Racconti e misteri di quattro abbazie toscane

L’olivo della strega e il Monastero di San Bruzio a Magliano.

Sul cammino di ronda delle mura di Magliano

Cosa vedi? – le solite cose, ulivi, campi secchi, ancora ulivi, stoppie gialle – ssst… adesso chiudi gli occhi e ascolta, è mezzanotte, mille anni fa.

Li senti? – i tamburi? sì – sono loro, stanno cominciando – ma non si vede niente, non c’è nemmeno la luna – sono là sotto, attorno al loro olivo – e questi versi di animali? – sono loro che cantano, guarda stanno accendendo le torce – adesso le vedo, ballano in tondo, ma cosa festeggiano? – hanno di sicuro trovato un altro bambino – un bambino? dove? non è scomparso nessun bambino in paese – probabilmente al monastero – al monastero? – qualche giorno fa mia moglie mi ha detto che mentre scendeva a Marsiliana ha incrociato sul ponte dell’Albegna un carretto che trasportava due donne, due suore, e una era sicuramente incinta anche se tutta infagottata, le donne le vedono subito queste cose – e andavano a San Bruzio? – sì, e non sarebbe la prima volta, i monaci hanno qualcosa da nascondere, tutto il monastero è misterioso, hanno chiamato a costruirlo gente del nord, hai visto che strane le figure in cima alle colonne? – sì, è vero, ma senti come urlano, mi si rizzano i capelli in testa – sempre loro, le streghe, maledette! – perché domani non scendiamo e tagliamo una volta per tutte l’olivo? – impossibile, è lì dai tempi della Bibbia dicono i preti e nessuno è riuscito a farlo morire, l’hanno anche incendiato ma niente, continua a vivere, è di sicuro protetto dal Diavolo, meglio star lontani.

Pomeriggio ai resti del Monastero di San Bruzio

Dai andiamo via, non c’è nessuno, mi fa un po’ paura questo posto – fammi fare il giro e qualche altra foto, li senti i pianti dei bambini? – ma non sono bambini, sono piccioni!? – sicura? aspetta che faccia buio…

Link utili:

https://www.castellitoscani.com/magliano-in-toscana/

L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore a Asciano

Mia moglie all’ingresso dell’abbazia: hai visto quel frate col cappuccio bianco? sembra uno del film “Il nome della Rosa” – sono benedettini, Adso, non francescani come noi – sguardo allibito – sì, mio giovane compagno, e fai attenzione, il monastero è pericoloso e nasconde molti segreti – davvero? io per ora vedo solo un grande refettorio e con la fame che ho… – prima di entrare devi lavarti le mani a questo lavatoio, attento, non alla fontanella centrale, vedi, è la testa del Diavolo, ti riconoscerebbero subito e verresti precipitato nel burrone – me ne ricorderò, frà…? – Guglielmo da Baskerville, e dovrai stare attento a chi ti siede di fianco – perché? – lo capirai quando vedrai un affresco nel chiostro anche se noto che, rispetto al passato, i posti sono molto più distanziati – c’è altro a cui dovrò prestare attenzione? – sì, controlla che ti diano lo stesso vino di tutti gli altri – e perché? – andiamo nel chiostro e lo vedrai – è questo? – sì, vino avvelenato gli hanno dato e tu, Adso, non te ne accorgeresti, non sei S. Benedetto – almeno il pane? – guarda questo affresco “Come Fiorenzo tenta di avvelenare San Benedetto”, guarda cosa mangia il corvo – anche il pane?! ma chi ha dipinto tutte queste storie aveva una bella fantasia – è un pittore famoso, conosciuto come Sodoma – Sodoma? – non sono certo io a giudicare una persona ma il Vasari di lui ha scritto “Era oltre ciò uomo allegro, licenzioso, ….che aveva sempre attorno fanciulli e giovani sbarbati, i quali amava fuor di modo, si acquistò il soprannome di Soddoma…”

