Nel nostro viaggio in Florida non poteva mancare una tappa a Orlando, città che deve la sua fama ai numerosi parchi tematici sorti qui negli ultimi anni. Il nostro proposito era quello di visitarne uno tra Magic Kingdom, il parco Disney, oppure il mondo di Harry Potter. Il biglietto per due adulti, una bambina e un neonato di tre mesi arrivava a 320 dollari, una follia se si pensa che almeno uno dei due genitori doveva costantemente rinunciare all’attrazione del momento per stare col più piccolo.
Concludiamo perciò che il gioco non valesse la candela, e ci impegniamo a trovare un’alternativa ai parchi tematici a pagamento per vedere qualcosa che coinvolgesse tutti e quattro a prezzi più contenuti.
Lago Eola
La mattina in cui ci rechiamo al lago la pioggia è battente, ma visto che a mezzogiorno le previsioni danno bel tempo, partiamo per quell’ora in direzione Orlando centro. Questa piccola oasi verde e azzurra si trova a pochi passi da Downtown e dal palazzetto di basket NBA, del quale purtroppo non riesco a vedere la partita perché la lega ha la bella idea di spostare l’incontro a Londra proprio quando a Orlando ci vado io.
Nonostante le nuvole sovrastino ancora il lago, sembra che al nostro arrivo queste decidano di andarsene lasciando spazio ad un sole che arriva a quasi venti gradi. Attorno al lago vi è una passeggiata che vi permette anche di fare jogging, ma soprattutto ci sono moltissimi alberi che sono popolati da degli animaletti che non ho mai avuto occasione di vedere così da vicino: gli scoiattoli. Sembra siano abituati alla presenza dell’uomo e si avvicinano fino a quasi farsi toccare. Anche le anatre e le papere sono abituate alla nostra presenza. Infatti con un quarto di dollaro dalle macchinette si acquistare del cibo da dar loro. Dapprima lo diamo con calma, poi capiamo che è meglio lanciare tutto e correre via, altrimenti si rischia l’assalto anche da parte dei cigni. Ci si mette circa un’ora a girarlo tutto, ma devo ammettere che è veramente un bel parco per passarci qualche ora in relax.
Disney Spring
Conosciuto anche come Disney Downtown, questo non è un parco divertimenti, ma è l’alternativa gratuita che il mondo Disney offre a coloro che decidono di non visitare Magic Kingdom. È una sorta di cittadina costruita sulle sponde del lago Buena Vista, solo che al posto delle case ci trovate negozi, bar e ristoranti. Tra i negozi spiccano: ovviamente il Disney Store, il più grande che abbia mai visto, dove oltre a poter acquistare il costume del vostro personaggio preferito o i pupazzi dei personaggi Disney, le vostre amate figliolette per un giorno possono diventare principesse.
Nel salone di bellezza le bambine vengono truccate pettinate e vestite, diventando nel giro di qualche ora delle piccole Rapunzel o Cenerentole. Il Lego Store: anche qui, il mondo dei famosi mattoncini dà il meglio di sé, con miliardi di mattoncini colorati pronti a dar sfogo alla vostra fantasia. Il negozio di Natale: un negozio dove anche se vi entrate ad agosto con quaranta gradi fuori, l’atmosfera natalizia è sempre viva.
Qui il Natale è tutto l’anno, dove potete acquistare palline di Natale, alberi o festoni per la festa del prossimo 25 dicembre. Oltre ai negozi ci sono numerosi ristoranti, non proprio economici, con code interminabile all’ingresso. Una delle poche attrazioni è una mongolfiera che oggi non si librerà nell’aria causa il troppo vento. Dall’alto si può godere di una magnifica vista su Downtown e le zone limitrofe. Sembra un nulla di che, ma fidatevi, una giornata intera volerà via.
Kennedy Space Center
Questo è un must. Costo dell’ingresso 150 dollari in quattro, ma sono stati i soldi più spesi bene di tutto il viaggio. Si trova a Cape Canaveral, 45 minuti da Orlando. La stazione di lancio non è questa, questo è un centro dove sono ricostruiti i mezzi più famosi delle imprese della NASA. Ci sono le ricostruzioni dei primi razzi lanciati in orbita, le prime sonde, c’è un padiglione dedicato all’esplorazione su Marte e sulla Luna con tutti i loro mezzi, dove potete anche provare a far atterrare una sonda sul suolo lunare.
E poi c’è lui, il pezzo forte, l’unico non ricostruito e originale al cento per cento. Sto parlando di Atlantis, uno degli ultimi space shuttle, autore di 33 missioni. Vi è proprio un padiglione dedicato. Si entra, tutti in coda, in una sorta di sala dove su tutti i lati viene proiettata la storia della progettazione di Atlantis. E’ tutto un crescendo di narrazione e musica, che fa venire i brividi e luccicare gli occhi. Alla fine della presentazione, si spalancano le porte e Atlantis ve lo trovate li di fronte, che vira a sinistra sospeso a mezzaria con il vano cargo aperto.
Questo bestione di 37 metri ha percorso la bellezza di 126 milioni di miglia, pari a circa 200 milioni di chilometri in quasi trent’anni di missioni. E non è tutto: attorno lui viene ricostruita la cabina di pilotaggio, dove vi potete rendere conto quanto sia complesso pilotare qualcosa che somiglia ad un aereo ma che effettivamente non lo è. Potete provare virtualmente a lanciare in orbita Atlantis, ma dovete essere attenti a non farlo precipitare o disperdelo nello spazio. Dopo il lancio, vi viene spiegato come atterrerà lo Shuttle, utilizzando uno scivolo inclinato di 22 gradi, pari all’angolo di discesa dello shuttle (un aereo atterra a tre gradi). E poi finalmente potrete scoprire come fanno gli astronauti a dormire e soprattutto andare al bagno.
Oltre alla ricostruzione della stazione spaziale internazionale, c’è anche un simulatore dove proverete l’ebbrezza di un lancio in orbita: seduti e allacciati, il simulatore si inclinerà di 90 gradi e inizierà a vibrare, simulando le sollecitazioni a cui sono sottoposti gli astronauti, dal lancio allo sgancio dei propulsori all’entrata in orbita, passando per un’emergenza.
Tutto questo lo abbiamo visto in due giorni e devo dire che forse è stato anche molto meglio di quei parchi di plastica pieni di gente.
Sono Veneto e sono cresciuto in quel di Caorle, un perla che si affaccia sull’Adriatico. Amo viaggiare con i miei inseparabili compagni di viaggio: la mia compagna e i nostri due figli. Mi organizzo e vivo i miei viaggi per poi raccontarli. Tornare a casa mi rende triste, ma per buttare via la tristezza mi preparo subito per organizzare il prossimo viaggio verso una nuova destinazione.