L’escursione a Novate Mezzola (Sondrio), all’imbocco della Val Chiavenna, inizia in un paesaggio avvolto da una fitta coltre di nebbia che crea un’atmosfera surreale ed inquietante, di dantesca memoria.
Faticoso è l’inerpicarsi sulle decine e decine di gradoni di granito per raggiungere la graziosa Codera, passando dalla frazione di Mezzolpiano. Ripide e tortuose mulattiere costeggiano, di tanto in tanto, graziose cappellette che ricordano il grande senso di devozione che animava le antiche genti. Fuori dal bosco, impregnato di profumo di vegetazione umida, si intravvedono antiche abitazioni di pietra, con porticine consunte e inferriate arrugginite che richiamano alla mente frammenti di leggende o echi fiabeschi. Ci si chiede dove siano i dispettosi folletti e le vecchiette malefiche. Ma l’atmosfera che aleggia è di pace e “profondissima quiete”, un viaggio nel tempo e nella memoria che riaffiorano beneficamente.
Una sosta per ritemprarsi con la colazione al sacco o, per i più gaudenti, presso il Rifugio Risorgimento o l’Osteria Alpina con gustosi pizzoccheri e delicatissima bresaola. Poi, giusto per smaltire, giù a “rotta di collo”, si fa per dire, attraverso la mulattiera, scavalcando due suggestivi ponti di legno sul torrente Codera e l’affluente Ladrogno.
Che ebrezza il guado, stile Indiana Jones, mantenendo il precario equilibrio su piccole rocce immerse nell’acqua, con una “cascatella” che rompe (l’ironia è implicita) ritmicamente la monotonia di un silenzio interrotto solo dalla voce concitata di chi teme di scivolare, suscitando l’ilarità dei compagni di cordata. Salendo si accede al versante opposto prima dell’Alpe di Cii e poi al “Tracciolino”, un termine tecnico che indica un’antica strada campestre pianeggiante che segna il tracciato di una preesistente ferrovia a scartamento ridotto, costruita a suo tempo per gli impianti idroelettrici della Val Codera e della cosiddetta Valle dei Ratti.
Lunghissima la discesa, di circa tre ore, e alquanto faticosa ma impagabile la vista panoramica che spaziava dai monti a bacini lacustri, su minuscole casette, su campanili e legnaie.
Che dire di San Giorgio, un pittoresco nucleo rurale su un pianoro verdeggiante che affascina per quella patina di visione onirica che l’ammanta, così come quei caldi raggi di un sole preautunnale che imbionda le foglie, creando scintillii fantastici in un paesaggio fuoriuscito, magicamente, forse chissà… da un magnifico acquerello d’autore.
Dove si trova la Val Codera?
Oltre alla passione per la scrittura, un modo per “viaggiare” con le parole nelle molteplici sfaccettature della realtà, mi piace dedicarmi al trekking e al cicloturismo. Ho iniziato a viaggiare a quattro mesi, quando i miei genitori si sono trasferiti dal sud a Milano per motivi di lavoro, ripetendo lo stesso percorso, ogni anno, fino alla maggiore età. Ho visitato molti stati europei organizzando meticolosamente il viaggio e documentandolo grazie alla mia inseparabile macchina fotografica.
La parte migliore l’avete persa scendendo subito, il bello è in fondo alla valle dopo bresciadega