Ci sono altre cose a cui devo stare attento? – sì, saliamo in biblioteca e ascolta bene le parole di frà  Malachia da Hildesheim, il bibliotecario – ma non è un frate, è la guida che ci sta accompagnando nella visita !? – ssst… guarda questi libri tenuti sotto chiave, “Comandinus Euclid. Ele…” è un testo di Euclide tradotto dal famoso matematico Federici Commandini di Urbino – e allora? – è un testo proibito, è pagano, questo poi “Victo.. Coment… in Aristotelis”, lo conosco anche se non dovrei, è di Petri Victorii, Aristotele, è un libro pericoloso per la mente – pazienza, non lo leggerò, la guida, anzi frà Malachia da…? –  Hildesheim – ok, il frateguida ha finito, dove andiamo? – in chiesa, per trovare altri indizi tra gli intarsi degli schienali  del coro – indizi di che? – delle morti misteriose – ma non ci sono morti qui?! – e allora perché là fuori c’è un cimitero? – ok ma non possiamo studiare il coro, fratel Guglielmo, è chiuso al pubblico – ssst… non farti notare, non parlare, là in fondo c’è Salvatore, vedi, fa finta di lucidare la balaustra ma in realtà ci sta controllando, andrà di sicuro a riferire a frà Remigio da Varagine, il cellerario – e chi è il cellerario? – è il frate più importante dopo l’abate, quello che gestisce i soldi dell’abbazia, l’economo, vieni, so dove trovarlo – stiamo andando in cantina? – sì, è di là che passano i pellegrini della Via Francigena – e i turisti.

All’ingresso c’è un bar, vuoi un tramezzino e un bicchiere di vino? Il 1319 è un IGT molto buono – in realtà non ho tanta fame, ho sete, due birre?


Link utili: http://www.monte-oliveto.com/index_it.htm

L’Abbazia di Sant’Antimo a Montalcino

E’ qui, vero, che Zeffirelli ha girato alcune scene di “Fratello sole, sorella luna”? – dice di sì – in effetti la chiesa è più bella di quella di Monte Oliveto – dice che è il più importante monumento romanico della Toscana meridionale – infatti assomiglia alle cattedrali pugliesi – dice che, per la verità, risente di influenze francesi e lombarde – ma, dice chi? – l’omino dell’audioguida – ma tu parli con l’audioguida? – sì, gli faccio domande e lui risponde – allora chiedigli chi l’ha costruita – dice che è una storia lunga – digli di fare un riassunto – dice che Carlo Magno che passava di qui per tornare in Francia ha fatto costruire una chiesa che era però più piccola, questa invece l’hanno costruita dopo, comunque mille anni fa – e poi? – dice che poi è diventata l’abbazia più importante della Toscana meridionale, l’abate era a capo di 96 tra castelli, terreni, poderi e mulini e 85 tra monasteri, chiese, pievi e ospedali – niente male! – dice che però prima i senesi hanno portato via un po’ di castelli e poi un papa ha tolto all’abate molte abbazie – chiedigli se conosce la canzone di Jannacci, quella che fa “Ho visto un vescovo! Anche lui, piangeva….” – dice di sì “… e` il cardinale che gli ha portato via un’abbazia… Oh poer crist! …di trentadue che lui ne ha. Povero vescovo! E povero anche il sacrista”.

Dentro cosa c’è vedere? i due leoni? – dice che dovevano servire come base delle colonne del protiro che però non è mai stato costruito – interessanti, c’è altro? – dice che ci sono dei bei capitelli – quello col centauro? – anche, ma dice che il più bello è quello di Daniele nella fossa dei leoni – questo? – sì, ma dice che col cellulare non puoi fare delle belle foto – ma ci vede oltre che parlare? – boh! – non è che ci sia molto altro – dice che non è vero e che, ad esempio, il crocifisso è un’opera unica per gli occhi chiusi del Cristo e la preziosa veste rossa che lo avvolge e poi è scolpito in un unico pezzo di legno – vado a vederlo e finisco il giro, ci vediamo fuori – dice che se riesci a vedere il brano musicale gregoriano sulla parete vinci un Amaro Carlina.

L’amaro me lo sono dovuto pagare, assieme al nocino e alla grappa.

