Marzo, giorno del mio compleanno. Brutta giornata ma si decide di andare a visitare la Rocchetta Mattei, da tanto messa nell’elenco dei luoghi “da vedere assolutamente”.
Questo edificio si trova a Grizzana Morandi, comune di Bologna, ed è un luogo davvero singolare. Forse perché la giornata era scura e ventosa, forse perché ci è capitata una brava guida, sembrava di essere in un film giallo degli anni Settanta (avete mai visto “Invito a cena con delitto” con un eccezionale Peter Falk nei panni del detective Sam Diamante? Pensavo proprio a quel film). Ecco la storia.
Intorno al 1850 il conte Cesare Mattei cercava un luogo dove edificare un castello per farlo diventare sede del suo laboratorio-ambulatorio per gli esperimenti e lo sviluppo di cure basate sull’elettromeopatia, scienza di cui era inventore.
Il conte non voleva una semplice palazzina, bensì un luogo che ispirasse nei suoi pazienti idee ascetiche e mistiche. Un castello nel quale l’ambulatorio non doveva essere al piano terra, facilmente raggiungibile da ogni malato, ma in cima alla torre più alta. Questo perché secondo Mattei il paziente doveva fare un percorso fisico e spirituale prima di accedere alle sue cure, salire gradini, percorrere sale e corridoi riccamente decorati, calpestare pavimenti di vera madreperla, varcare la porta di un ambulatorio che aveva un soffitto di cartapesta modellata come roccia di una grotta (pare che servisse anche ad isolarlo acusticamente).
Dopo un viaggio in Spagna, il conte Mattei aveva deciso di copiare l’Alhambra di Granada, realizzando un cortile identico anche se in scala più piccola. Aveva realizzato la sala dei 90, cioè una sala dove festeggiare i suoi 90 anni con altri novantenni. Aveva decine di fidanzate che accoglieva a giorni alterni nei suoi appartamenti. La preferita era quella che veniva il giovedì, per comodità chiamata da lui non con il nome di battesimo ma Giovedì (tanto per non confondersi!).
Ultima curiosità fra le decine che non vi cito, così appena andate potete godere di qualche sorpresa: il mistero della sparizione della “quinta pagina”. Il conte aveva raccolto in uno scritto di cinque pagine il segreto dell’elettromeopatia, invenzione che lo aveva reso famoso in tutto il mondo, citato addirittura da Tolstoj ne “I fratelli Karamazov”. La quinta pagina, quella in cui veniva spiegato come elettrificare i fluidi, scompare. È stato il conte a farla sparire, temendo che qualcuno potesse rubargli le idee? Può darsi, questo rimarrà però un mistero.
Sono nata e vivo a Ferrara e amo moltissimo la mia città. Dopo anni da educatrice ho cambiato tutto: ho preso il patentino da accompagnatrice turistica e ho iniziato a scrivere raccontando i miei viaggi e le mie esperienze. Ora organizzo escursioni e viaggi, preparo Road Book e…sono soddisfatta!