal grande architetto Vauban all’inizio del ‘700 a protezione della città e soprattutto dell’importante nodo strategico.
Per entrare nel nucleo storico oltrepassiamo due cinte murarie ed attraversiamo la Porta di Pignerol per arrivare alla strada principale (Grand Rue) che è in forte pendenza ed al centro ha un canale per il deflusso delle acque nel quale se ti distrai, rischi di metterci un piede.
Le stradine laterali sono strette e zeppe di negozietti di souvenir e ristoranti che propongono raclette e fonduta, oltre alla pierrade di carne; uno di essi ci conduce alla collegiale di Notre Dame e Saint Nicolas, anch’essa dell’inizio del 1700. Il piccolo centro storico è così tutto da scoprire e ci offre scorci affascinanti e numerose possibilità di fare fotografie.
Per finire, ci rechiamo sulle mura per ammirare lo splendido paesaggio illuminato dal sole del tardo pomeriggio, felici per la giornata ben spesa.
Sono area manager di una multinazionale alimentare, ma in realtà viaggiatore “compulsivo” da tutta la vita, senza possibilità di guarigione, da quando ho capito che i viaggi sono la benzina per il motore della mia anima.
Alterno viaggi di scoperta o fatti per nutrire la mente ad altri specificatamente pensati per le immersioni, fatte ovunque ci sia abbastanza acqua.
Splendido questo posto, me lo segno pro futuro!!