La Storia – Abbazia di Sant’Antimo

Il tesoro dell’Abbazia di San Salvatore a Abbadia San Salvatore

A.D. 885: Il Codice Amiatino

Fratel Pietro, ci sono cinque confratelli benedettini che chiedono di voi, dicono di venire da Roma – falli entrare fratel Lamberto – dicono che hanno un compito importante – falli entrare fratel Lamberto…

Padre, le portiamo i saluti dell’Abate di San Paolo fuori le mura padre Anselmo da Marathia che le chiede un grande aiuto – dì pure fratello – padre, abbiamo con noi un libro importantissimo che è troppo pericoloso tenere a Roma di questi tempi e padre Anselmo ci ha ordinato di consegnarlo alla vostra abbazia che è più sicura – ci sono problemi a Roma? ho sentito che non hanno ancora eletto il successore di Papa Adriano III – purtroppo è vero, padre, e ci sono saccheggi da parte del popolino come sempre accade quando la sede è vacante e non è da escludere un altro attacco dei Saraceni in questa situazione – di che libro si tratta? – della preziosa Sacra Scrittura donata da Ceolfrido di Jarrow a Papa Gregorio II più di cento anni fa – è un onore per la nostra abbazia, ne ho sentito parlare molto ma in realtà non lo conosco – fratel Oddone da Dunelm vi può dire qualcosa – dite pure fratel Oddone – è una Sacra Scrittura dal valore inestimabile, padre Pietro, è stata copiata con estrema cura negli scriptorium dei monasteri di Wearmouth e Jarrow, in Northumbria, la terra da cui provengo, erano i monasteri del Venerabile Beda, ed è una copia fedele della Vulgata di San Girolamo, ogni sua parola è verità per tutti i fedeli – va bene, dite a fratel Anselmo che sarà nostro dovere custodirla con cura, andate pure, fratel Lamberto si occuperà della vostra permanenza nel monastero – grazie padre ma dobbiamo tornare a Roma per proteggere il nostro monastero, ci faremo vivi non appena la situazione ce lo permetterà.

A.D. 924: La Casula di San Marco

Dagli Annali della Regia Abbazia del Santissimo Salvatore al Monte Amiata

Oggi, addì 24 di Agosto dell’Anno del Signore 924 è arrivata al monastero salendo da Callemala una carovana guidata dal nobile Gilberto dei Savelli, vestariarius della corte papale, scortato da un drappello di dodici cavalieri comandati dal capitano Amalrico dei Bobone. Trasportano paramenti sacri per il Santo Padre Giovanni III andato in Francia per incoronare Lodovico II, nuovo Imperatore del Sacro Romano Impero.

Essendo stati avvertiti che Adalberto, duca di Tuscia, scomunicato per aver occupato l’anno scorso Roma e minacciato il Papa, è in cammino per bloccare la carovana, hanno deciso di fermarsi e cercare protezione nel sacro suolo della nostra abbazia. Tra tutti gli oggetti e i paramenti che trasportano c’è anche una preziosissima casula rosso cremisi di seta bizantina con ricami in perle appositamente confezionata per il Pontefice come indicato anche dal nome Iohannis Episcopus ricamato sul colletto. Il vestariarius, per non mettere a rischio i beni a lui affidati, ha chiesto di potersi fermare presso il nostro monastero fino a quando il viaggio lungo la via Francisca, a Dio volendo, non sarà sicuro. Padre Ariberto, nostro abate, ha concesso loro l’ospitalità che viene sempre data a tutti i viandanti e i pellegrini che la richiedono.

A.D. 1035: Il Cofanetto Scoto-Irlandese

Discorso di Attone da Bobbio in occasione della consacrazione della nuova chiesa abbaziale.

Io Attone, vescovo di Bobbio, in questo giorno così felice per la comunità benedettina e per la cristianità tutta ringrazio l’abate fratel Winizzo per avermi invitato, assieme a tanti altri confratelli e al vescovo Poppone venuto dalla lontana Aquileia, alla consacrazione della nuova magnifica chiesa di questo grande e antico monastero benedettino. In questo prezioso cofanetto portato alla nostra abbazia da confratelli venuti da lontano, dal monastero di Bangor, in Irlanda, confratelli scampati alla furia selvaggia dei predoni vichinghi, io, Attone, per volere di Dio Vescovo di Bobbio, ho fatto inserire con umiltà e devozione alcuni frammenti delle ossa del nostro santo fondatore Colombano che riposa nella pace della nostra abbazia tra i monti. Di questa venerabile reliquia io faccio oggi dono al monastero del Santissimo Salvatore, possa essa proteggere tutti i pellegrini che passando per la via Francisca le renderanno onore garantendosi così la salvezza nell’Urbe Eterna.

Che storie! Si potrebbe scrivere un romanzo.

I tesori del Museo di Arte Sacra dell’Abbazia di San Salvatore | Hotel Fabbrini

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