Maya: il linguaggio della bellezza – una mostra dedicata alla cultura maya in un percorso che espone circa 250 opere arrivate direttamente dal Centro America (dai più importanti musei messicani) e che permette di esplorare tutti gli aspetti di una delle civiltà più affascinanti e misteriose dell’America precolombiana. #mayaverona
La mostra è stata allestita nel bellissimo e prestigioso Palazzo della Gran Guardia a Verona (di fronte all’Arena) fino al 5 marzo 2017.
Un bella occasione (e unica in Italia) per conoscere e capire l’unica civiltà precolombiana a creare un complesso sistema linguistico, astronomico e matematico. I Maya si svilupparono nell’America centrale creando un intricato sistema sociale e costruendo imponenti strutture architettoniche fino all’arrivo degli europei che ne determinarono il rapido declino. Per meglio comprendere questa civiltà, all’interno della mostra sono esposti anche oggetti quotidiani, come collane, piatti, vassoi, anfore, strumenti musicali e vasi ornamentali.
La mostra è suddivisa in 4 parti
IL CORPO COME TELA – Affronta le modifiche corporali apportate dalla popolazione Maya per assomigliare e onorare le divinità: da piercing a tatuaggi, ma anche la deformazione del cranio nei primi giorni di vita di un neonato per ottenere una testa allungata con la fronte molto alta, per un’aspetto più nobile. Anche i denti venivano limati con la pietra pomice in segno di bellezza e propria identità personale.
Se il corpo veniva tatuato, il viso era dipinto utilizzando colori che facessero capire il proprio status sociale: il nero designava i celibi, il rosso era riservato ai guerrieri mentre l’azzurro era per i sacerdoti. Ma non solo: siccome lo strabismo era considerato un segno di bellezza, questo veniva creato facendo pendere dalla fronte dei bambini una pallina legata ai capelli e tenuta in posizione finché gli occhi non iniziassero a cambiare posizione.
IL CORPO RIVESTITO – L’abbigliamento rappresenta un vero e proprio linguaggio per i Maya ed è indicativo dello status sociale dell’individuo. Gli uomini indossavano perizomi di vario tipo, più o meno decorati a seconda dell’importanza e del ranking sociale dell’individuo. Le persone più importanti indossavano anche enormi (e preziose) collane di giada e gioielli. Le donne invece vestivano in modo più semplice e sobrio con un poncho di tela bianco, usato ancora oggi in alcune comunità indigene del Guatemala.
LA CONTROPARTE ANIMALE – Molti esseri provenienti dal mondo degli animali erano considerati sacri dai Maya. Gli animali erano simboli di forze naturali e livelli cosmici, connessione tra gli dei e l’uomo, protettori di stirpi e alter ego degli esseri umani.
I CORPI DELLE DIVINITA’ – I Maya adoravano molte divinità ed entità sacre di diversa natura, che potevano incarnare i poteri più grandi o essere custodi di piante, corsi d’acqua ma anche montagne. In questa sezione sono presenti molti piatti, vassoi e ciotole con disegni e simboli con riferimento alle divinità.
Una bella mostra, consigliata per tutti gli appassionati del genere ma anche per coloro che per la prima volta si affacciano a questo mondo e vorrebbero approfondire le conoscenze di questa intrigata civiltà. Una mostra non banale, per nulla scontata e interessante: in un paio d’ore la si visita in modo approfondito grazie anche alle utili e pratiche audioguida che spiegando in modo semplice ma dettagliato le varie sezioni della mostra.
Una mostra consigliata anche a coloro che generalmente non armano i musei e a famiglie con bambini grazie ad audioguide pensate e studiate appositamente per i più piccoli.
Maya. Il linguaggio della Bellezza
Palazzo della Gran Guardia
Piazza Brà 1 – Verona
8 ottobre 2016 – 5 marzo 2017
- Dove dormire a Verona: B&B Alla Piazzetta a due passi dall’Arena: semplice, curato e con caffè sempre gratuito (con cialde) e brioche fresche la mattina.
- Dove mangiare: Eataly per hamburger di qualità e soprattutto carne genuina. Ottimo rapporto qualità prezzo, a due minuti dall’arena.
Fondatore e autore di NonSoloTuristi.it e ThinkingNomads.com.
110 nazioni visitate in 5 continenti. Negli ultimi 6 anni in viaggio per il mondo con mia moglie Felicity e le nostre due bambine. Instagram @viaggiatori